GIUSEPPE D’AMBROSIO ANGELILLO – LA VITA È UNA PAZZA CHE LE PIACE IL DEMONIO

GIUSEPPE D’AMBROSIO ANGELILLO – LA VITA È UNA PAZZA CHE LE PIACE IL DEMONIO
ACQUAVIVA – Collana LIBERESPRESSIONE – Febbraio 2003

MA CI HAI MAI CAPITO QUALCOSA TU DELLE DONNE, AMICO? p. 5

COPPA DI PESCE DI NOME AMORE p. 77

IO, I MIEI AMICI E DOSTOEVSKIJ p. 96

Questa è la mia casa.
Debolezza e forza del mio fragile esistere
a questo mondo.
Gli amici mi telefonano e mi fanno:
“Ehi, ma che cazzo fai chiuso a casa tua?
Non vuoi venire al cinema?”
Io dico.
“No. Me ne sto a casa”.
“Ma a far che?
Vieni con noi
che ti fai quattro risate”.
I miei amici ogni tanto hanno bisogno
dei miei rari lampi di saggezza,
del mio sarcasmo disperato,
del mio sorriso alquanto enigmatico.
Ma io a casa penso alle mie cose.
Niente d’importante per carità,
poesiole, raccontini, romanzetti.
Ma pure forse io potrei essere Dostoevskij
e nessuno lo sa.
Ho un vulcano in attività dentro
e alla mia lava incandescente
devo dare il mio sfogo.
Forse le mie cose son belle
forse no.
Ma io devo tirarle fuori lo stesso.
Mi siedo al mio tavolo
e mi prendo a cazzotti col mio quaderno.
Ci sono lo stesso tre o quattro fantasmi
di miei vecchi amici con me
e con loro vado avanti
con il mio romanzo.
Tiro fuori il meglio e il peggio da loro
e da me.
Forse sono davvero Dostoevskij
e nessuno lo sa.
Ma va benone anche così. (pp. 96-97)

VENGONO SEMPRE A GUARDARMI p. 105

[…]
Parenti
amici
serpenti.
Guardano però i miei libri scritti
si spaventano
ma dicono sempre:
“Ma che cazzo scrive a fare
se è sempre più povero?”
Io dico loro:
“Ma a voi che cazzo ve ne frega?” (p. 105)
[…]
Il poeta fa a pugni con tutti,
perché guarda nelle anime
e non si scansa.
Alla fine tutti i borghesi
se ne vanno a casa loro,
il cuore contento
per aver visto un uomo libero e puro
arrancare nella più squallida povertà. (p. 106)

Il poeta va a caccia di malinconia
perché vuol far splendere forte
anche la sua più piccola felicità.
Questo tutti i borghesi non son capaci
nemmeno di capirlo.
Loro vedono un uomo sincero e buono
penare nella peggior solitudine
e se ne vanno a casa
con il cuore soddisfatto
della loro stessa meschinità. (p. 107)

LA SPERANZA p. 118

La Speranza
è il motore che fa muovere il tutto.
Gli aerei
come le macchinette del caffè.
I popoli
come gli individui.
Le tigri
come gli scarafaggi.
Ma gli uomini pensano di muoversi per terrore,
per paura,
per soldi.
E tutti vogliono una macchina
piuttosto che un amore.
Perché buttarsi all’inferno
è più facile che volare in paradiso. (p. 118)

COSÌ ALMENO DICONO I SAGGI

[…]
Allora quando dico che il denaro
non fa la felicità
non sparo cazzate
tanto per consolarmi.
Forse un po’ di saggezza di vita in più
farebbe bene a tutti
e non solo a noi squattrinati.
Il mondo ha il suo bel carico di dolori
e a chiunque nato sotto questo cielo
tocca di trascinare una parte.
E allora penso proprio
che è mille volte meglio aiutarsi
che fottersi. (pp. 134-135)

PUTTANA p. 142

LA VITA È UNA PAZZA CHE LE PIACE IL DEMONIO p.

*Copia n. 108 di 200…