LUIS SEPULVEDA – L’OMBRA DI QUEL CHE ERAVAMO

LUIS SEPULVEDA – L’OMBRA DI QUEL CHE ERAVAMO
LUIS SEPULVEDA – L’OMBRA DI QUEL CHE ERAVAMO

LUIS SEPULVEDA – L’OMBRA DI QUEL CHE ERAVAMO

TEA – Collana TEADUE n. 1861 – 2010

TRADUZIONE: Ilide Carmignani

1 p. 11

Santiago. Un sessantenne, detto “lo specialista”, esce di casa con una pistola e un biglietto in tasca per di raggiungere i compagni con i quali compiere un’ultima azione. Ricorda i trascorsi del nonno rivoluzionario suo omonimo…

“Sono l’ombra di quel che eravamo, ma finché c’è luce esisteremo” mormorò prima di chiudere la porta. (p. 15)

2 p. 16

Cacho Salinas, altro membro del gruppo, si ferma in una rosticceria per acquistare i polli su ordine di Lolo Garmendia. In attesa che spiova, ha modo di bere e ascoltare il racconto del titolare, comunista ed ex esule…

3 p. 23

Una donna, Concepction Garcia, dopo l’ennesimo litigio con il marito, Coco Aravena, un tempo rivoluzionario, in preda all’ira per il prossimo sfratto, lancia un giradischi e libri dalla finestra. L’apparecchio finisce però sulla testa di un uomo di passaggio, uccidendolo… Quando Coco si accorge di quanto accaduto affacciandosi alla finestra, scende in strada constatando la morte dell’uomo che ritiene sia un poliziotto trovandogli addosso una pistola e un biglietto…

4 p. 29

Cacho arriva con i polli acquistati all’ex officina meccanica di Lucho Arancibia, nel mentre alle prese con i cruciverba dell’edizione domenicale del Mercurio, sui quali, lui solito parlare da solo per le botte ricevute dalla polizia, inserirebbe definizioni legate ai misfatti del regime militare, lui che ha peraltro visto uccisi i due fratelli… Con tristezza ricordano la giovinezza e l’impegno politico, per anni entrambi esuli…

5 p. 37

Concepcion Garcia resta in stato di choc, ripensando al felice periodo dell’esilio trascorso a Berlino, nulla a che vedere con la vita meschina costretta a condurre a Santiago. Coco sistema la finestra, convincendo la moglie a uscire per andare a denunciare il furto di alcuni elettrodomestici, elaborando anche un alibi… In strada, intanto, il giradischi, i libri e le scarpe del defunto sono stati rubati…

6 p. 41

Salinas racconta l’origine della propria avversione per i polli quando, nel 1971, nominato commissario del popolo, era stato incaricato di gestire un’azienda avicola occupata…

7 p. 49

L’ispettore Manuel Crespo viene informato dall’agente Adelita Bobadilla del rinvenimento del cadavere di tale Pedro Nolasco Gonzalez, lo “specialista” atteso dalla banda, morto per una ferita alla testa… L’ispettore lo conosceva bene, autore di audaci azioni ecologiste e nipote di un nonno anarchico autore di una rapina in banca…

All’obitorio ispezionano il cadavere e Crespo si convince essersi trattata di una morte accidentale. A conferma della propria tesi rinviene la puntina di un giradischi dietro l’orecchio…

8 p. 57

Lolo Garmendia arriva all’officina, lui che era stato rintracciato tramite un annuncio da Salinas, entrambi ex combattenti dell’ELN… Lolo racconta di essersi ritrovato, durante l’esilio, nella sconcertante Romania di Ceausescu… I tre aspettano l’arrivo dello “specialista” per compiere una rapina in banca…

9 p. 69

Coco si arrovella per elaborare un alibi convincente, fallendo per via della fervida immaginazione derivante dalla sua passione per il cinema… La moglie, intanto, ubriacatasi, si addormenta…

Coco si appropria della pistola e telefona al numero scritto sul foglio ritrovato sul cadavere. Chi gli risponde gli dà appuntamento all’officina Arancibia…

10 p. 77

Concepcion riprende i sensi grazie a un caffè preparatole da Adelita. Crespo la interroga e lei, confusa dai ricordi dell’amata Berlino e la frustrante vita condotta a Santiago dal suo incontro con Coco, indolente ed esaltato… La donna confessa in breve, inizialmente non creduta. Mostra poi la casa e descrive quanto accaduto con esattezza. L’indomani dovrà presentarsi in centrale e forse sarà arrestata per omicidio colposo. Ma la donna si ricorda di un dettaglio importante: la pistola sottratta al cadavere non c’è più e di Coco si son perse le tracce…

