ANGELO BRANDUARDI – L’INFINITAMENTE PICCOLO

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[banner size=”300X250″]ANGELO BRANDUARDI – L’INFINITAMENTE PICCOLO
5249452 – 2000
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TRACKLIST

Testi di Luisa Zappa
Branduardi, basati sulle Fonti Francescane.



1. Il cantico delle creature

2. Il sultano di Babilonia e la prostituta

3. Il lupo di Gubbio

4. Audite poverelle

5. Divina Commedia, Paradiso, Canto XI

6. Il trattato dei miracoli

7. Nelle Paludi di Venezia Francesco si fermò a
pregare…

8. La Regola

9. La predica della Perfetta Letizia

10. La Morte di Francesco

11. Salmo






Il cantico delle Creature

(Luisa Zappa – Angelo Branduardi)

 

A Te solo Buon Signore

si confanno gloria e onore

a Te ogni laude et benedizione

a Te solo si confanno

che l’altissimo Tu sei

e null’omo degno è

Te mentovare.

Si laudato Mio Signore

con le Tue creature

specialmente Frate Sole

e la sua luce.

Tu ci illumini di lui

che è bellezza e splendore

di Te Altissimo Signore

porta il segno.

Si laudato Mio Signore

per sorelle Luna e Stelle

che Tu in cielo le hai formate

chiare e belle.

Si laudato per Frate Vento

Aria, nuvole e maltempo

che alle Tue creature

dan sostentamento.

Si laudato Mio Signore

per sorella nostra Acqua

ella è casta, molto utile

e preziosa.

Si laudato per Frate Foco

che ci illumina la notte

ed è bello, giocondo

e robusto e forte.

Si laudato Mio Signore

per la nostra Madre Terra

ella è che ci sostenta

e ci governa

Si laudato Mio Signore

vari frutti lei produce

molti fiori coloriti

e verde l’erba.

Si laudato per coloro

che perdonano per il Tuo amore

sopportando infermità

e tribolazione

e beati sian coloro

che cammineranno in pace

che da te Buon Signore

avran corona.

Si laudato Mio Signore

per la Morte corporale

chè da lei nessun che vive

può scappare

e beati saran quelli

nella Tua volontà

che Sorella Morte

non gli farà
male.


Il sultano di Babilonia
e la prostituta

(Luisa Zappa – Angelo Branduardi)

Frate Francesco partì una volta per oltremare

fino alle terre di Babilonia a predicare,

coi suoi compagni sulla via dei Saracini

furono presi e bastonati, i poverini !

Frate Francesco parlò

e così bene predicò

che il Gran Sultano ascoltò

e molto lo ammirò,

lo liberò dalle catene…

così Francesco partì per Babilonia a predicare.

Frate Francesco si fermà per riposare

ed una donna gli si volle avvicinare,

bello il suo volto ma velenoso il suo cuore,

con il suo corpo lo invitava a peccare.

Frate Francesco parlò:

“Con te io peccherò”

Nel fuoco si distese,

le braccia a lei protese.

Lei si pentì, si convertì…

così Francesco parti per Babilonia a
predicare.                                           


Il lupo di Gubbio

(Luisa Zappa – Angelo Branduardi)

Francesco a quel tempo in Gubbio viveva

E sulle vie del contado

Apparve un lupo feroce

Che uomini e bestie straziava

E di affrontarlo nessuno più ardiva.

Di quella gente Francesco ebbe pena,

della loro umana paura,

prese il cammino cercando

il luogo dove il lupo viveva

ed arma con sé lui non portava.

Quando alla fine il lupo trovò

Quello incontro si fece, minaccioso,

Francesco lo fermò e levando la mano:

”Tu Frate Lupo, sei ladro e assassino,

su questa terra portasti paura.

Fra te e questa gente io metterò pace,

il male sarà perdonato

da loro per sempre avrai cibo

e mai più nella vita avrai fame

che più del lupo fa l’Inferno paura!”.

