UMBERTO ECO ED EUGENIO CARMI – TRE RACCONTI

UMBERTO ECO ED EUGENIO CARMI – TRE RACCONTI
BOMPIANI – Collana TASCABILI BOMPIANI n.1317 – I ed Ottobre 2015

LA BOMBA E IL GENERALE (1966) p.5

Un generale accumula bombe in soffitta. Le utilizzerà per far carriera durante la guerra che provocherà con esse…

E il nostro generale riempiva di bombe il suo solaio. “Quando ne avrà tante” diceva “farò scoppiare una bellissima guerra!” (p.16)

Un atomo è triste, rinchiuso in uno degli ordigni, conscio di dover essere utilizzato per arrecare danno e distruzione. Come lui gli altri atomi rinchiusi nelle altre bombe ammassate dal generale in soffitta…

“Ebbene, il nostro atomo era triste perché era stato messo dentro a una bomba atomica. Insieme ad altri atomi aspettava il giorno in cui la bomba sarebbe stata lanciata ed essi si sarebbero spezzati, distruggendo ogni cosa.” (p.14)
Gli atomi chiusi nelle bombe erano molto tristi.
Per causa loro ci sarebbe stata una immensa catastrofe […] (p.18)

E così gli atomi decidono di ribellarsi, uscendo dalle bombe e rifugiandosi in cantina…

E così decisero di ribellarsi al generale. E una notte, senza far rumore, uscirono quatti quatti dalle bombe e si nascosero in cantina. (p.22)

L’indomani il generale passa in rassegna le bombe, convinto dai finanziatori a far finalmente scoppiare un conflitto… Dichiara la guerra, sgancia le bombe ma… queste, prive di atomi, non esplodono! L’atterrita popolazione, felice per lo scampato pericolo, le usa per farne dei vasi mentre il pacifismo ne riempie gli animi…

E dichiarò la guerra. (p.26)
Ma quando le bombe caddero, vuote com’erano, non scoppiarono affatto! E la gente, felice per lo scampato pericolo (non gli pareva vero!), le usò come vasi per fiori. (p.32)

Licenziato e ormai in miseria, il generale si ritrova a fare il denigrato portiere di un albergo…

E il generale? Dato che non c’erano più guerre, venne licenziato.

E per utilizzare la sua divisa piena di galloni, diventò portiere in un albergo. (p.36)
Perché ormai non contava più nulla. (p.38)

I TRE COSMONAUTI (1966) p.41

Tre cosmonauti (un americano, un russo e un cinese) partono con i rispettivi razzi alla volta di Marte, puntando ad essere i primi a colonizzare il pianeta dimostrando così la propia abilità e quella della nazione d’appartenenza…

Un bela mattino partirono dalla Terra, da tre punti diversi, tre razzi.
Sul primo c’era un americano. […]
Sul secondo c’era un russo[…]
Sul terzo c’era un cinese[…] (p.50)
Tutti e tre volevano arrivare primi su Marte, per mostrare chi era il più bravo. (p.52)

Ma i tre arrivano di fatto quasi in contemporanea…

Siccome tutti e tre erano bravi, arrivarono su Marte quasi nello stesso momento. (p.54)

Si guardano intorno, ma diffidano l’un dell’altro trovandosi differenti…

I cosmonauti guardavano il paesaggio, si guardavano l’un l’altro, e se ne stavano ciascuno in disparte, diffidando l’uno dell’altro. (p.58)

La notte però, invocando la mamma nel guardare con nostalgia alla Terra, capiscono di essere uguali e di provare i medesimi sentimenti…

Poi venne la notte.[…]
Allora si fecero coraggio e attendendo il mattino impararono a conoscersi. (p.60)

Al mattino la comparsa di un marziano, orribile al loro sguardo, li fa unire ancor di più con l’intento di annientare il nuovo giunto… Impossibile per loro capirlo e amarlo…

Infine venne il mattino: faceva molto freddo. E improvvisamente da un ciuffo di alberi uscì un marziano. A vederlo era davvero orribile! (p.62)
Era così diverso da loro che non erano capaci di capirlo e di amarlo. Si sentirono subito d’accordo e si schierarono contro di lui.[…]
Capirono che erano tutti e tre esseri umani. L’altro no. Era troppo brutto e i terrestri pensavano che chi è brutto è anche cattivo. Così decisero di ucciderlo coi loro disintegratori atomici. (p.64)

Ma un uccellino cade dal nido, provocando un moto di compassione nei terrestri… ma anche nel marziano! Che, commosso, lo raccoglie cercando di riscaldarlo. Ha dunque i loro stessi desideri. L’intento di eliminarlo svanisce nei tre umani che lasciano che l’alieno stringa loro la mano prima della ripartenza…

I terrestri avevano ormai capito la lezione: non basta che due creature siano diverse perché debbano essere nemiche. (p.72)
Avevano capito che sulla Terra, come sugli altri pianeti, ciascuno ha i propri gusti, ma è solo questione di capirsi a vicenda. (p.74)

GLI GNOMI DI GNÙ (1992) p.77

L’imperatore terrestre brama dalla voglia di scoprire nuove terre da colonizzare e civilizzare. Ma sulla Terra tutto è ormai stato scoperto e allora eccolo inviare nello spazio un esploratore galattico… Dopo lungo vagare, giunto ai confini della Galassia, l’esploratore raggiunge infine un grazioso pianeta abitato da laboriosi gnomi ambientalisti, Gnù. Atterrato, gli gnomi gli si fanno incontro accettando di farsi colonizzare. Vogliono però osservare cosa sia la civiltà di cui parla l’esploratore. Tramite il cannocchiale vedono però solamente inquinamento e malattie, proponendosi infine di colonizzare loro la Terra per farla rinascere in assenza di inquinamento. Ma il Primo Ministro, ascoltata la proposta dell’esploratore, rifiuta… Forse è il caso, azzarda il narratore, di far noi terrestri quanto avrebbero fatto gli gnomi…

Ma se anche non venissero, perché non ci mettiamo noi a fare quello che avrebbero fatto gli gnomi di Gnù? (p.110)