11 p. 85

Lo scambio di mail che ha convinto Lolo a unirsi al progetto di rapina…

12 p. 93

Credendosi il protagonista di uno dei suoi amati film, Coco arriva al Garage ipotizzando chi si troverà di fronte. Bussato, viene trascinato di peso all’interno: gli altri tre, ex compagni di lotta, lo hanno riconosciuto…

13 p. 97

Crespo e Adelita girano per le strade allagate in cerca di Coco… A mezzanotte si fermano a mangiare in un locale. L’ispettore pensa al motivo per il quale Pedrito girasse armato di pistola, lui solitamente non violento… Ricorda ancora di quando, anni addietro, fresco d’accademia, aveva ricevuto da lui la proposta di indagare sulla morte di Kiko Barraza, cadetto ucciso sotto i suoi occhi… Alcuni giorni dopo saccheggiarono un’armeria, quegli studenti…

14 p. 105

I tre restano basiti: Coco, conosciuto nel 1971, durante il movimento studentesco di protesta, è sempre stato considerato un idealista buono a nulla. Ricordano divertiti di quando Lucho lo costrinse a mangiarsi i volantini della propria corrente dopo avergli impedito di leggerli… Posando la pistola sul tavolo, Coco racconta quanto capitatogli…

Disincantati, ricordano il passato e, soprattutto, il loro incontro con lo “Specialista”, detto l’Ombra, in quanto sempre presente, informato, perfetto maestro mai violento e mai arrestato. Nonostante la sua assenza, decidono di compiere ugualmente l’impresa che Lucho descrive. Non dovranno rapinare una banca, ma recuperare una valigia piena di dollari nascosti in una doppia parete nel 1973 per cono di un banchiere poi morto nel soffitto dell’ora topless cafè “Dragone felice…

I quattro uomini si guardarono. Più grassi, più vecchi, pelati e con la barba grigia proiettavano ancora l’ombra i quel che erano stati.

“Allora? Ce la giochiamo? Domandò Garmendia, e i quattro bicchieri si incontrarono in un brindisi nella notte piovosa di Santiago. (pp. 120-121)

15 p. 123

Crespo, riaccompagnata a casa Adelita, torna in ufficio arrovellandosi sul motivo per il quale il pacifico e scaltro anarchico Pedrito girasse per la città con una pistola ora in mano a un possibile folle…

L’ispettore ricorda con piacere anche l’ultimo vero anarchico: Clotario Blest…

Guardando il calendario, l’attenzione si sofferma sulla data del 16 luglio. Un flash gli attraversa la mente: il 16 luglio del 1925 il nonno di Pedrito aveva rapinato una banca con tre anarchici spagnoli…

16 p. 127

Alle cinque del mattino, divisisi in due coppie, i quattro arrivano in taxi nel punto previsto. Alle 7 e trenta, dopo aver recuperato la valigetta celata nel soffitto del Dragone felice… Felici, si allontano con il denaro…

17 p. 135

Concepcion s’imbatte sull’uscio nel marito che, raggiante, la invita ad aspettare e a fornire un’unica versione alla polizia. Della colpa della morte di Pedrito si assume lui la responsabilità, consegnando anche la pistola. Esaminandola, Crespo si accorge essere stata quella danneggiata e potenzialmente pericolosa per l’utilizzatore. Mosso da compassione, decide di lasciare andare i due coniugi, a compensazione dei crimini insabbiati dalla polizia durante la dittatura…

18 p. 143

In una lettera Pedrito aveva, ormai malato, annunciato la propria morte per il 16 luglio, ricorrenza della rapina del nonno, rivelando l’intenzione di recuperare la valigetta con i soli sporchi e di far rinvenire dalla polizia libri contabili e registri di soldi incassati dai militari illecitamente durante la dittatura…

EPILOGO p. 147

Crespo e Adelita sono stati i primi a raggiungere il Dragone Rosso, ricevendo l’ordine dall’“alto” di sigillare tutto in attesa dei superiori. Per evitare l’insabbiamento, hanno chiamato i media, di fronte ai quali l’ispettore ha letto volutamente ad alta voce uno dei libri contabili rinvenuti…