Céline dipinto – Eric Mazet

[banner][banner][banner size=”300X250″][banner size=”120X600″]Céline dipinto

Amante della pittura, amico di pittori, lo scrittore desidera vedere, fin dall’uscita, i suoi testi illustrati. Numerosi artisti ci si dedicheranno prima e dopo la sua morte, nelle situazioni più disparate.

Di Eric Mazet

TRADUZIONE

Stefano Fiorucci e Jeannine Renaux

Ai suoi amici pittori, Céline ha sempre proclamato che non ci capiva nulla di pittura. Tuttava, la pianista Lucienne Delforge si ricordava dei suoi commenti pertinenti durante un’esposizione di opere fiamminghe. Modestia di fronte ad un’espressione diversa dalla propria? Certamente non ignoranza. Louis Destouches ebbe per testimone al suo primo matrimonio, a Londra, Edouard Benedictus (1878-1930), professore di Arti decorative. La seconda moglie dello scittore, Edith Follet (1899-1990), illustrerà delle opere classiche. Arricchisce pure, intorno al 1924, L’Histoire du Petit Mouck, racconto che Céline aveva immaginato per sua figlia, Colette. Nel 1932, presso alcuni giornalisti, Céline cita, tra i suoi maestri del delirio, Bosch, Bruegel, Goya e Le Greco. Nel 1937, in Bagatelles pour un massacre, dichiara la propria ammirazione per tre pittori, Vlaminck, Gen Paul ed Henri Mahé.

Dalla pubblicazione di Voyage au bout de la nuit, Céline chiede a Robert Denoel di preparare un’edizione di lusso con illustrazioni. Ma il primo illustratore del Voyage fu, su richiesta di Céline, una ragazzina di 12 anni. Figlia adottiva d’un vecchio amico di Clichy, Eliane Bonabel (1920-2000), che la lettura del romanzo non aveva scioccato, realizzava per il suo medico una ventina di tavole, naif e realiste, che annunciavano un certo talento.

Per paura di uno scandalo, Denoel rifiutò quel lavoro. Eliane Bonabel illustrerà più tardi con tredici disegni a penna Ballets san musique, sans personne, sans rien. Ma le sue illustrazioni di Scandale aux abysses e di La Naissance d’une fée, realizzate mentre Céline era ancora in vita, attendono ancora un editore.

Céline si rivolge allora per la sua edizione di lusso ad un amico. Henri Mahé (1907-1975), a 20 anni, aveva già illustrato un romanzo di André Doderet, amico intimo di Giraudoux. Breton maneggiando l’argot della Mouf, lanciato come un pietra nel vasto mondo, abbozzava nel 1930 degli affreschi in una casa chiusa. Mentre il pittore realizza dei dipinti al cinema Rex, Céline lo spinge a illustrare il suo romanzo: «Se per caso potessi farlo, c’è l’edizione di lusso del Voyage che resta da prendere.» Mahé lavorerà su una dozzina di tavole. Troppo sinistre, non avranno l’onore di piacere a Denoel che avrebbe preferito un artista celebre come Dunoyer de Segonzac. Il lavoro non avrà seguito. Nel 1949, Céline raccomanderà ancora Mahé ad un mecenate, Paul Marteau, come un «ammirevole amico e ammirevole pittore», «francese, bretone e parigino». Henri Mahé pubblicherà una litografia – «New York, città in piedi» – per l’Herne nel 1963, ma le sue illustrazioni del Voyage sono rimaste inedite.

Tesoro unico

Altri due artisti, nel1933, sono affascinati dall’opera, ma il loro lavoro si è limitato a un solo esemplare. Victorin Truchet, del movimento «populista», orna quaranta pagine a pastelli su una copia di Voyage, per un’amica d’infanzia di Louis Destouches. Noto per aver illustrato Les Fleurs du mal, Carlo Farneti (1892-1961) disegna centocinque illustrazioni a margine in un esemplare destinato a René Arnold, principale del dottor Destouches ai laboratori Cantin. Si possono immaginare i collezionisti gelosi del loro tesoro unico.

È in una pubblicazione popolare, da Ferenczi, nel 1934, che compare un’edizione illustrata del Voyage, tirata a 40000 esemplari. Diplomato dell’[Istituto] di arti decorative di Parigi, Clément Serveau (1886-1972) ha scelto il taglio morbido per accompagnare il testo con dodici tavole incise. Collegandosi più alla simbolica del testo che al suo genio comico, le sue immagini sono assai statiche, ma d’un bell’effetto cupo e profondo. Non si conosce la reazione di Céline, che sognava un’edizione di lusso.

Nel 1934, Célineincontra uno dei grandi personaggi di Montmartre. Ragazzo della Butte, mutilato del 1914, argotista alla Bruant, Gen Paul s’ispirava al flamenco per far vibrare la sua pittura. Il progetto di far illustrare Voyage da Gen Paul è annunciato nel 1935, ma Denoel non trova molti sostenitori. Nel 1937, Céline redige un testo a lode del suo amico per dire che la sua pittura era «fluida e instabile» – come una ballerina – , e «non massiccia e sgargiante» come la pittura moderna. Nel lavoro nervoso e rapido di Gen Paul, lo scrittore ritrovava il proprio genio lirico e spiritoso, che caratterizzava ai suoi occhi l’arte «celta e francese». Nel 1942, sulle pagine grigie delle edizioni dell’Occupazione (ma ci sono stati degli esemplari su carta di lusso), escono da Denoel Voyage au bout de la nuit con quindici disegni e Mort à crédit con sei disegni, realizzati a penna e ripassati a inchiostro di China. In una prefazione rimasta a lungo inedita, Céline scriveva: «Confesso che Gen Paul con i suoi disegni mi fa molto piacere. […] Mi ci ritrovo immondo e senza disgusto.» Tra le pieghe e lo staccato del pittore, il lettore sente la dinamica della musica celiniana. Vivente l’autore, le sue due opere maestre non conosceranno altre illustrazioni.

