ALEJANDRO JODOROWSKY – LA DANZA DELLA REALTÀ [LA DANZA DE LA REALIDAD]

ALEJANDRO JODOROWSKY – LA DANZA DELLA REALTÀ [LA DANZA DE LA REALIDAD]
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Alejandro Jodorowsky definisce il denaro, in grado di corrompere gli animi al punto da far confondere ad alcuni la ricchezza con l’anima… La crisi del 1929…
Cile, 1930. Numerosi poveri avanzano in un arido deserto di pietre. Durante la marcia, molti muoiono…
Non c’è differenza tra morte e ricchezza, prosegue…
Da bambino, Alejandro si recava al circo frequentato dal padre, lo stalinista Jaime, padrone del negozio Casa Ukraina… Lui bambino timido ed introverso che teme quel padre autoritario e freddo che lo sospetta ingiustamente essere un omosessuale…Si sentiva estraneo a tutto, in una trama di soffocamento e di piacere…
La madre, Sara Prullansky, bellissima ebrea di origini russe, è fuggita a seguito della persecuzione dei cosacchi fino in Argentina, con il padre ai innamoratosi di una ballerina russa, morto in un barile di benzina durante la traversata… Lo chiama ora padre perché lo ritiene la di lui reincarnazione. E gli stessi capelli possiede infatti Alejandro…
Furente, dopo aver rissato con alcuni storpi, uno dei quali Alejandro aveva pietosamente in precedenza abbracciato, lo accompagna dal barbiere a tagliarsi i capelli… Sara si dispera: gli ha assassinato il padre…
Jaime fa poi superare alcune prove al figlio: quella del solletico e degli schiaffi in faccia. Lesionatogli un dente, lo accompagna dal dentista mentre i mutilati di strada sono portati via dalla polizia…
Dal dentista Alejandro, per accontentare il padre, è costretto a rifiutare l’anestesia per dimostrare di poter controllare come lui il dolore… E supera brillantemente la prova…
Più tardi ha modo d’apprendere gli insegnamenti di un teosofo…
Nel mentre, in negozio, il padre fa sesso con la nolente prosperosa moglie… Il coito è interrotto dal ritorno improvviso di Alejandro con le medaglie ricevute dal Teosofo. Il padre lo schiaffeggia, ritenendole porcherie… Dio non esiste, gli ripete mentre getta ciascuna di esse nel water… E, ovviamente, ancora una volta, il piccolo Alejandro si piega al bigottismo del genitore…
Ogni mercoledì lo osservava andare via. Dove? Da una grassa prostituta sua amante… Una sera, prende parte a una riunione di rivoluzionari con il nome di Juan Araucano, lui leader del gruppo…
Alla morte del cane mascotte dei pompieri di Tocopilla, dei quali il padre è componente, Alejandro viene nominato in sostituzione, con tanto di divisa da indossare… Ma lui chiede in cambio un paio di appariscenti scarpe rosse che regala poi a Carlitos, povero amico lustrascarpe. Il padre, ovviamente, la prende male, obbligandolo a riprendersele… Mentre è sdraiato su una panchina, scorge passare Carlitos, ormai cadavere, annegato dopo essersi avventurato tra gli scogli… Dopo le esequie, i compagni si divertono a masturbare falli di legno, mentre lui è l’unico a rimanere triste di fronte alla morte. Sta quasi per gettarsi in mare, ma una forza misteriosa lo trattiene. Rallegrati delle tue sofferenze. Quello che cerchi è già dentro di te, gli spiega lo Jodorowsky del futuro…
Durante un incendio, Alejandro partecipa alle operazioni, rimanendo sconvolto alla vista di uno dei pompieri che muore carbonizzato…
La visione del cadavere che gli parla, ne provoca lo svenimento durante la parata, per le ire del padre… Questi ritiene di poter essere considerato un vigliacco suo pari, così costretto per orgoglio a rassegnare le dimissioni…
Le proteste contro la siccità e il governo del colonnello Ibanez vengono soffocate nel sangue… Per dimostrare di essere più coraggioso dei pompieri, Jaime decide di distribuire acqua, ritrovandosi però con l’asino macellato. La folla pensa infatti unicamente al mangiare di oggi, piuttosto che all’acqua di domani… Umiliato e affranto, Jaime torna a bottega dove ha un malore prima dell’arrivo dei gendarmi che ne intimano la resa… Sara gli sale a cavalcioni, invocando Dio prima di urinargli sul viso e abbracciarlo… Jaime si riprende, disperandosi per non esser riuscito a salvare il popolo… Quando rialza la serranda, si trova di fronte non i funzionari ma i compagni di partito con i quali inizia a studiare il modo per far trionfare la rivoluzione… Sembrano trovare il punto debole di Ibanez nel suo cavallo…
Jaime saluta così la famiglia, salpando alla volta della capitale per uccidere Ibanez. Sulla nave viene attaccato da un giovane, figlio di un giornalista assassinato dal regime, che vuole passare alla storia e vendicare il padre. Jaime lo disarma, obbligandolo a riconoscerlo come leader… Ma, durante un’esibizione canina, scorto Ibanez e riconoscendolo a sé identico, Jaime si blocca, fermando poi il giovane che stava per ucciderlo e che, infine, si suicida… Scambiato per un eroico patriota, ottiene come ricompensa di divenire stalliere del presidente…
Don Achille, il vecchio stalliere, gl’insegna i segreti del mestiere, mostrandogli anche il favorito d’Ibanez, un meraviglioso stallone bianco…
