JUN’ICHIRO TANIZAKI – IL DEMONE

JUN’ICHIRO TANIZAKI – IL DEMONE

il demoneil demone 2EINAUDI – Collana ET scrittori n.1625 – I ed giugno 2010

TRADUZIONE: Lydia Origlia

PARTE PRIMA p.3

Il giovane Saeki raggiunge in treno Tokyo al termine di un lungo e tormentato viaggio iniziato a Nagoya. Incallito bevitore di saké e reduce da una vita dissoluta, il ragazzo soffre di crisi di panico nel timore di poter morire d’infarto come la nonna l’anno precedente. È l’inizio di un ancor caldo settembre quando Saeki suona dunque alla casa della zia dopo che il risciò lo ha trasportato, oppresso e spaesato dal frastuono metropolitano, fino a casa Hayashi… Nell’afosa e piccola casa Saeki resta ammaliato dall’arrivo della bella e florida cugina, Teruko…

Era l’inizio di settembre, e Tokyo sembrava ancora immersa in una torrida calura. (p.5)

tutto lo assediava da ogni parte e opprimeva con violenza il suo debole animo, e fin quando rimase sui risciò non tolse per un solo istante le mani dagli occhi.
I suoi nervi, tormentati in precedenza dalle mani demoniache della notte, sembravano ormai incapaci di tollerare anche la potenza del giorno, e gli parve che per lui non valesse più la pena vivere. Come avrebbe potuto resistere per quattro anni in quel luogo sconvolto da un incessante, terribile frastuono, e abituare ad esso i suoi nervi già messi a dura prova dalle lezioni universitarie per lui intollerabili? (p.6)

Era una donna prossima alla cinquantina, grassoccia, dallo spirito giovanile nonostante l’età. (p.8)

Nell’afosa penombra della camera il naso ben modellato, le labbra umide, il contorno del volto, i folti capelli della fanciulla erano immagini vivide e fluttuanti che eccitavano i sensi malati di Saeki. (p.11)

Lo studente ipocondriaco trascorre le giornate oziando in camera, fumando e bevendo alcolici. La caduta incessante di capelli acuisce la sua ipocondria…

Era già stato a Tòkyò altre volte, non aveva voglia di visitare la città e i corsi universitari non erano
ancora incominciati, e così trascorreva le sue giornate oziando in camera e fumando tabacco di cattiva qualità. (p.12)

Apoplessia, paralisi cardiaca, follia… Le più terribili paure si annidavano nella cavità del suo ventre e le mani gli tremavano in modo incontrollabile.(p.13)

Quei volti pallidi e tristi erano uno spettacolo orribile, eppure apparivano tronfi, ignari di quanto fossero squallidi e miserabili. (p.13)

Le lezioni universitarie lo disgustano…

Nonostante questo, dopo circa una settimana, un mattino indossò divisa e berretto e incitando il
suo animo ritroso raggiunse l’università. Ma non riuscì a provare interesse alcuno per le lezioni, e
ben presto se ne stancò. […]
Quei volti pallidi e tristi erano uno spettacolo orribile, eppure apparivano tronfi, ignari di quanto fossero squallidi e miserabili. (p.13)

«SU, su, cosa aspettate a impazzire? Chi impazzisce per primo ha vinto. Sciagurati, solo impazzendo
potrete risparmiarvi queste fatiche » cosi’ intimava una voce proveniente da un luogo sconosciuto.
Gli altri forse non l’udivano, ma essa era percepita distintamente da Saeki, e il suo animo pauroso gli impediva di resistere in quel luogo. (p.14)

Una sera lo studente Suzuki, eccentrico sociopatico, poco dotato intellettualmente ma convinto di riuscire a sposare Teruko una volta diventato una persona importante come promessogli dal padre della ragazza, sale da Saeki per chiedergli se abbia intenzione di sposare la cugina. Saeki nega e l’altro gli rivela allora che la ragazza è una crudele libertina. Il rientro delle donne di casa lo costringe ad andarsene… La zia sale su chiedendogli se Suzuki fosse salito a parlargli di Teruko. Il ragazzo è un maniaco e lei lo teme. Vorrebbe far sposare Teruko che però non sembra interessata alla cosa pur avendo ormai ventiquattro anni…
L’indomani Suzuki minaccia Saeki, incrementando così il numero già esorbitante di paure e timori che flagellano la mente del ragazzo. Il suo malessere aumenta così come le visite di Teruko nella sua stanza…

