ANGELO BRANDUARDI – CONFESSIONI DI UN MALANDRINO. AUTOBIOGRAFIA DI UN CANTORE DEL MONDO. (CON FABIO ZUFFANTI)

ANGELO BRANDUARDI – CONFESSIONI DI UN MALANDRINO. AUTOBIOGRAFIA DI UN CANTORE DEL MONDO. (CON FABIO ZUFFANTI)
ANGELO BRANDUARDI – CONFESSIONI DI UN MALANDRINO. AUTOBIOGRAFIA DI UN CANTORE DEL MONDO. (CON FABIO ZUFFANTI)

ANGELO BRANDUARDI – CONFESSIONI DI UN MALANDRINO. AUTOBIOGRAFIA DI UN CANTORE DEL MONDO. (CON FABIO ZUFFANTI)

BALDINI + CASTOLI – Collana LE BOE – 2022

Autobiografia di Angelo Branduardi, scritta con l’ausilio di Fabio Zuffanti, nata come intervista, arricchita da una dettagliata appendice a cura di Laura Gangemi con l’elenco di dischi, colonne sonore, partecipazioni dell’artista…

16 pagine di illustrazioni fuori testo arricchiscono il testo…

Scorrevole, di agevole lettura, contiene numerosi aneddoti, compreso quello dell’arresto a Praga, mettendo in luce anche e soprattutto il lato umane dell’artista…

PREFAZIONE

Di Stefano Bollani p. 9

INTRODUZIONE

Di Fabio Zuffanti p. 13

In poche parole, perché non trasformare l’intervista in un’autobiografia? (p. 19)

E TU BEL BIMBO, BIMBO MIO DOLCE. La mia infanzia p. 23

Mi chiamo Angelo Branduardi, sono nato a Cuggiono, nelle campane milanesi, il dodici febbraio del 1950[…]. (p. 24)

Una volta arrivati a Genova, andammo ad abitare in via della Maddalena 19, interno 5[…]. […] lì ho trascorso gli anni di un’infanzia meravigliosa. (p. 25)

BALLA LA GENTE QUANDO SUONO IL MIO VIOLINO. La scoperta della musica. (p. 31)

[…]un asilo[…]. […] c’era tantissima musica offerta da una signorina che suonava il pianoforte. Inutile dire che me ne innamorai perdutamente. (p. 31)

Nella mia famiglia non c’era nessuno che avesse esperienze musicali. […]

Un giorno mi prese e mi portò con sé a conoscere un personaggio che abitava vicino a noi: il professor Augusto Silvestri, un insegnante di violino. (p. 32)

Era un violino tirolese, uno Steiner.[…]

Per qualche misteriosa ragione, la semplice visione di quello strumento mi stregò.[…]

Così iniziali le lezioni con Augusto Silvestri. […]

[…] non era difficile capire che ero assolutamente portato per quello strumento. (p. 33)

Raggiunto un grado di preparazione adeguato, comincia a frequentare il conservatorio Niccolò Paganini, nella zona di Albaro. (p. 34)

Io avevo circa quindici anni ed ero fresco di diploma al Conservatorio[…].

[…]partimmo alla volta della capitale lombarda. Lì andammo ad abitare in piazzale Brescia[…]. (p. 41)

Cominciai quindi a essere pervaso da sentimenti che, fino a poco tempo prima, mai avrei pensato di provare: da inseparabile amico il violino diventò improvvisamente un nemico, mi resi conto che quello strumento era una cosa da vecchi che mi allontanava dai miei coetanei piuttosto che avvicinarmi. Così lo nascosi sotto il letto e lì rimase a lungo, con grande sorpresa e dispiacere di mio padre. […]

Il quel periodo mi concreati anzitutto sull’impratichirmi al pianoforte che avevo studiato per un anno al Conservatorio. […] C’era anche un altro strumento che mi affascinava e che in poco tempo arrivai a padroneggiare con la giusta sicurezza: la chitarra classica. (p. 42)

Al di là delle lingue c’è poi una cosa che, più di tutte, ha segnato positivamente la mia frequentazione dell’Istituto tecnico: l’incontro con Franco Fortini. (p. 43)

[…] un professore era venuto a sapere che suonavo il violino.[…] Alla fine, dopo settimane d’insistenze, non ne potei più e cedetti[…]. In quel momento capii in maniera ancora più profonda quanto amassi il mio strumento[…]. (p. 45)