Una fantasia, Scandale aux abysses, scritta nel 1943, viene proposta a quattro artisti. Prima ad Henri Mahé, che presenta una copertina a Denoel, senza successo, poi Eliane Bonabel, che presentò un lavoro importante, ancora inedito. Presentito da Denoel, Roger Wild (1894-1987), «montparnassiano» conosciuto per i suoi ritratti di celebrità, realizza diciassette acque-forti, composte nel 1944, ma che resteranno sul tavolo alla Liberazione. Si conoscono solo alcune tavole di questo lavoro, deludente per Céline, che giudicava gli arabeschi d’uno stile troppo sofisticato. Scandale aux abysses sarà pubblicato solo nel 1950, illustrato dal suo editore, Pierre Monnier (1911-2006), sotto il nome di Pierre-Marie Renet, alle edizioni Frederic Chambriand. Disegnatore umoristico, Monnier realizza quarantuno disegni a penna, con alcune tavole a colori. Céline apprezzò la loro freschezza naif e fece inviare l’opera a tutti i suoi amici. Ma Scandale impiegò trent’anni prima d’essere terminato.

Dubuffet rifiutato

Di ritorno in Francia, ripreso da Gallimard, Céline sperò nuovamente di veder illustrate le sue opere. Dubuffet (1901-1985) lo venerava, possedeva tutti i suoi libri e gli faceva da autista. Ma Céline, lui, vedeva in Dubuffet solo «il grande liberatore degli oppressi dalla scuola materna». Una tela di Dubuffet, intitolata Mur avec passant, fungerà tuttavia nel 1972 da copertina all’edizione in Folio di Voyage. Nel 1952, Bernand Buffet, tentato d’illustrare Voyage, rende visita al maudit, ma il progetto non ha seguito. Nel 1954, Céline avanza il nome d’Utrillo a Gallimard per illustrare il Voyage e vede Gus Bofa ottimo per Normance, ma l’editore non giudica l’operazione redditizia. Il successo del tascabile ha la meglio sul progetto editoriale. Vivo lo scrittore, tra il 1956 e il 1961, Lucien Fontanarosa realizza, senza firmarle, le copertine per le edizioni tascabili di Voyage, Mort à crédit e di D’un Chateau l’autre.

Morto Céline, e riscoperta la sua opera, alcune case editrici d’arte si arrischiano a pubblicarle in alcune collezioni illustrate, e fanno appello a giovani artisti. Claude Bogratchew (1936), che aveva lavorato su Poe, è ingaggiato dalle edizioni Balland per illustrare cinque volumi pubblicati tra il 1966 e il 1969, raccogliendo le opere complete di Céline a eccezione dei pamphlet. L’artista compose settantanove illustrazioni sedici per volume, in cui la fattura espressionista privilegiava l’aspetto sinistro o delirante dell’opera.

Tra il 1978 e il 1980, le Editions des Heures claires riprendono solamente Voyage au bout de la nuit e scelgono Marc Dautry (1930-2008), incisore vivente a Montauban, per eseguire sessantatré illustrazioni, cioè ventuno litografie a colore per ognuno dei tre tomi, stampati da lui stesso. La fattura è realista e classica, d’una tecnica sicura, ma lascia poco spazio all’immaginazione del lettore.

Raymond Moretti (1931-2005), che ha realizzato le copertine de Magazine Littéraire dal 1977, è ingaggiato dalle edizioni Club de l’Honnête Homme per illustrare fuori testo e a colore i nove tomi de Oeuvres completes pubblicate tra il 1981 e il 1983.

Ogni tomo comprende otto litografie dai colori ricchi e dai motivi energici, per una pubblicazione più popolare che bibliofila. In tutt’altro contesto, il libraio Nicaise affida nel 1987 allo scultore Thomas Gosebruch (1951) l’esecuzione di dodici incisioni su rame per illustrare Version initiale du premier chapitre de Voyage au bout de la nuit – illustrazioni di qualità che erano riservate, con una tiratura limitata, ai bibliofili e ai collezionisti.

Questo ebbe l’effetto d’una bomba nel 1988 per i giovani celiniani, quando le editions Futuropolis, associate a Gallimard, annunciano che Jacques Tardi (1946), vecchio illustratore al quotidiano Pilote, appassionato della guerra del 1914-1918, avrebbe illustrato Voyage au bout de la nuit (1988), Casse Pipe (1989) e Mort à Crédit (1991). Céline sarebbe entrato nelle biblioteche dei licei. La riuscita commerciale fu totale. Tardi s’era dedicato a un lavoro colossale di documentazione e di realizzazione in e fuori testo.La sua abilità col bianco e nero, il suo disegno espressivo, il suo sottile gioco di contrasti e di sfumature, attireranno le lodi di tutta la critica. Alcuni gli rimprovereranno la lettura pessimista e realista a spese della comicità e del lirismo, ma Tardi è divenuto l’illustratore «ufficiale» delle riedizioni di Céline in formato tascabile, e sembra che la riuscita delle sue illustrazioni ha poi scoraggiato nuovi editori o artisti. Il cambio è a prendere.