ALEANDRO JODOROWSKY – FANDO Y LIS (IL PAESE INCANTATO) + LA CRAVATE

ALEANDRO JODOROWSKY – FANDO Y LIS (IL PAESE INCANTATO) + LA CRAVATE

RARO VIDEO – RVD40153

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FILM

*** Tratto dall’omonima piece di Fernando Arrabal***

Distesa su un fianco una donna, Lis, mangia un fiore con sguardo svagato…

C’era una volta tanti e tanti anni fa un paese incantato chiamato Tar, sopravvissuto alla catastrofe che ha distrutto tutte le altre città. Esiste ancora, narra la voce fuori campo, e chi saprà trovarla vedrà realizzati i propri desideri e potrà raggiungere l’estasi…

L’ALBERO SI NASCOSE SOTTO LA FOGLIA

In una stanza si muovono Fando e Lis… Fando torna con la mente all’infanzia, a dialoghi filosofici con suo padre… “Se un giorno tu ti sentirai solo, va’ alla ricerca di Tar, il paese incantato”… Ed ora eccolo in marcia con Lis, paralitica, spingendola a bordo di un carretto tra paesaggi e personaggi surreali…

Raggiunti alcuni musicisti, mentre Fando viene portato via da alcune donne, Lis regredisce con la memoria… Assiste bambina a uno spettacolo di marionette. Il teatro è ormai vuoto e l’attore la porta dietro le quinte a “conoscere il mio mondo”… La piccola si trova così tra demoniaci impresari che vogliono farne una marionetta a vita, mimi e scatole cinesi, inquietanti giocolieri, attori smemorati e tre loschi figuri che l’abusano…

Fando intanto, bendato, è in balia dei giochi delle donne. Mentre ne tocca una è con un uomo che lo fanno baciare ridendo poi della sua frustrazione e pagandolo con alcune monete… Tra i rottami di auto Fando sfoga la propria rabbia prima di tornare da Lis. Viaggiano ora con un grammofono, un tamburo e l’orsacchiotto di Lis… Ardua la via per raggiungere Tar, della quale la voce fuori campo continua a descrivere la meraviglia…

Fermatisi sotto un albero, Lis canta una triste canzone “Io morirò e nessuno si ricorderà di me”, rincuorata da Fando che le dichiara di andarla a trovare al cimitero, cantando al funerale “Bello è andar giù sotto terra”… Sulle note del brano, i due amanti sono mostrati in assurde pose tra le tombe di un cimitero… Ripartono e Fando risponde a Lis di volerle bene ma di preferirla in vita piuttosto che morta…

FINE DEL PRIMO CANTO

TAR È NELLA LORO TESTA

Fando inizia a trasportare dietro la schiena Lis. Se Tar non esiste, vuol dire che lo inventeremo, dichiara Lis…

La marcia prosegue a bordo del carretto e Fando dichiara di voler fare di tutto per Lis… Lo sconforto li assale però ciclicamente. La città incantata mai alla loro vista giunge…

Fermatisi presso un dirupo che non riescono a superare, è uno strano individuo a indicargli la strada in una folle risata… L’uomo tenta di baciare Lis, poi mostra loro una donna da cui poppa latte regredendo a uno stato infantile. A lui Fando chiede se sia la strada giusta per Tar. Se volete lo è, spiega loro l’uomo prima di mostrargli alcuni uomini dormienti tra le fessure. Quando sentiranno il battito di un cuore sarà notte e allora tutti coloro che dormono cammineranno come fantasmi, dichiara. L’uomo si mette infine a dormire mentre i due giovani riprendono la marcia tra esseri che si destano da un fango primordiale, risvegliandosi al battito del cuore come dichiarato in precedenza dallo strano uomo…

Il viaggio prosegue dopo che Fando ha finto di abbandonare Lis nella pozza di fango… Più avanti le proclama amore eterno, ma ancora una volta la strada intrapresa sembra senza uscita. Lis cade  nello sconforto, innervosendo Fando che finisce per trascinarla prima di ricollocarla sul carretto e dichiarare di abbandonarla prima o poi. Lei ricomincia a piangere e lui se ne va… In cima a picco trova tre anziane donne intente a giocare a carte e che usano pesche in salamoia come fiches. A turno ne fanno mangiare a un uomo che giace su una sdraia seminudo, scambiandosi poi il nocciolo con un bacio. Fando, impaurito, riprende il cammino tra vecchie che gli lanciano contro le pesche, una negra con frusta che inizia a colpirlo mentre altre donne gli impediscono la fuga lanciandogli palle da bowling tra i piedi… Il ragazzo raggiunge una tomba, quella del padre. Sviene e, al risveglio, è costretto a prendere il posto del genitore che, riesumato, inizia a copulare con le donne presenti ripartendo poi con esse. Fando esce dalla tomba, ma il genitore non ascolta le sue suppliche allontanandosi definitivamente… Più tardi Fando si desta: è stato solo un sogno?… Riprende quindi il cammino…

