OFELIA E IL TEATRO DELLE OMBRE

OFELIA E IL TEATRO DELLE OMBRE
OFELIA E IL TEATRO DELLE OMBRE

OFELIA E IL TEATRO DELLE OMBRE
MONDADORI – Collana JUNIOR II – ed 1998

TRADUZIONE: Glauco Arneri
ILLUSTRAZIONI: Adelchi Galloni

In una piccola vecchia città vive l’anziana signorina Ofelia, che i genitori avrebbero voluto attrice di teatro. Di lì la scelta del nome… Ma Ofelia cresce e attrice famosa non diventa, pur lavorando nel teatro cittadino come suggeritrice… Passano gli anni e a teatro van sempre meno persone. La sera dell’ultima rappresentazione la donna resta nella “buca” ben oltre la fine dello spettacolo. Lì scorge un’ombra che, incredibilmente, parla e non appartiene a nessuno. Poveraccia il suo nome, una di quelle ombre in sovrappiù che nessuno vuole. Impietosita e a lei accomunata da una vita di solitudine, decide di prenderla con sé…
Qualche tempo dopo, in chiesa, l’ombra Tremebonda le si palesa chiedendole di esser adottata… e Ofelia accetta… Ogni giorno che passa la donna ne accoglie una nuova, ritrovandosi in breve la casa piena di esse. Ma le ombre litigano e così decide di placarle insegnandogli i testi delle tragedie e delle commedie utilizzate per anni per lavoro… E le ombre imparano e recitano per lei e con i suoi suggerimenti, rifugiandosi di giorno nella sua borsetta… Ma la gente mormora, la trova strana e il padrone di casa la obbliga ad andarsene raddoppiandole l’affitto… La donna parte in treno con i pochi effetti personali posseduti, fermandosi infine in riva al mare dove, sulla spiaggia, si addormenta. Le ombre decidono di aiutarla e al risveglio le espongono il piano: recitare i testi imparati. Grazie a un lenzuolo la prima rappresentazione ha luogo e qualche spicciolo viene lasciato dai pochi divertiti spettatori… Da lì in avanti viaggia di villaggio in villaggio con la sua compagnia di ombre, “Il teatro delle ombre di Ofelia”, che immenso successo riscuote in ogni dove…
In giro per il mondo con una vecchia auto comperata, un giorno Ofelia si ritrova bloccata nella neve. Un’ombra gigantesca le si palesa, Morte il suo nome. La vecchina la accoglie ugualmente, ritrovandosi dopo il di lei abbraccio in Paradiso. Lì le ombre si son trasformate in angeliche anime salve che l’accompagnano nel Teatro di luce di Ofelia dove recitano i testi imparati e che lei suggerisce affinché non s’impappinino…