Raccontano che così Francesco parlò

E su quella terra mise pace

E negli anni a venire del lupo

Più nessuno patì.

“Tu Frate Lupo, sei ladro e assassino

ma più del lupo fa l’Inferno
paura!”.

 Audite poverelle

(Luisa Zappa – Angelo Branduardi)

Audite poverelle, dal Signor vocate

Ke de multe parte et provincie

Sete adunate,

Audite poverelle, dal Signor vocate

Vivate sempre en veritate

Ke in obedientia moriate.

Non guardate alla vita fora

Quella dello spirito è migliora

Ve prego per grande amore

Che in povertà viviate.

Quelle che son d’infermità gravate

E l’altre che son fatigate

Ciascuna lo sostenga in pace

E serà in Cielo
coronata.                                                                                           


Divina Commedia,
Paradiso canto XI

(Luisa Zappa – Angelo Branduardi)


Intra Tupino e l’acqua che discende

del colle eletto del beato Ubaldo,

fertile costa d’alto monte pende,


onde Perugia sente freddo e caldo

da Porta Sole e di retro le piange

per grave giogo Nocera con Gualdo.

di
questa costa, là dov’ella frange

più sua rattezza, nacque al mondo un Sole

come fa questo talvolta di Gange.


Ma perché io non proceda troppo chiuso,

Francesco e Povertà per questi amanti

prendi oramai nel mio parlar diffuso.

La lor concordia ed i lor lieti sembianti

amore e maraviglia e dolce sguardo

faceano esser cagion di pensier santi:

tanto che’l venerabile Bernardo

si scalzò prima, e dietro a tanta pace

corse e, correndo, gli parve di esser tardo.

Né li gravò viltà di cor le ciglia

per esser figlio di Pietro Bernardone,

né per parer dispetto a maraviglia;

ma regalmente sua dura intenzione

ad Innocenzio aperse, e da lui ebbe

primo sigillo a sua religione.

Poi che la gente poverella crebbe

dietro a costui, la cui mirabil vita

meglio in gloria del ciel si canterebbe.

E poi che, per la sete del martiro,

ne la presenza del Soldan superba

predicò Cristo e gli altri che’l seguiro.

Nel crudo sasso intra Tevere ed Arno

da Cristo prese l’ultimo sigillo.

Quando a Colui ch’a tanto ben sortillo

piacque di trarlo suso a la mercede

ch’el meritò nel suo farsi pusillo,

a’ frati suoi, sì com’a giuste rede,

raccomandò la donna sua più cara,

e comandò che l’amassero a fede;

e del suo grembo l’anima preclara

mover si volle, tornando al suo regno,

ed al suo corpo non volle altra bara..                                                            

(Luisa Zappa – Angelo Branduardi)

Villa era un bambino ed era muto,

si votò a Francesco e si svegliò cantando.

Il giovane Mancino era in punto di morte,

di Francesco chiamò il nome e fu guarito.

Il mendicante Bartolomeo

All’ombra di un noce si era addormentato,

quando si destò che più non camminava,

per grazia di Francesco fu guarito.

La povera Sibilla era cieca e triste,

Bonomo di Fano era lebbroso,

la bella Ubertina soffriva il mal caduco,

nel nome di Francesco furono guariti.

Ed a Foligno il buon Nicolò,

straziato dal dolore che più non sopportava,

si votò a Francesco e con le sue gambe

ed il cuor contento a casa fece ritorno.

Un bambino a Capua cadde nel fiume,

alla vita ritornò chè era già morto.

Un giovane di Sessa fu travolto da un muro

Ma Francesco lo svegliò prima dell’alba.

Maria di Gagliano che aveva sete

Trovò una fonte che era prodigiosa.

Una donna di Narni che era indemoniata

Nel segno della croce fu liberata.

Per le febbri ardeva Gualtiero d’Arezzo

A Francesco fece voto e fu guarito.

