ALDA MERINI – IODORMO SOLA

ALDA MERINI – IODORMO SOLA
ACQUAVIVA – AGOSTO 2003

A cura di Giuseppe D’Ambrosio Angelillo

NON RIDO PIÙ
Non rido più da molto tempo
E forse nemmeno più
Mi rattristo:
non ho più cuore.
È così:
sono solo una bambina
che vorrebbe essere uno spettro,
senza più luce.
Solo il fioco lume
Di una candela
Che veglia un cadavere
Tra i mobili vecchi di casa.
Forse chiusa in un armadio
Avrò di nuovo un’anima
Che raccoglierà un fiore
Dal cielo
E mi farà di nuovo ridere
Con gli angeli
Mi farà di nuovo piangere
All’inferno,
che poi è sempre la stessa vita. (p. 44-45)

IL MANICOMIO

Il manicomio è un tamburo
Che s’inventa il metro
Di ogni pazzia.
Il manicomio è un mar morto
Dove Gesù cammina sulle acque
E nessuno lo riconosce. (p. 64)

DIETRO LA PORTA

Dietro la mia porta,
nel buio del corridoio,
si acquatta spesso un assassino.
Faccia nuda e rincagnata
Spalancata all’indifferenza
Assurdo pugno
Forgiato nell’acciaio,
e per le scale un respiro
affannoso,
sciabolata di luce lancinante
sul confine vivo
della mia umiliazione. (p. 65)

TI PENSO
Ti penso
E a ogni notte
Accendo il tuo volto
Sulla mia disperazione.
Io ti vorrei dare il mio amore
Ma la morte che mi regali tu
È più forte
Di tutta la mia vita. (p. 66)

NATALE

Natale di nuvola all’orizzonte
E uccello in volo
Nel cielo azzurro.
Natale senza soldi
E pieno di regali
Che non servono a niente.
La neve si scioglie
Sull’uscio delle banche,
non riconosce i figli
freddi come l’inverno
con le loro giacche di spine. (p. 68)