LOUIS DESTOUCHES A SUO PADRE 13 Ottobre 1916

[banner][banner][banner size=”300X250″][banner size=”120X600″]
LOUIS DESTOUCHES A SUO PADRE

Bikobimbo addì 13 Ottobre 1916

TRADUZIONE

Stefano Fiorucci e Jeannine Renaux

Caro Papà,

Le rondini sono arrivate dalla Francia, hanno riconosciuto la capanna di un Europeo, ruotano, girano, instancabilmente, tutt’attorno; è molto probabile che si stabiliscano nelle vicinanze; rimarranno così per tutto l’inverno, poi in primavera
ritorneranno da voi, e mi lasceranno solo, un po’ più solo.
Si parla spesso in Europa, a vanvera di «essere soli», il signore che vive nella Garenna, in una casa isolata a 10 minuti dalla stazione, sostiene seriamente sul treno delle 7 e 40 che lo conduce al suo lavoro, che è «assolutamente solo».

Quante volte in riva al mare, su una costa o l’altra, non abbiamo compatito la sorte di abitanti sconosciuti di uno chalet romanzesco, che 20 minuti buoni di strada separano dalla città o dal villaggio, questo spettacolo provoca del resto sempre con la mamma, la frase immutabile: «Beati quelli, che si sono scordati delle 8 ore di lavoro!»

Io stesso avevo finora realizzato solo molto imperfettamente cosa significhi l’isolamento, le condizioni della vita civilizzata lo permettono male e anzi per niente. E razionale che nella vita normale si conta in gran parte gli uni sugli altri. Anche al fronte, non avevo provato questa sensazione così penosa all’inizio, di sentirsi soli, assolutamente soli e di sapere e di rendersi perfettamente conto che qualunque cosa accada, si dovrà fare affidamento solo su noi stessi.

È un disagio che si deve vincere al più presto, lo si vince solo con una certa energia. L’allenamento consiste nel leggere dall’inizio alla fine un libro di medicina coloniale, non so se ti fu data la possibilità di dargli una scorsa per caso ad una copia, ma i titoli e i testi ne sono particolarmente suggestivi e producono inizialmente sull’isolato un’impressione insormontabile, so che le prime settimane e anche i primi mesi, mi sono portato dietro uno di quei libri senza aver mai letto più di una pagina al giorno, adesso ho completamente trionfato, posso leggere senza fatica le pagine più orribili di cui ti scrivo un piccolo estratto

del Dr. Laveran* sulla biliosa emoglobinuria. Il microbo è sconosciuto, quindi la terapeutica sarà di puro caso e sottoposta al giudizio del medico. Si manifesta all’improvviso, colpendo chiunque, la febbre violenta e il vomito ne sono i sintomi comuni, presto seguiti da forti emissioni di urine, sanguinolente, che precedono di poco l’anuria completa e la morte per avvelenamento, la malattia è devastante e diffusa, evolve in 48 ore. 75% dei decessi — E voilà ! —

Sai forse che ci sono 2 fronti, uno sulla linea del fuoco, l’altro 1000 metri indietro, ma questi mille metri sono decisivi. Allo stesso modo ci sono 2 tipi di colonie e di coloniali, ci sono quelli che vivono nei grandi agglomerati della costa, vicino a bar, bordelli e ospedali.

E ci sono quelli che vivono soli e lontano da tutto.

Sono i primi che conosciamo principalmente in Francia, perché sono abituati a farsi notare, per la propria ubriachezza abituale, la propria dissolutezza e per le storie fantasmagoriche che raccontano.

Hanno acquisito queste dolci abitudini a contatto con altri coloni, trasmettendole scrupolosamente a quelli che arrivano, in modo che questi porti e vari posti del litorale sono dei veri sbocchi.

La vita agiata e generosa ha contribuito molto a questo disordinato prurito, soprattutto questa influenza si esercita di solito su uomini la cui vita in Europa era piuttosto in ristrettezza e nella bisogna.

L’esercizio aiutando, il nuovo sbarcato diviene rapidamente un alcolizzato, un piccolo colpo di sole e diventa completamente e irrevocabilmente colonita.

Quando all’indomani di bombe, la febbre lo attanaglia un po’ più del solito, raddoppia o triplica la dose di chinino, getta uno sguardo commosso all’ospedale e conclude allegramente che il giorno in cui sarà inchiodato da una grave malattia, i medici usciranno da là.