Ed un figlio maschio ebbe Giuliana

Che di malinconia si consumava.

In terra di Spagna a San Facondo

Un grande ciliegio si era inaridito,

la gente del paese lo affidò a Francesco

e, fiorito, a Primavera stupiva il
mondo.

(Luisa Zappa – Angelo Branduardi)

Alle paludi di Venezia poi Francesco arrivò

E in compagnia di un altro frate

Le attraversò…

Fu tornando dall’Oriente

Che in quel luogo si fermò,

venne la sera e tempo fu di pregare.

Stormi di uccelli neri

Sui rami stavano

Ad alta voce cantando…

Pareva che quel fragore

Fosse a lode

Del loro Creatore.

Così Francesco in quelle paludi

Con gli uccelli volle pregare

Ed in mezzo a quella folla

Si incamminò…

Svaniva tra quelle grida

L’eco dei suoi passi,

la voce della sua preghiera…

“Vi prego di volere tacere”

Ed il silenzio sulle paludi calò.

E nessuno più cantò

Sinchè Francesco smise di pregare

E se ne
andò…                                                                                               

                

La Regola

(Luisa Zappa – Angelo Branduardi)

Come agnelli in mezzo ai lupi

Io vi mando…

Con candore di colomba,

con l’astuzia del serpente

e non portate borsa

né mantello né calzari

e non portate pane

né bastone né denaro.

Lascerete il padre,

la madre ed i fratelli,

lascerete i figli,

le vostre case e i campi.

Non cercate il lusso delle vesti

In questo mondo,

amatevi l’un l’altro,

tra voi ditevi fratelli.

Per servire voi veniste,

polvere il denaro,

accogliete nella gioia

l’uomo che a voi venga,

sia l’amico che il nemico,

il ladro ed il brigante.

Nulla vi trattenga,

vi divida, vi
separi.

(Luisa Zappa – Angelo Branduardi)

Era il tempo dell’Inverno ormai

E Francesco Perugina lasciò

Con Leone camminava

Ed un vento freddo li gelava.

E Francesco nel silenzio

Alle spalle di Leone chiamò:

“Può essere santa la tua vita,

sappi che non è letizia,

puoi sanare i ciechi e caciare i demoni

dare vita ai morti e parole ai muti,

puoi sapere il corso delle stelle,

sappi che non è letizia.

Quando a Santa Maria si arriverà

E la porta non si aprirà,

tormentati dalla fame,

nella pioggia a bagnarci staremo,

sopportare il male senza mormorare,

con pazienza e gioia saper sopportare.

Aver vinto su te stesso

Sappi, questa è
letizia.


La morte di Francesco

(Luisa Zappa – Angelo Branduardi)

Ancora non era notte,

il Sabato dopo i Vespri

Frate Francesco chinò il capo

Ed al Signore tornò.

L’anima sua come luce

Oltre le nubi si levò

Come una nave sulle acque

Nella gloria dei cieli entrò

Ed al calar delle ombre

Vennero le allodole cantando,

sopra le case roteando

stettero a lungo gridando.

Ancora non era notte,

il Sabato dopo i Vespri

compiuto in lui ogni mistero

Frate Francesco
spirò.                                                                                            

    

Salmo

(Luisa Zappa – Ennio Morricone)

Giorno e notte ho gridato,

Giorno e notte ti ho cercato,

ora guardami, soccorrimi,

che nessuno più mi aiuta.

Nella mia umiliazione,

la mia immensa confusione,

chi con me si rattristasse

invano io cercai,

senza trovare…

Io, straniero ai miei fratelli,

pellegrino per mia madre,

ho guardato

ma non c’era chi potesse

consolarmi…

tu conosci i miei sentieri,

ora veglia in mia difesa,

sono stato calpestato,

che il tuo aiuto

non mi manchi…

La mia voce ha gridato,

la mia voce ha supplicato,

nella polvere giacevo

ma tu hai preso la mia mano,

mio Signore!                        

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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