JOSÉ MARIA SANCHEZ SILVA – MARCELLINO PANE E VINO

JOSÉ MARIA SANCHEZ SILVA – MARCELLINO PANE E VINO
ITACALIBRI – II ristampa Luglio 2017

Traduzione: Erminio Polidori
Disegni: Arcadio Lobato

Tre frati francescano ottengono il permesso di stabilirsi presso alcune rovine di proprietà comunali, un tempo una fattoria. Dopo cinquant’anni l’edificio è stato ricostruito e adibito a convento… Siamo ai primi del Novecento e i frati sono divenuti dodici, con un solo superstite dei “fondatori”, ormai vecchio…
Un mattino, il frate portinaio trova fuor della porta carraia un bambino in fasce che, prontamente, soccorre e accudisce portandolo all’interno del convento. Più tardi lo presenta al Padre Superiore e agli altri frati che si oppongono alla proposta di consegnarlo alle autorità del vicino villaggio. Fra Bernardo propone intanto di battezzarlo, mentre il nome scelto è quello del santo del giorno: Marcellino. Uno dei frati addetti all’orto si propone di allevarlo con il latte di capra. Il Superiore si lascia convincere a tenerlo un giorno che, però, diventano mesi e anni. Dopo un anno, ottenne infatti dal padre provinciale il permesso a ospitarlo a vita nel convento, esaudendo così il desiderio del nel mentre defunto padre portinaio…

Marcellino cresce felice e spensierato. Alla soglia dei cinque anni, conosce tutto ciò che lo circonda, ha ribattezzato tutti i frati con nomignoli, gioca con gli animali e gli insetti come un novello San Francesco, non lesinando tuttavia ad alcuni di essi dispetti e uccisioni gratuite…

Un giorno una famiglia ottiene il permesso di accamparsi vicino al convento. Marcellino, seppur per poco, ha così modo di fare la conoscenza di un coetaneo, Emanuele, che mai dimenticherà continuando a immaginare di vederlo di fronte a sé per combattere la solitudine… Le domande che pone ai frati sui genitori, sono da quelli eluse, con vaghi accenni a una “madre volata in cielo”…
Un giorno Marcellino decide di disobbedire all’unico divieto impostogli dai frati: entrare in soffitta. Fattosi coraggio, al momento propizio in cui i frati sono assenti o affaccendati, eccolo accedere in soffitta dove, con sommo spavento, scorge un uomo su una croce, seminudo, che lo fa fuggire via in fretta credendo sia l’uomo cattivo descritto dai frati per non farlo salire…

Passano alcuni giorni e Marcellino decide di voler rivedere l’uomo della soffitta prima dell’arrivo dell’inverno…
Un pomeriggio, salito con tanta paura e la compagnia del solo amico immaginario Emanuele, il piccolo raggiunge ancora la soffitta e, fattosi coraggio, apre la finestra che gli mostra un crocefisso a grandezza umana!… Stupefatto e colpito in particolare dalla magrezza dell’opera, Marcellino decide di scendere in cucina per rubare qualcosa da mangiare. Gesù allunga la mano e mangia il pane portogli dal piccolo che promette di tornare l’indomani con qualcos’altro…
Ma Marcellino non trova il modo di tornare il giorno seguente in soffitta per via dei preparativi della festa di San Francesco, in occasione della quale il convento riceve abbondanti donazioni di cibo, carne inclusa. Quando questa è ormai quasi finita, il bambino si sovviene dell’amico recluso in soffitta, salendo a portargli pane e carne. Gesù scende dalla croce consumando il cibo offertogli e lasciandosi togliere la corona di spina e curare le ferite. Conosce il nome del suo amico e il suo sangue in breve svanisce non appena il piccolo, a sera ormai giunta, scende dalla soffitta…
L’indomani il piccolo torna in soffitta recando seco del pane e del vino, alimenti che di lì in avanti costituiranno la principale regalia al punto da ricevere da Gesù l’appellativo di “Marcellino Pane e Vino”… Il piccolo gli racconta la propria storia, esternando il suo desiderio più grande: vedere la mamma anche per un solo momento…
Il comportamento del piccolo cambia al punto da destare sospetto e preoccupazione nei frati. Non più marachelle né scherzi, ma lunghe assenze…
A seguito di una riunione, dati gli ammanchi in mensa, Fra Pappetta viene incaricato dal superiore di vigilare e di seguire Marcellino. Constatati i furti ad opera del bambino, il frate scopre, non senza stupore e tanto di svenimenti, che il piccolo ruba il cibo per portarlo in soffitta e darlo a Gesù, con il quale interagisce. Temendo di essere in preda a visioni, chiede a frate Porta di accompagnarlo, avendo la conferma del miracolo che ivi si manifesta…
Marcellino è felice e completamente assorto dal suo nuovo amico. Un giorno Gesù scende dalla croce per mangiare il solito pane e bere il solito vino. Chiede però al bambino cosa voglia in cambio di tanta generosità dimostratagli…
“Marcellino, sei stato davvero buono ed io in premio, voglio darti quel che desideri di più”. (p. 74)
“Voglio solo vedere mia madre e poi anche la tua” (p. 75), replica il piccolo. Gesù lo prende allora sulle ginocchia e, passandogli una mano sugli occhi lo invita a dormire… Tutti i frati, che hanno assistito di nascosto alla scena, escono allo scoperto gridando al miracolo, ma, al loro apparire, la visione svanisce e resta il solo Marcellino esanime sulla poltrona…
[…]la porta si spalancò di botto e tutti i frati, meno frate Male, irruppero nella soffitta[…]. (p.75)
Ma tutto era già tornato alla normalità.[…]
Solo Marcellino riposava tra i braccioli della vecchia poltrona, come se dormisse. (p. 75)

Il bambino non si sveglia e il Padre Superiore gli si avvicina, constatandone la morte…

I frati caddero in ginocchio e vi rimasero fino a quando si accorsero che Marcellino non si svegliava più. (p. 75)
“Il signore se l’è portato con sé, benedetto sia il nome del Signore”. (p. 77)