1.SI PUÒ FARE 4.21
2. IL VIAGGIATORE
4.45
3. NOI, COME FIUMI 5.03
4. CASANOVA 3.16
5. FORTE
4.27
6. INDIANI 6.50
7. CAMBIA IL VENTO, CAMBIA IL TEMPO
5.02
8. L’OMBRA 4.32
9. DEVI TRATTARLA BENE 3.54
10. PRIMA
DI RIPARTIRE 2.28
è un caso che sia stato un successo di critica e pubblica).
I
soliti testi “poetici” sono firmati dalla sola Luisa Zappa
(moglie del cantautore), mentre gli arrangiamenti e le musiche sono
eccellenti.
Tra le canzoni spiccano “Si può fare”
(ottima melodia), “Il viaggiatore”, “Noi, come fiumi”
(una delicata ballata d’amore), “Casanova” (ottimo il
testo, carico d’immagini), “Indiani” (forse la migliore del
disco), “Cambia il vento, cambia il tempo” (un po’
malinconica, con uno stupendo finale di solo violino ad accrescere
questa impressione), “Prima di ripartire” (breve sonata di
(solo) pianoforte). Le uniche due canzoni che, a mio avviso, non sono
all’altezza del disco sono “”Forte” (un po’ forzata,
con batteria e percussioni a farla da padrone, mentre la voce di
Branduardi – sfruttata al meglio in questo disco – è troppo
sincopata, pessimo il finale con assolo di chitarra elettrica) e
“L’ombra” (troppo lenta, “lamentosa”).
ben curata: nel libretto dei testi le scritte sono
colorate (sullo sfondo c’è la scritta Branduardi: BR nelle prime 2
pagine, poi ANDUAR, infine DI) e ben 2 foto extra oltre a tutti i
“crediti” del disco.
Ottimo disco consigliato a tutti e
non solo agli ammiratori di Branduardi.
Si può fare, si può fare
si può prendere o lasciare
si
può fare, si può fare
puoi correre, volare.
Puoi cantare,
puoi gridare
puoi vendere, comprare
puoi rubare, regalare
puoi
piangere, ballare
Si può fare, si può fare
puoi prendere o
lasciare
puoi volere, puoi
fermarti e rinunciare.
Si può fare, si può
fare
puoi prendere o lasciare
si può crescere,
cambiare
continuare a navigare
Si può fare, si può fare
si
può prendere o lasciare
si può fare, si può fare
partire,
ritornare.
Puoi tradire, conquistare
puoi dire poi negare
puoi
giocare, lavorare
odiare, poi amare
Si può fare, si può
fare
si può prendere o lasciare
si può fare, si può
fare
mangiare, digiunare.
Puoi dormire, puoi soffrire
puoi
ridere, sognare
puoi cadere, puoi sbagliare
e poi
ricominciare
Si può fare, si può fare
puoi vendere,
comprare
puoi partire, ritornare
E poi ricominciare.
si può
fare, si può fare
puoi correre, volare
si può piangere,
ballare,
continuare a navigare
Si può fare, si può fare
si
può prendere o lasciare
si può fare, si può fare
puoi
chiedere, trovare.
Insegnare, raccontare
puoi fingere,
mentire,
poi distruggere, incendiare
e ancora riprovare.
Questa è la tua ora, parti, viaggiatore
che ancora molto
per te deve accadere.
Per anni sui mari ti sei
avventurato,
seguendo cauto le vie delle tue carte.
Quale
desiderio rende inquieto il tuo cuore,
quale marea ti sta rubando
il sonno.
Tu che nella tempesta sicuro hai navigato,
è questa
l’ora, parti, viaggiatore.
Apri le vele ad accogliere il vento
che
ancora molto per te deve accadere.
Cerca la rotta seguendo la
corrente
verso un’oscura, remota stella.
Quale desiderio rende
inquieto il tuo cuore,
quale marea ti sta rubando il sonno.
Senza
esitare abbandona il tuo porto,
è questa l’ora, parti,
viaggiatore.
si consumano le stelle,
si vive
d’amore
per qualcosa o qualcuno.
Ancora una volta
mi ritrovo
a cercare te,
ancora una volta
ritorno a te.
In questa notte
fonda
le nostre strade si raggiungono,
confuso d’amore,
ti
parlo senza fiato.
Prima che nella notte
si consumino le
stelle,
mi prende una voglia
di cose belle.
Noi, come fiumi
che vanno al mare,
noi, come fiumi,
divisi ci
manchiamo
sperduti ci cerchiamo
come fiumi verso il mare.
Noi
come fiumi che vanno al mare,
noi come fiumi verso il mare…
Camminava verso Venezia Casanova,
come un gabbiano a sera
torna al nido,
fra le ombre profumate
di donne mai
dimenticate,
lo accompagnava verso casa
lo nostalgia…
Ora
viene la notte,
ora viene l’inverno, Casanova…
Solo, lungo
quella strada polverosa,
inquieto se ne andava verso il mare,
nei
riflessi dei canali
figure mascherate,
stagioni lontane e
giardini
illuminati…
Ora viene la notte,
ora viene
l’inverno, Casanova…
Cento notti, cento donne in una
vita,
meravigliose vergini e puttane,
una favola
inventata
ormai la giovinezza…
Splendori, miseria, gloria
e
malinconia…
Ora viene la notte,
ora viene l’inverno,
Casanova…
Sei cresciuto nei vicoli scuri,
sei diventato forte,
giù
nella città nascosta
dove la gente ha paura.