Una notte, dopo una telefonata del colonnello che chiede di sellargli Bucefalo, Achille decide di porre fine alla sua vita terrena, al suo momentaneo transito terrestre, lasciandogli i vestiti affinché il cavallo non si accorga della sua assenza, facendosi seppellire vivo in una buca. Non dovrà dire nulla a Ibanez che, quasi sicuramente, non si accorgerà della sua assenza… Quando Ibanez arriva, va in estasi a cavalcare il suo magnifico cavallo, congratulandosi per le cure prestategli…
Resosi conto di star perdendo di vista l’obiettivo, Jaime lascia mangiare a Bucefalo delle piante per lui letali… Ibanex non può così far altro che piangere sull’amato animale morente. Mentre quello si dispera sul cadavere, Jaime estrae la pistola, senza riuscire tuttavia ad aprire il fuoco. Il colonnello lo vede ed equivoca, credendo voglia fargli dare con essa il colpo di grazia. Spara, poi incendia la fattoria, con Jaime a rimanere paralizzato e il militare a ritenerlo seriamente addolorato…
Nel mentre Alejandro ha un incubo… L’oscurità sta invadendo tutto e ci divorerà, dice alla madre… Lei lo invita ad avere fiducia in Dio, poi, pitturatolo di nero, si denuda, invitandolo a cercare una principessa bianca, lui ora parte della notte… Anche lei si tinge di nero e, insieme, ballano lungamente… Da allora non ha più avuto paura della notte…
L’indomani, scambiando Luchito, gemello di Carlitos, viene da questi scacciato. Lo segue in un malfamato bar di gay dove l’altro funge da lustrascarpe. Riconosciuto come ricco ebreo, viene fatto picchiare da Luchito. Torna così a casa tutto insanguinato. La madre gli insegna che, per sopravvivere, deve imparare a passare inosservato… Lo riaccompagna così al locale dove, nonostante si aggiri nei locali nuda, passa inosservata… Si spostano poi in riva al mare. Sputando su una pietra, potrà comunicare con il padre…
Jaime si risveglia in una baracca, di fianco a una deforme donna… Lo inseguono alcuni cani, poi la donna gli spiega che lo aveva trovato ormai privo di memoria e con le mani paralizzate… Gli ha scritto una lettera, a memoria di quella breve ma per lei intensa storia. Poi s’impicca, dato che, tornatagli la memoria, lo perderà… Jaime fugge via, con le braccia ora pitturate con i colori della bandiera cilena… Chiede aiuto a un prete, che gli lascia però una tarantola bollandolo come peccatore… Ragazze di un collegio lo scacciano, mentre trova infine rifugio da un vecchio falegname, José, che gli chiede di aiutarlo a levigare sedie da consegnare a breve. Le dita delle mani gli restano tuttavia serrate…
Con i soldi ottenuti da José per il lavoro prestato, oltre a quelli raccolti in chiesa alla consegna delle sedie, Jaime potrebbe iniziare un agevole viaggio di ritorno verso Tocapillo… Ma, commosso da tanta generosità, decide di lasciare tutto al pastore, incamminandosi a piedi e dandosi dell’idiota… Nelle strade sfilano alcuni filonazisti… Si unisce loro, ma viene percosso in quanto non può tendere le dita, scambiato per questo per un comunista. Picchia tutti i militanti presenti, obbligandoli a gridare benedetto sia don José, ritrovandosi però arrestato da due sopraggiunti militari… Viene sottoposto a torture, affinché riveli chi sia Don José… È tuo padre, tuo fratello, tuo figlio, sei tu, sono io, siamo noi, dichiara… Quando sta per essere ucciso con un colpo di pistola, suona un allarme misterioso che fa fuggire i carnefici e lui vomitare sangue… Irrompono alcuni militanti comunisti che lo riporteranno a casa…
Nel mentre Alejandro crede che il padre li abbia dimenticati, che non voglia più tornare a casa e che non gli abbia mai voluto bene… La madre gli fa allora ascoltare il cuore che batte forte nel suo seno: è in cammino per tornare! Quando hai una speranza, ascolta sempre il tuo cuore, conclude la donna che il ferito invoca a bordo dell’autoambulanza che poco dopo lo riconsegna all’affetto dei propri cari… Non merito il tuo amore. Ce lo avevo a tiro ma si sono paralizzate, dichiara mostrando le mani… Perde i sensi e lei lo riporta in casa, dichiarandolo la sua anima…
Nei giorni seguenti, Jaime non crede nella propria guarigione… La donna cerca di forzare il processo: via la gigantografia di Stalin sotto la quale si trova Ibanez sotto il quale si trova lui: un tiranno, questo che sente e che piange, questo sei tu. Ti amiamo per come sei ora, prosegue la donna. Per tornare quello di prima, deve sparare con il revolver che lei gli porge. Jaime lo fa e le immagini finiscono in fiamme…
La famiglia riprende una nuova vita. Alejandro, mentre si allontanano a bordo di un traghetto, si vede avanzare sul pontile, attorniato dalle figure che hanno abitato il suo passato…
“Sentire la separazione dal passato, atterrare in un corpo di adulto, sopportare il peso di dolorosi anni, ma nel cuore conservare il bambino, come un’ostia viva, come un canarino bianco, come un diamante degno, come una lucidità senza muri, porte e finestre aperte, da cui passa il vento, solo il vento, nient’altro che il vento”…