PIER PAOLO PASOLINI – UCCELLACCI E UCCELLINI

PIER PAOLO PASOLINI – UCCELLACCI E UCCELLINI
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PRESENTAZIONE DI STEVE DELLA CASA – PLAY – SCENE – SOTTOTITOLI – EXTRA – CREDITI

Marcello e suo figlio Ninetto vagano per le strade dell periferia romana. Frivoli i loro discorsi, fino all’arrivo al bar Las Vegas, dove giovani sono intenti a ballare…
In via Benito la Lacrima disoccupato, si uniscono a un crocchio intento a curiosare all’esterno di una casa nella quale si è consumato un delitto. Ninetto ne approfitta per andare a trovare una ragazza che gli piace e che invita ad uscire nel week-end. Poi lei va via per prender parte a una recita, mentre Ninetto chiede un bacio a un’altra ragazza con la quale ha avuto una storia. Tornato in via La Lacrima, fa in tempo ad assistere al trasporto in barella del cadavere della donna assassinata…
Ripreso il cammino, parlano di morte, argomento non gradito allo scaramantico Marcello… Come dal proverbio che cita, per il povero la morte è peggiore che per il ricco…
Attraversando un ponte, al suono di Fischia il vento, un corvo nero, intellettuale di sinistra di prima della morte di Togliatti, richiama la loro attenzione chiedendogli di potersi unire alla marcia. E con loro, eccolo procedere, cercando di prevedere il motivo del loro camminare. Giù in fondo, risponde Marcello enigmaticamente…
Si sbeffeggiano vicendevolmente, poi il corvo loda la loro umiltà, semplicità e serenità nell’affrontare una vita di stenti ed espedienti. Decide loro di raccontare una storia di Uccellacci e uccellini verificatasi nel Duecento…
Frati francescani. Due di loro, Ciccillo e Ninetto, sono incaricati da San Francesco d’evangelizzare i falchi altezzosi e i socievoli passeri. Nonostante lo scetticismo iniziale, soprattutto di Ninetto, e le irriverenze di alcuni giovani sbandati, passato perfino un rigido inverno, al ritorno della bella stagione gli animali sono infine convertiti dopo aver trovato la chiave per comunicare dapprima con i falchi e poi con i passeri (Ciccillo dovrà rifiutare la santificazione tributatagli dagli abitanti del borgo presso il quale si sono fermati per l’opera di conversione)… Felici per l’impresa compiuta, i due frati si rimettono in cammino, ma le due specie restano nemiche, divise in classe, vanificando così tutto. Francesco li invita a riprendere l’opera d’evangelizzazione fino al superamento delle suddette divergenze di classe… Fine del racconto…
Ninetto e il padre avanzano ora nei campi, sempre seguiti dal corvo. In uno di essi il proprietario e alcuni collaboratori gli intimano di allontanarsi. Totò si azzuffa con quelli, arrivando a prenderli a cinghiate. Ma la moglie del possidente spara loro con un fucile dalla vicina cascina. I due sono così costretti a fuggire, accompagnati nella corsa dalle parole saccenti e altisonanti del corvo, imbevuto di marxismo e pacifismo…
Più tardi eccoli a cercare di farsi pagare dalla famiglia poverissima e umile che vive presso un casolare e alla quale ha prestato soldi Marcello. Urlando contro il prossimo arrivo dei cinesi, la donna dichiara di non avere più nulla e di far dormire i figli per non sentirli reclamare il cibo che non ha (sono talmente poveri da dover mangiare i nidi delle rondini)… Gli toglierà la terra e il casolare… Il corvo biasima il loro operato…
Marcello e Ninetto arrivano al cospetto di quattro attori itineranti e del loro improbabile impresario partenopeo, fermi sulla carreggiata con la loro Cadillac a chiedergli una spinta. Ma il veicolo, nonostante gli sforzi profusi, si ferma poco dopo… Numerose persone si avvicinano al gruppo che, così, allestisce in breve uno degli spettacoli con in sottofondo Fischia il vento. Durante l’esibizione, l’attrice, incinta, ha le doglie e partorisce una bambina congratulata da tutti nonostante la povertà… Tanto l’abbandoneranno, la piccola Benvenuta, alla prima chiesa che incontreranno. Gli attori ripartono con l’auto ora funzionante, mentre il Corvo ride invitandoli a leggere cosa c’è scritto sulla scatoletta che l’attore afro ha venduto a Marcello per mille lire come pomata antifungo, mentre invece è un anticoncezionale. Il Corvo denuncia la sovrappopolazione, causa di povertà e fame nel mondo. Marcello, padre di diciotto figli, se ne va ridendo, cantando e ballando con il vacuo Ninetto, sempre seguiti dal volatile…
Un camper sede del primo congresso dei dentisti dantisti li vede ospiti inattesi. Incomprensibili per loro i discorsi aulici e pedanti in essi profferiti, ma lo scopo della loro visita ben presto si palesa: parlare con “l’ingegnere” con il quale Marcello ha un debito da saldare. All’uomo snocciola scuse su scuse, come la donna del casolare aveva fatto prima con lui, false però a differenza di quella. L’ingegnere, ovviamente, non ne vuole sapere di concedergli una delazione…
Di corsa si allontanano per salire su un bus, sempre inseguiti dal corvo. Ma il veicolo parte, costringendoli a fermarsi in attesa del prossimo in una strada che reca la distanza in chilometri da Cuba…
Tornati a Roma, i due s’imbattono nel corteo funebre di Togliatti, poi si ritrovano a camminare ancora in una deserta strada che passa per i campi, con il corvo ancora a seguirli e parlargli. Ammirano la prostituta Luna, poi, cento metri dopo, Marcello simula un mal di pancia tornando indietro di nascosto per appartarsi con lei in un campo. Raggiunto il Corvo e il figlio, anche Ninetto simula il suo stesso malessere al ventre per far sesso con Luna… Tornato Ninetto, la marcia riprende. Il Corvo straparla e così Marcello comunica al figlio di volerlo uccidere e mangiare. “Tanto se non ce lo mangiamo noi, se lo mangerà qualcun altro”, proclama Marcello prima di mettere in atto il suo proposito… Il tramonto è ormai giunto, e i due si allontanano camminando al centro della carreggiata con lo stomaco pieno della carne del pennuto…