Un serpente
velenoso
nella sua tana,
ti sorprende all’improvviso
colpisce
alle spalle.
Sei cresciuto nei vicoli scuri
sei diventato
forte,
tu cammini sicuro nel buio
luogo queste strade vuote.
I
tuoi passi nella notte
risuonano cupi,
risvegliando di colpo
dal sonno
chi dorme nel suo letto.
Sei forte, forte, sei
diventato forte
forte, sei diventato forte…
Sei cresciuto nei
vicoli scuri
sei diventato forte,
tu ti muovi protetto dal
branco
come i lupi.
Un serpente velenoso
nella sua tana,
in
agguato negli angoli bui
mi guardi dritto negli occhi.
Sei
forte, forte, sei diventato forte
forte, sei diventato forte…
INDIANI
Larghe nuvole erranti
come bianche pianure
il cammino
arrestate
a bagnare la terra…
Come nebbia dal
mare,
inafferrabile, eterna,
in vaghe forme la pioggia
verso
il cielo risale.
Bianche nuvole erranti
come vaste
pianure
dissetate la terra
che il suo seme nasconde…
Le
distese riarse
risvegliate dal sonno,
alla polvere
inerte
riportate la vita.
È caldo il sangue della mia
donna
che accanto a me respira
e maestose maree
muove la
luna…
Viene da Oriente il sole,
avanza al battere del cuore
e
maestose maree
muove la luna.
CAMBIA IL VENTO, CAMBIA IL TEMPO
Cambia il vento, cambia il tempo,
fumo negli occhi,
si
fa sera…
Mentre cammino lungo il fiume
tirando sassi ai mio
cane.
Un aria fredda viene dal nord
e nel mio petto
il cuore
pesa.
Cambia il vento, cambia il tempo,
sento l’inverno alle
mie spalle.
Luci lontane oltre il fiume
voci lontane,
indistinte,
vedo le macchine passare,
le ombre a tratti
illuminare.
Sento nei bar gente gridare
la sento ridere,
cantare.
Penso a te che sei lontana
che tu possa ora
riposare
Cambia il vento, cambia il tempo,
fumo negli occhi,
si
fa sera…
Dai giorni andati una canzone
mi torna in mente da
lontano,
Cambia il vento, cambia il tempo,
sento l’inverno alle
mie spalle.
Spero che là dove ora vivi
per te sia facile il
cammino.
Che tu non conosca la paura,
la tristezza,
l’abbandono,
che ti protegga il mio ricordo
nel vento freddo
dalla sera.
Qualcuno tenga la tua mano
e che non ti senta
sola.
Io penso a te che sei lontana
che tu possa ora
riposare.
Cambia il vento, cambia il tempo,
fumo negli occhi e
si fa sera…
Io penso a te che sei lontana,
che tu possa ora
riposare.
Mi protegga l’ombra
e non mi trovi la tristezza,
mi
protegga l’ombra
e mi riporti a casa.
Su questa vecchia
strada
ho camminato e camminato,
senza mai fermarmi,
senza
mai riposare.
L’anima mia inquieta
segua il suo cammino,
mi
protegga l’ombra
dalle ombre della se
DEVI TRATTARLA BENE
di te si fida.
Lei sempre ha avuto
pane
per la tua fame,
nei giorni del dolore
lei ti ha voluto
bene,
quando ti ha visto triste
ti è rimasta accanto.
Devi
trattarla bene,
esserle amico.
Lei sempre ha avuto pane
per
la tua fame,
nel freddo dell’inverno
lei ti ha tenuto
caldo,
quando ti ha visto stanco
con te ha camminato.
Devi
trattarla bene,
di te si fida.
Lei sempre ha avuto pane
per
la tua fame,
lei che con te ha diviso
la gioia e il
pianto,
quando ti ha visto solo
lei ti ha parlato.
Devi
trattarla bene,
esserle amico
Quando la vedi triste
parlale
piano
e quando viene notte
proteggila dal male,
ridi della
sua gioia,
consolala se piange.
PRIMA DI RIPARTIRE
In casa non c’era nessuno,
il sole sui letti
sfatti.
Sfinita dal caldo d’agosto
la bambina s’era
addormentata.
Così, trattenendo il respiro,
l’ho guardata
dormire
in silenzio per non farle paura
per lasciarla
riposare.
In casa non c’era nessuno,
il sole sui letti
sfatti.
Chissà mai da dov’era venuta,
da quale misterioso
viaggio.
Col capo fra le braccia,
bambina sconosciuta,
stava
sognando di cose bambine
prima di ripartire.