Iniziai a interpretare brani dei cantautori francesi[…]. (p. 46)

Il passo successivo a tutte queste scoperte musicali non poté che essere il provare a cimentarmi con un brano interamente composto da me. Avevo sedici anni, la canzone si intitolava Tanto gentile e tanto onesta pare ed era basata sull’omonimo sonetto di Dante Alighieri[…]. (p. 47)

MI PIACE SPETTINATO CAMMINARE. La rivoluzione del Malandrino p. 51

Dopo l’Istituto tecnico presi a frequentare le lezioni di filosofia alla Statale di Milano. […] la mia carriera universitaria finì per durare ben poco, giusto il tempo di due esami. […]

Nel frattempo era scoppiato il Sessantotto. Attirato dal motto «la fantasia al potere», partecipai a tante manifestazioni ed ebbi anche modo di ritrovarmi al centro di una rivoluzione. (p. 51)

La poesia che più amavo di Esenin si chiamava Confessioni di un malandrino[…]. (p. 54)

Così nacque la mia prima vera nazione. (p. 55)

Per un certo periodo vissi anche in una vera e propria comune, in pieno centro a Milano, dentro una ex galleria d’arte. […]

[…] ebbi la possibilità di conoscere Maurizio Fabrizio, che era giù un superlativo chitarrista e che mi aiutò molto nell’affinare la mia tecnica. Da lì nacque una collaborazione e un’amicizia che dura tuttora[…]. (p. 57)

Le cose cominciarono a muoversi quando, un giorno del 1971, un amico mi fece conoscere Riccardo Michelini, un produttore di quella che allora era la RCA (oggi BMG). […] mi portò a Roma a fare un provino presso la potente casa discografica. (p. 58)

[…] mi fu fatto firmare un contratto capestro[…]. (p. 59)

Dopo più di un anno che transitavo in RCA, finalmente nel 1972 qualcosa si mosse e Riccardo Michelini mi comunicò la bella notizia: avrei avuto la possibilità di incidere il mio primo album. […] rimase una specie di disco fantasma. (p. 60)

[…]la RCA prese la decisione ufficiale di bloccarlo in quanto non ritenuto abbastanza commerciale. […]

in quel periodo mi dedicai a suonare dal vivo. Cominciai ad andare in giro da solo e a esibirmi dappertutto: io, la mia chitarra e il mio violino. (p. 61)

In quei giorni caotici e bellissimi feci un incontro decisivo per la mia vita, quello con la persona che sarebbe diventata mia moglie: Luisa. […] Fu amore a prima vista. (p. 62)

RE DEL SUONO E DEL SILENZIO. Angelo Branduardi p. 65

[…] A Riccardo Michelini un giorno venne un’idea: «Perché non scrivi una lettera a Paul Buckmaster?» mi disse. Io pensai fosse impazzito. […]

Alla lettera allegai anche una cassetta[…]. (p. 65)

[…] a Milano fui costretto a ospitarlo io[…]. (p. 66)

Nel gennaio 1974 potei assistere finalmente alla pubblicazione di Angelo Branduardi[…]. (p. 70)

E FINO IN FONDO AL CIELO CAMMINÒ. La Luna p. 75

Nonostante la presenza di Paul Buckmaster, Angelo Branduardi non riuscì a ottenere grandi riscontri[…]. LA RCA decise quindi di darmi una seconda chance[…].

La Luna, il mio secondo album, è uno dei miei lavori preferiti, forse quello che amo di più in assoluto[…]. (p. 75)

Adoro raccontare delle storie. […]

[…] però “trovatore” è una parola più affine a ciò che sento di essere. […]

Dopo l’uscita de La Luna, comincia un’importantissima collaborazione,quella con David Zard, che divenne il mio manager, assistito dal fratello minore Dory e dalla sorella Tamara. (p. 78)

[…] il 1975 fu anche l’anno del matrimonio tra me e Luisa. (p. 81)

pochi mesi dopo infatti ci trasferimmo a Cuggiono[…]. (p. 82)

UN TOPOLINO MIO PADRE COMPRÒ. Alla fiera dell’est p. 83

Così, a inizio 1976, io, David e Dory Zard decidemmo di creare una società editoriale e un’etichetta: la società prese il nome di Luna musica, l’etichetta si chiamò invece Musiza. (p. 83)

In quel periodo stavo lavorando a una canzone[…].

