PIERRE DRIEU LA ROCHELLE – NIENTE DA FARE / LA DONNA CON IL CANE

PIERRE DRIEU LA ROCHELLE – NIENTE DA FARE / LA DONNA CON IL CANE
VIA COL VENTO EDIZIONI – I ed. Dicembre 2007
Copia n.826 di 2000

TRADUZIONE: Valentino Durante e Séverine Fluckiger
POSTFAZIONE: Massimo del Pizzo

NIENTE DA FARE
(Rien n’y fait) p.3

In casa di Rosita, Gille e Jerome catturano l’attenzione di tutti i presenti discutendo sui vizi umani e sulla gelosia in particolare… Incitato dall’approvazione della padrona di casa, Gille racconta una storia che lo ha visto protagonista anni prima al fine di avvalorare la propria tesi… Allora trentenne, Gille conosce in Marocco la bella Rosita con cui intrattiene una relazione di due mesi. Al momento del ritorno a Parigi, lei lo invita a stare nel suo appartamento parigino. E così, rincasando in quella casa non sua dopo il lavoro, a poco a poco nel grigiore di una monotona vita, Gille vede crescere in sé la gelosia, interrogando sempre più di frequente Rosita sui suoi precedenti amanti, in particolare su un tale Antonio… Una sorta di generosa dolorosità quella del geloso, convinto della necessità dell’amata di avere amanti… Ballerino, l’uomo aveva dilapidato per lei tutto il patrimonio, finendo per farla prostituire, tradendola e picchiandola… Con il tempo Gille si interessa sempre meno di Rosita che, si accorge, lo sta allontanando dagli amici, fino a che la donna, ripartita per il Marocco, vi muore di febbre… Due anni dopo Gille s’imbatte proprio in Antonio che, ubriaco, gli rivela la tristezza per la perdita di Rosita perfino per lui che è ora un ereditiere. L’uomo gli rivela inoltre di esser stato con Rosita che credeva venisse tradita da Gille con la signora Paquel… Entrambi si scoprono gelosi l’un dell’altro…

LA DONNA CON IL CANE
(La femme au chien) p.17

Un uomo d’affari, triste e solo, si ritrova spesso in Costa Azzurra per motivi di lavoro (cinema), località che non ama affatto… Una mattina, sfruttando il tiepido sole di mezzogiorno, si cimenta in una camminata che lo porta a imbattersi in una donna con un cane al guinzaglio. Dall’indomani, in albergo, la voce di una donna che parla a qualcuno (che non gli risponde) lo coglie al risveglio mattutino…

Nel silenzio della mia solitudine, ascoltavo lo strano mormorio umano come il tic-tac amplificato del mio cuore. (p.20)

Prigionieri delle ore, delle necessità quotidiane – il sonno, il bagno, il cibo. E queste quattro mura non sono altro che le mura dell’io, da dove non si esce mai, dove ogni volta si rientra. […]
La mia ansia non era per un essere in particolare. A che pro conoscere una vita in più? Una vita in più o in meno. Un aneddoto fra tanti altri. (p.21)

Curiosità mista a gelosia lo assale infine, portandolo ad aprire la porta in contemporanea alla misteriosa parlatrice: è la donna con il cane!… L’amore poco impegnativo che la donna profonde nei confronti del muto animale quasi lo indispettisce… Una mattina chiede informazioni sulla donna in portineria, scoprendo essere quella una triste ereditiera di nome Rosay…

NOTA AL TESTO
Di Massimo Del Pizzo p.29

BIOGRAFIA p.32