Una scena mostra intanto Lis giacere sopra cumuli di teschi d’animali macellati…

Fando s’imbatte in un uomo che bacia una bambola prima di cercare d’introdurvi serpentelli vivi su un foro apertovi nel basso ventre con un coltello. Fando fugge ancora una volta via da quelle che possono ben essere rappresentazioni del proprio inconscio malato, personificazioni dei sette vizi capitali… Eccolo tornare da Lis…

FINE DEL SECONDO CANTO

L’UOMO SOLITARIO ERA SEMPRE IN COMPAGNIA

Lis si lamenta con Fando che in continuazione minaccia di abbandonarla, non credendo più alle sue promesse…

D’un tratto ecco apparire un corteo di travestiti che, dopo danze sfrenate, finiscono per travestire lo stesso Fando da donna e Lis da uomo… I due riprendono poi il cammino…

In una scena Fando e Lis si pitturano volti e corpi prima di scrivere sulle pareti i propri nomi e finire per rovesciare pittura ovunque tra grasse risate…

Fando e Lis incontrano sul proprio cammino un cieco che, accompagnato da un altro uomo, chiede del sangue in carità. Lis glielo dona, ma non è il cieco a berlo bensì l’accompagnatore… A imitazione di quello, Fando ne succhia un po’ dal braccio della ragazza…

Poco dopo una donna storpia che cammina con una rudimentale stampella raggiunge il solo Fando che le porge il braccio. Insieme s’imbattono in una donna che cammina all’indietro. Questa prende e porta via Fando, conducendolo al cospetto di una donna intenta a mangiare uova sode e che impersonifica sua madre. Fando è costretto a mangiare uova sode sulle sue ginocchia… Flash-back… Il piccolo Fando è costretto a baciare la madre morente, un’attrice che tiene più al proprio pubblico che al figlioletto… La donna spettacolarizza la propria morte, umiliando il marito al quale viene estratto dal petto un uccellino… Fine flash-back

Fando esegue le volontà della donna strangolandola con i suoi stessi capelli. Le toglie il trucco, poi l’accompagna fin nella tomba dove la ricopre con la terra. Lei gli lascia l’uccellino estratto dal petto del padre…

FINE DEL TERZO CANTO

E QUANDO VOLEVO SEPARARMI DA LEI MI RESI CONTO CHE FORMAVAMO UN CORPO SOLO CON DUE TESTE

Fando torna saltellando e cantando da Lis. Vuol fare l’amore, ma lei rifiuta ricordando gli abusi subiti a teatro… Lui la spoglia, poi le lega le gambe con una catena. Ormai pazzo, inizia a gridare e a percuotere il tamburo. Allontanatosi e nascostosi, può scorgere tre uomini, quelli degli abusi a teatro, circondare Lis. Fando esce allo scoperto, invitandoli a toccarla, abaciarla. I tre si allontanano però sentendo essere lei la sua fidanzata. Fando s’infuria insultando Lis come essere inutile e facendola piangere ancora…

Il cammino prosegue e Lis canta A Tar nessun giungerà. Di fronte all’ennesimo passo sbarrato, Lis cade nello sconforto. Fando ricorda di quando da piccolo gli venne estratta dalla nuca la pietra della pazzia. In una radura una scena inquietante. Uomini con imbuti in testa….

Lis riprende a lamentarsi dopo esser stata nuovamente legata con la catena. Teme ora di essere ammanettata e i suoi timori si rivelano fondati. Ma le manette non si chiudono e Fando se la prende con lei poi, ormai in preda a follia omicida dopo che lei gli ha rotto il tamburo, la uccide…

Poco dopo il funerale di Lis viene celebrato…

Fando cammina portando sulle spalle il corpo di Lis… Un cane porta un fiore e Fando, sulla tomba di Lis, distrutto dal dolore e dell’assenza dell’amata, si lascia lì morire per poter vivere con lei nell’aldilà… Finalmente liberi dai condizionamenti del corpo e della realtà materiale…

E QUANDO LA SUA IMMAGINE SCOMPARVE DALLO SPECCHIO, VI APPARVE LA PAROLA “LIBERTÀ”.

SCENE

SETUP

EXTRA

Commento audio del regista; La cravate; Documentario sul restauro; Intervista a Mario Sesti; Photogallery

LA CRAVATE

Un uomo si reca in un negozio di teste per cambiare la propria e riuscire a soddisfare la propria compagna, “padrona” matrona insoddisfatta del suo aspetto. Ci ripensa e casa ritorna con un solo fiore e la stessa testa di sempre, rimbalzando contro la di lei insensibilità al fiore, alle carezze, alle attenzioni rivoltele… Triste, l’uomo, pur di piacere all’amata, decide di tornare al negozio di teste per prenderne una nuova. E lo fa più e più volte poiché a lei nessun volto sembra piacere… Vorrebbe impiccarsi, ma desiste. Rivorrebbe ora il proprio volto, ma qualcun altro lo ha già preso… Si cerca allora tra i passanti, ma la sua testa è a casa della bella e dolce venditrice di teste che amorevolmente si prende cura di lui… Rovistando tra i rifiuti, attraverso una finestra l’uomo riconosce la propria faccia. S’introduce in casa della negoziante e finalmente può rientrare in possesso del proprio volto. Anziché voler piacere a tutti i costi a qualcun altro, opta saggiamente per amare chi quell’amore lo ricambia…

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