BRUNELLO RONDI E PAOLO HEUSCH – UNA VITA VIOLENTA

<iframe src=”https://rcm-eu.amazon-adsystem.com/e/cm?t=ilmioblo-21&o=29&p=8&l=as1&asins=B00ABXSUWQ&IS1=1&ref=tf_til&fc1=000000&lt1=_blank&m=amazon&lc1=0000FF&bc1=FFFFFF&bg1=FFFFFF&f=ifr” style=”width:120px;height:240px;” scrolling=”no” marginwidth=”0″ marginheight=”0″ frameborder=”0″></iframe>
BRUNELLO RONDI E PAOLO HEUSCH – UNA VITA VIOLENTA

MENU

FILM – SELEZIONE SCENE – EXTRA (Commendo audio a cura di Umberto Rondi; Inervista con Stefania Parigi; Intervista con Umberto Rondi; Intervista con Luciano Emmer; Trailer) – SOTTOTITOLI – CREDITS

Roma. Periferia… Tommaso Puzzilli viene cercato da un amico, Lello, ma non è in casa… Può trovarlo intento a ballare con una bella ragazza nella sede del Partito Comunista. Dopo aver scherzato un po’, il ragazzo fa indispettire i presenti sfoggiando una foto di Mussolini, poi passa vicino a Tommaso sputando in terra. Il ragazzo esce unendosi alla banda che, poco dopo, riceve l’incarico da parte di un destrorso che li paga per attaccar briga in un cinema durante la proiezione di un film partigiano, Il generale della Rovere. La sera, dopo l’escursione, Lello, Tommaso e gli altri battibeccano con tre comunisti nella trattoria dove sono andati a mangiare la pizza… Di notte, rubata un’auto, decidono di girare un po’ in cerca di qualche facile guadagno. Trovata una coppia appartatasi in un’auto lussuosa, derubano l’uomo e violentano la donna. Felici del bottino ottenuto, vanno a rapinare un benzinaio. L’arrivo di una macchina li obbliga però a caricare il benzinaio a bordo. Il garzone ha solo ottomila lire e così lo buttano in una scarpata dopo averlo pestato…
Dopo aver fatto baldoria in piazza, Tommaso mostra una sensibilità impensabile per un balordo, ricordando con nostalgia le gesta delinquenziali compiute assieme a Lello, con il quale passa la notte su una panchina. All’alba si mettono in cammino. Mentre Tommaso si ferma ad ammirare un’attrice che campeggia sul manifesto di un cinema, Lello corre per prendere il tram finendo da quello investito…
Tommaso conosce e s’innamora della bella Irene dopo averla vista durante un accalappiamento. L’indomani riesce a uscirci insieme portandola al cinema. Lei è una brava ragazza e rifiuta di amoreggiare…
Tommaso si è innamorato per davvero e arriva a chiedere a due amici cantori di fare una serenata alla ragazza. Ma gli chiedono duemila lire. La notte Tommaso segue una prostituta che malmena e rapina… La sera seguente eccolo con i cantori sotto casa di Irene, ma la ragazza non s’affaccia… Due uomini iniziano a infastidirli, ne nasce una colluttazione che Tommaso conclude con una coltellata. L’indomani viene arrestato…
Dopo diciotto mesi di reclusione, Tommaso viene scarcerato. Il quartiere è cambiato, modificato dalle nuove case popolari ivi edificate. Edifici tutti uguali, alienanti…
Tommaso va a trovare il parroco che ha permesso alla sua famiglia di ottenere la casa popolare, comunicandogli di volersi sposare con Irene. Il curato gli promette di trovargli un posto di lavoro…
Uscendo con Irene, le spiega di volersi recare a casa sua per chiederla in sposa. Sul marciapiede scorge Lello mutilato e il figlio ridotti a chiedere l’elemosina. Cambiano quindi strada. Potrebbe iscriversi alla DC per sistemarsi ulteriormente, dichiara… Tornando a casa lo coglie un attacco di tosse, poi un secondo mentre sta pomiciando con la ragazza. Irene si accorge che ha la febbre, ma lui s’inalbera dicendo che lei è cambiata. Insinua che abbia fatto dei favori sessuali per avere il posto di lavoro, schiaffeggiandola dopo aver saputo che, durante la sua detenzione, ha parlato con un ragazzo… Dopo aver salutato Irene, Tommaso osserva un gruppo di giovani balordi che deridono un povero barbone. Un nuovo attacco di tosse lo coglie, ma stavolta con sanguinamento…
Tommaso viene accompagnato in sanatorio da Irene e dalla madre. Nega ovviamente di essere malato… Subito fa l’incontro con la morte e con l’impegno politico degli altri malati… Sul letto della camera assegnatagli, si abbandona a un pianto disperato…
L’indomani viene svegliato dall’avviso fonico del direttore della struttura che detta i provvedimenti volti alla repressione della rivolta dei degenti, repressione attuata dalla polizia. Ma i capi della rivolta non cedono protraendo le proteste… Tommaso, intento a mangiare in sala mensa, all’uscita dei poliziotti aiuta uno dei fuggitivi a mettersi in salvo sui tetti…
Nei giorni seguenti vengono arrestati diversi degenti. Tommaso viene incaricato di portare cibo ai due ultimi latitanti, per puro spirito di sfida. Ormai sorvegliato, avvisa i due della mancata presenza di guardie sul retro. Possono così fuggire. Lui deve invece restare e guarire…
Dimesso dopo mesi, Tommaso si prende l’acqua della piovosa giornata. Al bar Zucabbo propone di andare al lago di Pietralata. La pioggia, trasformatasi in nubifragio, ha infatti allagato le baracche ancora presenti nel quartiere periferico. Sfottono gli sfollati, poi Tommaso va a salvare una donna rimasta sul tetto, per fare il gradasso con i compagni… Dopo il salvataggio Irene lo trova al bar, delusa del suo non esser tornato subito a casa. Rincasando, le dichiara di volersi presentare al padre e di iscriversi al PCI, intenzione maturata dopo la degenza in sanatorio. Ma la ragazza ritiene che la DC dia maggiori opportunità, soprattutto per l’assegnazione di una casa popolare…
La pioggia e gli sforzi incidono sul fisico già debilitato dell’appena dimesso Tommaso che, in breve, si aggrava. Irene e gli amici sono tristi, piangono al suo capezzale. Lui indossa la maschera del duro, intimandogli di andarsene a godersi la domenica. “Diteme almeno: Addio Tomà”… La morte, inevitabile, sopraggiunge per il sottoproletario delinquente che invano ha tentato di elevarsi dalla propria condizione… “Niente mà, che devo da volè”, le sue ultime parole alla madre prima di morire…