La canzone si chiamava Alla fiera dell’est[…]. […] è caratterizzata quindi da una commistione tra l’altamente ricercato e il primitivo. (p. 85)

Da questa canzone prese le mosse il disco dallo stesso titolo, che fu realizzato in tempi abbastanza veloci, senza però che lesinassimo in nulla. […] Durante i giorni delle registrazioni accadde inoltre un lieto evento: la nascita della mia prima figlia, Sarah. (p. 86)

Incassato il diniego della RCA, ci mettemmo a cercare una nuova casa discografica che potesse essere interessata a distribuire il disco. […] Polydor. (p. 87)

[…] Paolo Giaccio[…] capì che Alla fiera dell’est era una cosa grossa e realizzò un lungo servizio all’interno di Odeon[…]. (p. 89)

Il giorno dopo la trasmissione, la mia vita cambiò per sempre. (p. 90)

E ALLORA DEVI A LUNGO CANTARE. La pulce d’acqua p. 91

[…] la RCA ci fece causa perché formalmente ero ancora sotto contratto con loro.[…]

arrivammo a un accordo extra- giudiziale e comprammo i master di Angelo Branduardi e de La luna. (p. 91)

Non pago di tutto il riscontro che stavo ottenendo, mentre ancora Alla fiera dell’est era nel pieno del suo successo, tornai in studio di registrazione per l’album successivo: La pulce d’acqua. (p. 93)

BELLA CHE COSÌ FIERA VAI. Cogli la prima mela p. 99

[…] per registrare il nuovo album, Cogli la prima mela, andai in Germania, a Monaco di Baviera. (p. 99)

Nel disco c’è uno dei miei pezzi più celebri: Il signora di Baux[…]. (p. 101)

[…] divenne il mio disco più venduto, pur ricevendo delle critiche contrastanti. (p. 102)

Nel 1980, in un momento interlocutorio che anticipava grandi cambiamenti, uscirono altri due dischi che in qualche modo misero il punto su diverse cose. Il primo è Concerto, un triplo album dal vivo registrato rigorosamente su due piste[…]. (pp. 106-107)

Pochi mesi dopo arrivò anche Gulliver, la luna e altri disegni, che è la ristampa de La luna con una nuova copertina e un brano in più, Gulliver, genialmente arrangiato da una vecchia conoscenza: Paul Buckmaser. […] approfittai per remixare i brani de La luna ricantandone alcuni e cambiandone l’ordine. (p. 106)

APRI LE ALI E VOLA. Branduardi e Cercando l’oro p. 109

La partecipazione di Paul Buckmaster a Gulliver fu il preludio a una nuova collaborazione per un album: quello che nel 1981 decisi di chiamare semplicemente con il mio cognome, come fosse un nuovo esordio. (p. 109)

Oltre al disco, il 1981 fu un anno speciale perché nacque la mia seconda figlia, Maddalena. (p. 110)

[…] il nuovo album: Cercando l’oro. (p. 111)

VAI CERCANDO QUA, VAI CERCANDO LÀ. State buoni se potete p. 115

Nel1983 potei coronare uno dei sogni della mia vita di musicista: quello di scrivere musica per il cinema[…].

Luigi Magni in persona[…] mi chiese se fossi interessato a scrivere la colonna sonora originale del suo prossimo film: State buoni se potete, dedicato alla vita di san Filippo Neri. (p. 115)

Alla fine film e album riscossero un grandissimo successo[…]. (p. 116)

Colonna sonora a parte, la cosa più eclatante di State buoni se potete è stata il mio debutto nelle vesti di attore, esperienza destinata a rimanere un unicum nella mia carriera. (p. 118)

LE MELE D’ARGENTO DELLA LUNA. Branduardi canta Yeats p. 121

La scelta consequenziale fu quella di progettare un lavoro totalmente acustico, nel quale metter ein musica tutta una serie di poesie di William Butler Yeats[…]. (p. 121)

VERSO ACQUE TRANQUILLE. Da Momo a Secondo Ponzio Pilato p. 127

[…] furono la cultura e la curiosità di Luisa a farmi scoprire uno scrittore straordinario con il quale ebbi il piacere di collaborare. Sto parlando di Michael Ende[…].