Ma in generale, il giorno in cui la grave malattia arriva, è troppo tardi, tutti i farmaci non hanno alcun effetto su un organismo intossicato, secondo l’espressione consueta «ha preso una bastonata».

C’è un altro tipo di coloniale quasi sconosciuto in Europa perché poco chiassoso, sono quelli i veri coloniali. Questi sono i «savanisti».

Si sceglie all’arrivo nelle colonie l’uno o l’altro clan, quelli del primo che si smarriscono nel secondo non ci restano a lungo perché muoiono, e in breve. Il «savanista» avrà imparato a vivere da solo, sarà inevitabilmente moderato come un cammello, e continente come Gesù Cristo, perché sa che l’Intemperanza, la Dissolutezza, gli Eccessi di ogni tipo, apriranno ognuno una porta alla Morte contro la quale egli dovrà da solo e con i propri mezzi, lottare e lottare ancora.

Dalla Tse-tse, all’Anofele o la Culex, fino al cuoco che l’avvelenerà, tutti vogliono la sua morte.

Saprà entrare in lui, anche attraverso questi mezzi indiretti come il colpo di sole, o il caldo e freddo o ben verrà da lui stesso, come la follia persecutoria o la furiosa follia che nasce dall’isolamento.

Contro tutto questo, di giorno e di notte, dovrà stare in guardia, per i 2 o 3 anni che durerà il suo soggiorno.

La minima disattenzione, la più piccola negligenza, si traduce e si compita m-o-r-t-e e in quali condizioni!

Così il risultato è il seguente, è che si muore molto nei grandi centri (33%) e che non si muore nella savana o molto poco.

Il Savanista si riconosce e si distingue dal Costiero, dalla pelle secca e dall’aggrottamento delle sopracciglia, il colorito della pelle bronzeo e quasi europeo, mentre il Costiero ha di solito «una grossa pancia», la sua carnagione è olivastra e l’occhio confuso.

Fatto curioso, il costiero è di solito goffo, trasandato, poco curato, disgustoso. Ma il vero coloniale è curato, rasato di fresco, indossa una cravatta ogni giorno e non tollera il minimo rilassamento nell’aspetto, perché l’aspetto garantisce ancor più del fucile il suo prestigio tra gli indigeni e quindi la sua sicurezza.

Livingstone,** al quale si è soliti attribuire una certa esperienza dell’Africa, sostiene che durante la traversata del continente nero che effettuò nel 1835-36, ebbe un solo attacco di febbre, il giorno dopo del solo giorno in cui aveva trascurato di rasarsi.

Egli ha sempre sostenuto che tale negligenza ne fu la sola causa.

Quando il vero coloniale ritorna in Francia, professa un culto particolare per il Linoleum e le stampe a tinte fredde, mentre il costiero poggia i piedi solo su pelli di tigre, e le sue pareti sono piene d’inquietanti e sudici feticci.

Mi dirai che vivere in queste condizioni cessa di essere un piacere, ammesso che ci sia mai piacere nel vivere.

Perché ho al riguardo delle idee molto speciali. Quando ritornerò in Europa, se vorrò essere interessante, sarà obbligatorio che racconti con calore e convinzione il ciclo di orribili privazioni che m’impone la vita nella savana, ma questo sarebbe mentire, e queste privazioni, non le sento nemmeno o meglio non le sento più.

Il Prof. Metchnikoff,*** che è appena morto, sosteneva, non credo senza ragione, che ogni sforzo voluto logora l’organismo della metà rispetto allo sforzo imposto. Sono pienamente d’accordo con il suo parere, non c’è paragone da fare tra un lavoro facile che sei costretto a svolgere, e un lavoro anche più faticoso fatto di tua volontà, dal punto di vista delle ripercussioni su se stessi, perlomeno.

Compatisco e sono pronto a scusare tutti coloro che lavorano per gli altri, chiaramente, volontariamente, vendendo la propria vita, che mordono il proprio freno, senza romperlo, spesso e quasi sempre costretti a masticare in silenzio. Si parla spesso con enfasi dei benefici della civilizzazione; tra le altre proprietà, crea alcuni mali, dei quali il minore è d’aver reso il guadagnarsi il pane odioso alle persone intelligenti e senza fortuna. Questo piccolo problema genera a volte effetti il cui impatto si fa sentire nella base stessa della struttura sociale. Tuttavia così come non si deve confondere energia con isteria, né come si suol dire, precipitazione con gendarme, c’è un numero incalcolabile di persone che la Natura aveva modellato espressamente per i compiti più umili che ricoprono e ai quali si adattano molto bene.

