MAURO SINIGAGLIA – I POETI DELLA RIVOLUZIONE

 

MAURO SINIGAGLIA – I POETI DELLA RIVOLUZIONE

ACQUAVIVA – GIUGNO 2005

 

PREMESSA

Di Marco Gramigni p. 5

VI

Anche allora era meglio

Un bicchiere di vodka,

una sana bisboccia in un tugurio,

magari un revolver alla tempia,

che gli applausi e le grinfie del prossimo

dietro un’occulta regia.

E poi l’Arte riportava il silenzio,

qualche grammo d’inatteso stupore.

Oggi si vive per nulla,

si muore per meno.

Pure questo è un talento

Che richiede passione… (p. 19)

 

XII

La macchina era il segno dei tempi,

la scure che avanza

e germina un uomo

finalmente libero da vane incombenze,

dalle sue gambe,

“Targa dispari o pari?”,

onde evitare problemi si comprano entrambi;

per aggirare i blocchi del traffico,

se ne raddoppia la mole

per non doversi fermare…

I pensieri, come le gambe,

vanno in cancrena

dentro uno stretto abitacolo,

in lunghe file d’acciaio. (p. 28)

 

XIII

Ma anche il dissenso

Ha il fiato corto e le gambe,

l’effetto di una bolla nell’acqua.

Evapora

Presto

Con qualche panno steso a asciugare,

dopo pochi minuti di sole.

I pendolari riprendono il viaggio

Liberando i binari,

lasciano a sorti migliori

santi e puttane,

al capolinea dei sogni. (p. 30)

 

XIV

 

Mille e più manoscritti

All’indirizzo sepolto,

mille e più poeti che brucano versi

come mughetti

e poi mi chiedono lumi.

Amici miei,

la poesia non è latte da mungere

alle mammelle dell’infinito,

non chiude bottega

alle prime luci dell’alba,

alla quinta ristampa,

o ai primi articoli di critica,

la poesia è un ventre operaio

che non si sazia di sé

che continuamente figlia speranze

e le divora,

è un orizzonte

che scarta quando si tenta la presa,

è creta,

è sapone.

Non l’afferri,

lava via la noia. (p. 31)