Si era a metà ottobre, e sebbene il corso di lezioni fosse già molto avanzato, il suo quaderno era quasi vuoto di appunti. Saeki diveniva a poco a poco sempre più indolente, e spesso rimaneva a casa. Al mattino poltriva sino a tarda ora, le anche durante il giorno restava sdraiato sul letto e fantasticava oziosamente fissando il soffitto con i suoi occhi famelici da bestia feroce. E sentiva rimbombare nel guanciale l’eco del sangue che gli pulsava nel cervello, e bagliori gli guizzavano negli occhi, e le orecchie gli fischiavano e provava un languore, una spossatezza, come se il corpo gli si disfacesse. Gli bastava addormentarsi anche per pochi istanti per cadere preda di sogni terribilmente sensuali, bizzarri e confusi, che lasciavano un’impronta nei suoi sensi anche dopo il risveglio. (p.25)

Un giorno, respinte le avances di Teruko, Saeki prova piacere nel leccare il fazzoletto cosparso di muco che aveva sottratto poco prima alla cugina…

Teruko salì come sempre al piano superiore, a punzecchiare, a eccitare Saeki, come per intimargli:
«Arrenditi una buona volta! » Egli temeva che quegli occhi ironici e taglienti come un filo d’argento
potessero indurlo a confessare il furto del fazzoletto: pur tentando di evitarli, ne era offeso e tormentato in modo indicibile. Sentendosi annientare l’animo da quel delicato, elastico ‘e vellutato
corpo dalle membra perfettamente tornite, rivolse a Teruko uno sguardo implorante, mentre avrebbe voluto urlarle rabbiosamente:« Puttana! » (p.29)

PARTE SECONDA p.30

Saeki peggiora sempre più. Ultima e nuova angoscia quella dei terremoti…

Saeki aveva l’impressione che le sue condizioni mentali peggiorassero di giorno in giorno. Il suo
animo era sempre 1 oppresso dal terrore dell’epilessia, di una morte improvvisa, della follia, e come
se ciò non bastasse si costruiva sempre nuovi 1 motivi di angoscia del tutto irragionevoli. (p.30)

Aveva l’impressione che non sarebbe assolutamente riuscito a sopravvivere sino alla fine di quell’anno. Quanto avrebbe potuto resistere il suo corpo, sottoposto di continuo a tensioni terribili, costretto a compiere pericolose acrobazie, sempre sul punto di precipitare nella follia al minimo errore? Un destino funesto ormai lo incalzava, e da un istante all’altro poteva abbattersi su di lui. (p.33)

Giunge novembre e un mattino Teruko sale da Saeki provocandolo sulle sue letture. La cugina lo mette in soggezione e solo con l’alcool il ragazzo riesce a trovare un minimo di quiete…

Continuava a disertare le lezioni universitarie, preferendo rimanere nella sua stanza, con la testa appoggiata al rivestimento di carta della parete scorrevole, o a rotolarsi per terra come un criminale
imprigionato, o a bere whisky e a fumare, finché finalmente riusciva a intorpidire i nervi irrequieti
e restava li inebetito, stringendosi tra le mani la testa pesante come un sasso. (p.33)

Alcuni giorni dopo Teruko sale in camera per sedurlo ancora una volta, divertendosi ai danni del debole e sottomesso ragazzo…

Uscite le donne, una sera Suzuki affronta Saeki nuovamente minacciandolo di morte per la sua relazione con Teruko. Lo studente sproloquia e Saeki teme, ma quasi vorrebbe, che lo pugnali… Al rientro delle due donne Suzuki esce dalla stanza di Saeki sollecitando una sua pronta risposta all’ultimatum… Poco dopo Teruko sale da Saeki negando di aver mai avuto una relazione con il pazzoide. L’indomani Suzuki non torna a casa per la cena, lasciando nella cassetta della posta una lettera nella quale accusa le donne di non star rispettando il volere del defunto marito e padre, minacciando ancora di morte Saeki. Lui e Teruko negano di avere una relazione per tranquillizzare la madre, ma ecco che due sere dopo, la domestica scorge un’ombra nel gabinetto. Vincendo il terrore, incredibilmente calmo Saeki va a controllare ed è proprio Suzuki che vede in agguato. I due finiscono per azzuffarsi e ad avere la peggio è Saeki, pugnalato alla gola dal pazzo “demone” Suzuki…

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