LOUIS-FERDINAND CÉLINE – SCANDALO NEGLI ABISSI (SCANDALE AUX ABYSSES) 1984

[banner][banner]LOUIS-FERDINAND CÉLINE – SCANDALO NEGLI ABISSI
(SCANDALE AUX ABYSSES)
Illustrazioni di Emilio Tadini
Traduzione di Ernesto Ferrero
A cura di Ernesto Ferrero
Il Melangolo – 1984 – isnb:8870180328 – Collana: I libri con le figure n°8
47 sono le illustrazioni di Emilio Tadini a corredo del teso.
Scandalo negli abissi (Scandale aux Abysses), altra opera a soggetto mitologico (rivisitato parodisticamente), è stato scritto da Louis-Ferdinand Céline nell’estate del 1943 a Saint-Malo.

Da segnalare:

– la denuncia dei massacri perpetrati dagli esseri umani ai danni della fauna ittica (foche in particolare);

– il progresso tecnologico che imbarbarisce e porta alla rovina l’uomo trasformandolo in automa.

– la cattiveria e la malvagità insite nell’essere umano.

 

Nettuno, sposato da migliaia di anni con Venere, ascolta nel suo Palazzo in fondo al Mare i lamenti dei pesci che da ogni dove giungono per lamentarsi degli uomini. Le foche in particolare, sono massacrate. Con le nuove tecnologiche navi nessuno è più in grado di fermarli. E lui stesso, Nettuno, Dio dei mari, è impotente (anche a letto!) e perde giorno dopo giorno credibilità agli occhi dei sudditi…
Nonostante i prodotti di bellezza che le confezionano i sudditi, anche su Venere si fanno visibili i segni del tempo…
Le tempeste che Nettuno invia contro gli uomini sono inefficaci contro le loro nuove navi motorizzate…
Venere è ossessionata dalla sua bellezza in declino e ciò la rende volubile, isterica. A farne le spese è il povero Nettuno costretto a sorbirsi le sue continue scenate. Unica consolazione per il Dio dei mari sono le sirene del corpo di ballo che Venere farà esibire in occasione del loro 1500° anniversario di nozze. Una di loro in particolare lo affascina: è Pryntyl, la più bella e sbarazzina di tutte…

Il giorno dell’esibizione Nettuno trova una scusa per rimanere solo con lei. Venere vede tutto e sta per fargli una scenata ma l’arrivo di una delegazione di foche madri interrompe tutto. Queste povere foche riportano i corpi martoriati delle fochine massacrate dagli esseri umani. Nettuno non può far nulla per vendicarle e come se non bastasse Venere lo sputtana di fronte a tutti dichiarandone l’impotenza sessuale oltre che di potere. Nettuno è così completamente umiliato di fronte ai sudditi. Chi li difenderà dalla barbarie degli esseri umani?…

La vita prosegue e l’unica consolazione di Nettuno restano gli incontri furtivi con Pryntyl. Le sirene del resto fan quel che vogliono: anziché affondare quante più navi possibile, si divertono a rubare e a leggere le lettere d’amore dei marinai. Venere ne approffitta allora per far arrestare Pryntyl in flagrante, per poi chiederne con veemenza la condanna al povero Nettuno che, suo malgrado, è costretto a comminarla: Pryntyl dovrà vivere da essere umano sulla terraferma per un certo periodo di tempo. Venere avrebbe voluto per lei la pena capitale, ma tant’è che la sirena, assunte sembianze umane, parte per il suo esilio sulla terraferma, un po’ triste e un po’ incuriosita da questa nuova avventura. La stessa Venere le porge ipocriti auguri mentre l’apprensivo Nettuno le regala delle perle con le quali potrà trarsi d’impiccio qualora dovesse trovarsi in difficolta. Gli uomini sono così avidi che la lascerebbero stare…

Passano i mesi ma nulla cambia. I pesci continuano a recarsi da Nettuno per lagnarsi della barbarie umana, in particolare del Capitano Krog, massacratore di fochine…

Nettuno pensa sempre a Pryntyl e, ossessionato, cerca disperatamente di aver sue notizie. Manda così in giro pesci spia e informatori, ruba e legge la posta degli uomini pur di trovarne una traccia…