Quanti pretesi grossi cervelli e valori sconosciuti, si dedicano ogni mattina a funzioni che sono completamente al di fuori delle loro capacità??

Quante mogli convinte e madri impietosite si lamentano per la sorte sfavorevole e l’indegna sfortuna che condanna i loro mariti o i loro rampolli a marcire per sempre sconosciuti in una situazione che gli assegna per forza l’ingiustizia.

Rimane tuttavia un fatto che il discernimento dei valori non è affatto una virtù intuitiva di cui sono dotati la maggior parte dei pontefici «capi di casa».

Così come tanti si lamentano a torto, tantissimi potrebbero lamentarsi a ragione – questi sono quelli che si lamentano meno, perché si rendono conto della futilità delle proprie lamentele.

Saint Simon**** ha già detto, che per fortuna, gli imbecilli erano spesso imbrogliati, perché altrimenti avrebbero diretto il mondo.

C’è là dentro un fondo di verità – e le vittime di quello che gli Inglesi chiamano il «Lavoro Obbligatorio» avranno sempre diritto a una larga parte della mia compassione – perché se penso che anche il lavoro più difficile è una necessità e la condizione stessa della vita, anche il lavoro al quale il lavoratore non è per niente interessato, anche in minima parte, mi sembra odioso e in un’altra forma, deviato, e forse più freddamente cinico della schiavitù.

Non si deve chiamare con lo stesso nome e inglobare nella stessa idea il lavorare per mangiare, e il lavorare per vivere.

Ho del resto sulla schiavitù idee completamente nuove che mi sono venute, dallo spettacolo della schiavitù stessa così com’è compresa tra i neri.

Ci sono tra i neri 2 caste o piuttosto tre caste differenti, i padroni, le donne e gli schiavi; i padroni dispongono delle donne e degli schiavi, è una merce di scambio con un suo prezzo, si è schiavi ereditariamente, come si è padroni di padre in figlio, ma tuttavia, lo schiavo come la donna, hanno diritto al Capitolo. Per un certo verso, possono così desiderare di lasciare un padrone per servirne un altro, e quindi godono in un certo limite d’una parziale libertà, ci si trovano molto bene, e non chiedono mai di cambiare stato.

Ti assicuro che la schiavitù vista sotto questa luce, non riflette affatto la luce di orrore che i tempi ci hanno proiettato e sotto la quale siamo abituati a vederla.

Mi piace pensare che i Romani praticavano la schiavitù grosso modo sotto questa forma. Sono propenso a credere che alcuni esseri sono naturalmente predestinati a essere schiavi, trattati paternalmente, s’intende, e che per loro la libertà è un veleno di cui intossicano tutta la Repubblica per ripercussione. Un proverbio arabo dice che quando Allah vuole rovinare una formica, gli dà delle ali.

Per quanto retrograda possa apparire la mia idea, credo che avremo molto da guadagnare mettendo sotto una «dolce» tutela alcuni uomini e alcune donne e questa istituzione, lontana dall’essere una regressione, non tarderà, a mio parere, a imprimere al Progresso una spinta di cui beneficerebbero loro stessi perché li si farebbe beneficiare quando sono completamente incapaci di cogliere i loro stessi frutti.

Farò bene a non diffondere queste idee, al mio ritorno in Francia.

Si aspetteranno altre cose da me e se non sentono terrificanti racconti e apprendono che ho guadagnato soldi, anzi un «po’ troppi» soldi, i benpensanti mi cercheranno tare fisiche o morali, confessate o nascoste, e se non troveranno niente, concluderanno con un sospiro rassegnato che io sono un giovane uomo che ha avuto successo nella vita.

Molto affettuosamente

Destouches 

* Charles Louis Alphonse Laveran. Medico insignito del premio Nobel nel 1907, specializzato nelle febbri palustri e nella malaria.

** Céline cita il celeberrimo David “The Doctor” Livingstone
(1813-1873), sempre impeccabile nell’abbigliamento. Le date citate sono
errate: leggasi 1855-1856 al posto di 1835-36.

*** Elie Metchnikoff. Noto medico russo morto a Parigi il 15 luglio 1916.
Céline deve averne appreso la morte da un giornale o tramite qualche
altro colono.

**** Louis de Rouvroy de Saint-Simon detto Saint Simon (1675-1755).
Scrittore francese avo di Claude Henri de Rouvroy conte di Saint-Simon
(1760-1825) “padre” del socialismo francese.