Nel momento in cui benne a galla l’idea di trasporre sul grande schermo un altro suo libro di successo, Momo, decise quindi di seguire il lavoro passo passo[…]. (p. 127)

Vista la stima che Michael Ende nutriva per me, fui invitato a comporre la colonna sonora. (p. 128)

Il mio impegno in ambito cinematografico continuò con le musiche per due film. Il primo fu Luci lontane[…].

L’altro film fu Secondo Ponzio Pilato[…]. (p. 129)

COMPLETAMENTE SOLI CI ALLONTANEREMO. Pane e Rose e Il Ladro p. 131

[…] mio successivo album, Pane e rose, del 1988. […] con quel disco si chiuse, di comune accordo, la mia collaborazione con David Zard. (p. 131)

[…] mi rimisi in carreggiata a livello manageriale grazie alla collaborazione con Vittorio Costa, con il quale lavoro tuttora. […]

Soddisfatto di questo nuovo inizio, nel 1990, mi apprestai a incidere un disco, Il ladro[…]. (p. 133)

CONTINUARE A NAVIGARE. Da Si può fare a Futuro antico p. 137

L’anno successivo, per il mio nuovo album, forte del rinnovato successo, a me e a Luisa venne l’idea di affidare a diversi autori i testi delle canzoni di Domenica e lunedì. (p. 139)

[…] non bissò l’ottimo riscontro di Si può fare[…]. (p. 140)

Inizia da qui il progetto Futuro antico, che si occupa di rivisitare brani di musica antica e si snoda attraverso otto album, realizzati tra il 1996 e il 2014, con una serie di lavori a tema[…]. (p. 143)

ECCO PERCHÉ SI TRATTIENE IL FIATO. Il mio amico Giorgio p. 145

Giorgio Faletti. […]

Un giorno Luisa ascoltò Signor tenente e rimase colpita da questa canzone[…]· Mi suggerì allora di tentare una collaborazione con lui. (p. 145)

Le prime cose che realizzammo insieme furono due brani inediti, inseriti nel mio disco dal vivo Camminando camminando, poi ci dedicammo al nuovo album: Il dito e la luna. (p. 146)

«Perché non scrivi un libro?» gli dissi. […]

Come tutti sanno, Io uccido uscì nel 2022 rivelandosi un successo straordinario, con più di quattro milioni di copie vendute in tutto il mondo. (p. 147)

Giorgio spirò il 4 luglio 2014 e quando mi comunicarono l’accaduto fu per me un colpo durissimo. (p. 148)

TU CONOSCI I MIEI SENTIERI. Ennio Morricone p. 149

Tutto iniziò in un giorno come tanti nei quali ricevetti una telefonata. […] «Sono Ennio Morricone» . […] voleva propormi di partecipare a un evento storico, […] per i suoi settant’anni. […]

Il concerto si articolò in tre serate nel novembre del 1998 e io finii per interpretare due pezzi molto particolari[…]. (p. 149)

PUOI SAPERE IL CORSO DELLE STELLE. L’infinitamente piccolo p. 153

Tutto iniziò con la visita di quattro giovani frati francescani, inviati da Padre Paolo Fiasconaro[…]. […] mettere in musica una scelta di testi francescani[…]. (p. 153)

Decisi però di utilizzare una pletora di ospiti per impreziosire ancora di più i vari brani, artisti a mio avviso perfetti in quel contesto. Il primo a essere coinvolto fu chiaramente Ennio Morricone[…].

Il sultano id Babilonia e la prostituta, che cantai con Franco Battiato[…]. (p. 156)

[…] la presenza di Battiato fece la differenza. Quando lo chiamai, mi disse immediatamente di sì[…], quasi senza averlo ascoltato prima, apportò solo piccole modifiche ad alcune note. Conobbi Franco negli anni Settanta, quando faceva musica d’avanguardia e aveva un look un po’ simile al mio, con quei lunghi capelli ricci. Nel tempo la sua musica è cambiata parecchio e io ho apprezzato il suo percorso: lo reputo l’artista più vicino a me, non tanto per lo stile musicale quanto per la sua spiritualità. Penso alla sua Messa arcaica o a L’ombra della luce, veri capolavori. […]

Decisi di chiamare l’album L’infinitamente piccolo. (p. 157)

