FEDERICO FELLINI – LA STRADA

FEDERICO FELLINI – LA STRADA

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*Film ricevuto in dono da Giulia D’Amico.
Il rude e insensibile saltimbanco Zampanò deve sostituire Rosa, morta improvvisamente, per i suoi spettacoli girovaghi. L’uomo offre diecimila lire per avere Gelsomina, ragazza ingenua, sensibile, un po’ pazzerella e spesso con la testa tra le nuvole, nonché sorella della defunta. La di lei madre dapprima preme affinché parta, poi si dispera al momento della separazione… Gelsomina è invece in parte contenta per la prospettiva di poter imparare un mestiere, cantare, ballare e girare il mondo…
A bordo di una motocarrozzetta i due iniziano a viaggiare per i paesi contadini che incontrano strada facendo. Peculiarità di Zampanò sono le prove di forza, come lo spezzare catene gonfiando la gabbia toracica… Durante le soste addestra Gelsomina, istruendola con il frustino su come eseguire un annuncio decente, coinvolgendola poi negli spettacoli come spalla per scenette e dialoghi…
Una sera, in una locanda, mentre sono intenti a mangiare dopo aver guadagnato molti soldi nel pomeriggio, Zampanò se ne va con una prostituta lì conosciuta lasciando da sola in strada la povera Gelsomina. Solo l’indomani, avvertita da una donna, lei raggiunge il campo dove l’uomo ha posteggiato il veicolo e si è messo a dormire con i postumi della sbornia della sera precedente…
Nel paese successivo sono ben accolti e invitati a mangiare in una fattoria da una vedova che, in cambio di sesso, regala a Zampanò gli abiti in disuso del suo primo defunto marito. Continuamente l’uomo zittisce Gelsomina, preoccupandosi unicamente di se stesso facendola piangere per la propria insensibilità. All’alba, mentre Zampanò ancora dorme, inizia a inveire contro di lui, annunciandogli la partenza per tornare a casa…
Aggirandosi per le strade senza scarpe e mantello, restituite a Zampanò, la donna arriva a sera nella piazza di un paese dove assiste alla stupefacente esibizione di un equilibrista, detto Il Matto… Giunta la notte, viene raggiunta da Zampanò che, dopo averla percossa, la obbliga a salire in lacrime a bordo della motocarrozzetta…
Al risveglio, in una radura dov’è sistemato il circo Giraffa, Zampanò ottiene il permesso dal proprietario, suo vecchio amico, di esibirsi assieme a Gelsomina durante lo spettacolo. La ragazza è felice di poter rivedere l’acrobata detto Il matto. Quello litiga sempre con Zampanò, disturbandolo anche durante le esibizioni, mentre affascina Gelsomina con la propria eccentricità e per le attenzioni che le mostra, insegnandole in particolare a suonare la tromba. Il sopraggiunto Zampanò li interrompe bruscamente durante una prova, dando poi il via a una rissa con Il matto dopo che quello gli ha rovesciato un secchio d’acqua addosso. In preda all’ira, l’energumeno lo insegue armato di coltello, finendo arrestato dai sopraggiunti carabinieri. La povera Gelsomina si ritrova nuovamente sola, riflettendo se accettare la proposta di unirsi al circo. La notte parla con Il matto, al quale racconta la propria avventura al seguito di Zampanò. L’uomo la tira su di morale, convincendola che tutto ha la propria importanza nel mondo, per fino i sassi e, quindi, anche lei. Se Zampanò l’ha fin lì tenuta con sé è perché non la considera inutile e, magari, le vuole anche un po’ di bene, solo com’è. Lui partirà, dato che il circo non lo vuol più tra i propri artisti. Il matto riaccompagna così Gelsomina fin davanti alla caserma dei carabinieri con la motocarrozzetta di Zampanò. I due si accommiatano dopo che lui le regala una collanina…
Uscito di prigione, Zampanò trova dunque ad attenderlo la dolce Gelsomina, che zittisce con un “potevi andarci” alla di lei esternazione “mi avevano offerto di andare con loro”…
Giunti in riva al mare, Gelsomina non riesce a resistere alla tentazione di raggiungere la battigia. Di lì ripartono dando un passaggio a una suora, fermandosi nel di lei convento per la sera… Prima di addormentarsi, lei gli chiede come mai la tenga con sé nonostante non sappia fare nulla. Potrebbe anche sposarlo, visto che stanno sempre assieme ma, ancora una volta, sgraziatamente Zampanò la zittisce… Svegliatasi in piena notte, la ragazza rifiuta di assecondarlo nel rubare piccoli medaglioni d’argento…
Al mattino i due ripartono, dopo che Gelsomina ha rifiutato l’offerta di rimanere in convento…
Più tardi s’imbattono nel Matto, intento a riparare una ruota bucata. Zampanò ne approfitta per vendicarsi, prendendolo a pugni. Fatti pochi passi, Il matto si accascia però al suolo, morto per aver sbattuto la nuca contro la carrozzeria della propria auto dopo un pugno ricevuto. Cinico come sempre, Zampanò si disfa del cadavere gettandolo sotto un ponte assieme alla di lui autovettura per simularne la morte in un incidente stradale. Come se nulla fosse, eccolo riprendere la marcia subito dopo ed esibirsi nel successivo villaggio. Ma, scossa, dall’omicidio cui ha assistito, la ragazza non è d’ausilio dando segni di squilibrio nel ripetere all’infinito “Zampanò, il matto sta male”… Zampanò continua ad occuparsi di lei per alcuni giorni, abbandonandola infine ai piedi di un villaggio alpino per via della pazzia che l’ha ormai colpita… Riprende quindi da solo a vagabondare con il proprio veicolo e spettacolo itinerante…
Anni dopo, in un paesino dove si esibisce al seguito di un circo, ascoltando il motivetto che una donna canticchia mentre raccoglie il bucato, riconoscendone il brano che tanto piaceva a Gelsomina, Zampanò le chiede dove lo abbia imparato, apprendendo con tristezza che la ragazza è morta. La sera si ubriaca in un’osteria per lenire il dolore per la morte di Gelsomina. Cacciato dal locale, finisce per fare a pugni, ritrovandosi infine in riva al mare. In lacrime si dispera sulla sabbia, devastato dal senso di colpa e da una incolmabile solitudine…

*Stupendo e toccante film…