Ma che fine ha fatto la sirena? Pryntyl è sbarcata a Le Havre dove è subito caduta in balìa d’un seduttore, Victor, e dei suoi loschi amici. Questi la portano a danzare e lei alla fine, felicissima, regala perle a tutti. Victor, scoperta l’autenticità delle perle, scatena una colossale rissa per riaverle tutte. Condotta al commissariato la ragazza è arrestata (non si crede alla sua storia di sirena inviata sulla terraferma da Nettuno) e poi rilasciata. Le perle però non ci sono più, già ricettate. E così Pryntyl, bella com’è ma ormai povera, è messa a fare l’entraineuse da Victor nel night “Ballo delle Sbarbine”. Una sera si mette anche a cantare ammaliando tutta la città con la sua magnifica voce di sirena…

I pesci messaggeri raccontano a Nettuno le disavventure di Pryntyl e così il Dio dei mari, nonostante le scenate di gelosia di Venere, non si trattiene più e va anch’egli a Le Havre. Travestito da naufrago, con il suo tridente e la sua corona, Nettuno sbarca in città. Scesa la notte si reca al “Ballo delle Sbarbine” per rivedere la sua adorata Pryntyl. Ed eccola Pryntyl scatenarsi in balli lascivi e a bere alcol e fumare sigarette. Che delusione! la sirena è ormai un’alcolizzata. I papponi, scorto Nettuno e credendolo un facoltoso provinciale, spingono la sirena sulle sue ginocchia, poi li fanno ballare e cantare. Anche il Dio dei mari è ormai ubriaco… Distribuisce tesori… lo si deruba di tutto.. perfino la corona e il tridente spariscono… lo truffano infine mandandolo al commissariato assieme a Pryntyl per non aver saldato il conto! Victor e gli altri intanto si rivendono i gioielli, che pacchia! Nettuno è arrestato ma s’infuria scatenando una spaventosa tempesta sulla città. Prima di tornare in mare raccomanda a Pryntyl di comportarsi bene. Al palazzo Venere gongola, Nettuno è lo zimbello di tutti…

Passa il tempo e la vita prosegue con la solita routine. Pryntyl sente sempre più il richiamo del mare. Ha perso il fascino, la bellezza e la voce e così Victor l’ha messa a battere il marciapiede. L’ufficiale d’una nave per la caccia alle foche si invaghisce di lei e, impietosito della sua misera condizione, decide di portarla con sé. La nave è però quella del terribile capitano Krog!, diretto verso nord per una battuta di caccia alle foche…

Mano a mano che la nave procede verso nord avvicinandosi al palazzo di Nettuno, Pryntyl perde le sembianze di donna per ridivenire sirena. Nonostrante le raccomandazioni dell’ufficiale, Pryntyl canta nella cabina e i pesci, sentitala, corcondano la nave. Festeggiano il suo ritorno… avvertono Nettuno che fa preparare una sontuosa festa di bentornato. Venere invece schiuma di rabbia meditando vendetta…

Il canto giunge ora chiaro anche ai marinai e al Capitano Krog, furioso per essersi lasciato incantare da una sirena. Fa allora perquisire tutta la nave e, scovata Pryntyl, la massacra senza pietà. La nave viene però affondata dalle onde provocate dalla sirene. L’equipaggio naufraga sprofondando fino al palazzo del furente Nettuno che li punisce rinchiudendoli in boe di ferro appositamente costruite dai suoi sudditi. Lì saranno destinati a gridare per l’eternità “KROUAG”, attirando al naufragio le navi di passaggio…

Ora Nettuno è più moderno, al passo con la tecnologia, ma anche più cattivo: si diverte a confondere i segnali radio, i radar per far scontrare le navi tra di loro. È di nuovo rispettato ma ugualmente triste per la perdita di Pryntyl. Venere invece continua a preoccuparsi della sua decadente bellezza… Nettuno non se la fila, sfogandosi nei bar o giocando a ping pong nelle navi affondate… Le boe del capitano Krog e dei suoi marinai continuano ad attirare sempre altre navi sugli scogli…

IL DOTTORE E LA BALLERINA
(di Ernesto Ferrero) p.71