Dopo i concerti “standard”, nel 2004 ricavammo da L’infinitamente piccolo una lauda[…]. (p. 159)

CANTEREMO LA NOSTRA SINFONIA DAL CIELO PER TE. Da Altro e altrove a Il cammino dell’anima p. 161

Tra L’infinitamente piccolo e la lauda m occupai di un nuovo progetto dal bellissimo titolo di Altro e altrove. Poesie d’amore di popoli lontani nel tempo e nello spazio. […]

[…] è un disco che ha alcuni punti deboli. Il più macroscopico dei suoi limiti è l’uso smodato della tecnologia, lo stesso errore che commisi ai tempi di Pane e rose[…]

Questo modus operandi fece sì che l’album non avesse sonorità particolarmente originali, ricordava un sacco di cose già sentite[…]. (p. 161)

Al termine di questo periodo realizzai Così è se mi pare, bel quale tornai a collaborare con Maurizio Fabrizio. […]

L’influenza della cultura celtica si avverte anche nell’album successivo, Il rovo e la rosa. Ballate d’amore e morte, del 2013[…]. (p. 162)

Il 2014 venne purtroppo funestato dalla triste dipartita di Giorgio Faletti, evento che mi scosse nel profondo e che mi portò a un’ulteriore pausa discografica, protrattasi fino al 2019. quell’anno uscì l’ultimo album che ho realizzato fino a oggi: Il cammino dell’anima, interamente dedicato a Santa Ildegarda di Bingen, un personaggio la cui storia mi ha immediatamente affascinato. (p. 163)

Un giorno però, sfortunatamente, è arrivata la pandemia ed è stato un vero shock prima c’era musica in abbondanza, poi solo strade deserte e urla di sirene a infrangere l’aria. Sbigottito da un cambiamento così radicale, non ho potuto fare altro che accettare la situazione, sospendere ogni concerto, chiudermi in casa e attendere. In quei frangenti un ospite inatteso è venuto a farmi visita, dapprima ho scorto solo un’ombra buia che in poco tempo è diventata sempre più grande, fino a oscurare completamente la mia vita. (p. 165)

NEL PROFONDO DEL CUORE QUESTO IO SENTO. Il Sole Oscuro p. 167

Questo qualcosa io lo chiamo il Sole Oscuro, altri la chiamano depressione. (p. 167)

A un certo punto della mia vita questa vena prese anche me, in maniera strisciante e ciclica. […]

nei primi mesi del 202, mentre il mondo era chiuso in casa per la pandemia – c’è stato il tracollo. (p. 169)

Gli artisti vivono in un perenne stato di ipersensibilità che è il loro dono, ma anche la loro condanna. […]

Il Sole Oscuro è qualcosa di molto difficile da spiegare, va oltre ogni umana comprensione: io non sono uscito di casa per molti mesi, sono rimasto chiuso, segregato, non ho mai nemmeno messo un piede fuori dalla porta per andare in giardino, in preda a un dolore e un’angoscia veramente indescrivibili. (p. 170)

[…] avevo dentro il vuoto totale, tutto passava attraverso questa sorta di morte in vita, non provavo alcun tipo di sentimento, di raziocinio, di sensibilità, solo questa sofferenza assurda. Poi non riuscivo a stare fermo, camminavo ininterrottamente per tutto il giorno tra la sala e la cucina, per ore e ore, ancora un po’ e scavavo il solco nel pavimento di larice. […]

Con un grande sforzo di volontà, quindi, ho cercato di reagire e per prima cosa mi sono buttato a leggere[…]. (p. 171)

Trascorso un periodo del genere, la prima cosa che ho voluto fare è stata quella di offrire un regalo al mio pubblico, anche in occasione dei miei settant’anni. Ho messo quindi sulle piattaforme online un nuovo brano intitolato Kyrie[…]. (p. 172)

E DOMANI ARRIVERÀ. Il futuro p. 173

Nei MESI SCORSI HO ANCHE partecipato a un evento creato per omaggiare la figura del mio amico Franco Battiato, venuto tristemente a mancare nel maggio del 2021. all’Arena di Verona ho cantato la sua Il re del mondo con grande rispetto ed emozione, è stato un momento bellissimo che ricorderò per sempre. (p. 173)

RINGRAZIAMENTI p. 175

APPENDICE p. 177

*Libro ricevuto in dono da Jeannine Renaux