ANTON CECHOV – OCCHI ASSONNATI

ANTON CECHOV – OCCHI ASSONNATI

ACQUAVIVA – GIUGNO 2012

 

TRADUZIONE E ILLUSTRAZIONI: GIUSEPPE D’AMBROSIO ANGELILLO

 

La giovanissima Varka, tredicenne bambinaia presso l’abitazione di un ciabattino, tenta invano di far addormentare il neonato cui deve badare e che ininterrottamente seguita a piangere nonostante il suo cullare la ninna nanna che lei gli canta…

 

È notte. La giovane bambinaia Varka di appena tredici anni mentre dondola la culla dove è adagiato il piccolino[…] (p. 2)

 

Ma la stanchezza si fa sentire e Varka è sempre più sul punto di addormentarsi…

 

Quanto a Varka sta cadendo addormentata. Le sue palpebre stanno chiudendosi, la testa ciondola sul petto, il collo le sta facendo male. (p. 3)

 

Se le dovesse capitare, i padroni la picchierebbero… Il verde riflesso della fioca luce della lampada la induce a poco a poco in uno stato di dormiveglia nel quale ha visioni… Un treno, poi una stanza dove il padre agonizzante riceve la visita del medico. Questi lo fa prelevare e condurre all’ospedale per un’operazione urgente, ma il mattino dopo a Varka e alla di lei madre ne è comunicato il decesso. Lei fugge nel bosco a piangere ma lì qualcuno la schiaffeggia… Il padrone!, che la riporta nel mondo reale… Ma il sonno è troppo forte e Varka di nuovo si assopisce e la visione di prima prosegue… La madre la porta in città in cerca di lavoro, ma ecco che a destarla è stavolta la padrona che, allattato il figlio, lo riaffida alle sue cure che, nonostante sia ormai quasi giorno, lotta ancora contro il sonno. Nuove e continue commissioni la tengono sveglia…

Giunge la sera, momento del riposo per i più, ma non per lei che deve occuparsi degli ospiti del ciabattino…

Giunge la notte, gli ospiti son partiti, ma a Varka resta l’ingrato compito di occuparsi del neonato… Nel dormiveglia riprendono le visioni, ma una forza misteriosa le impedisce di addormentarsi… Cammina per la stanza, rendendosi infine conto che il suo  nemico è l’infante. Ridendo, si avvicina alla culla strangolando il piccolo e addormentandosi subito dopo…
Allora ridendo di gioia al pensiero che finalmente potrà dormire, cade in un sonno così profondo come il bambino che ha appena ucciso. (p. 16)