GIUSEPPE D’AMBROSIO ANGELILLO – LA VERITÀ SUL PARADISO. BRICIOLE DI SAGGEZZA ROMANTICA

 

GIUSEPPE D’AMBROSIO ANGELILLO – LA VERITÀ SUL PARADISO. BRICIOLE DI SAGGEZZA ROMANTICA

ACQUAVIVA – II ED MARZO 2009

 

DIO è MORTO

 

[…]

Il vero deicida fu proprio il Cristo (cosa che gli Ebrei capirono alla perfezione immediatamente) in quel suo vedere la divinità nella possibile umana capacità di amare tutti gli uomini come proprio fratelli.

Se l’uomo ama, l’uomo è in grado di vedere tutto l’uomo, così Dio svanisce. Esso finisce di essere un problema perché la Divinità l’uomo la scopre finalmente come sua propria possibilità. (p. 8)

 

IL SENSO DEL TORMENTO

[…]

La frequentazione assidua degli uomini, obbligatoria necessità del vero artista, è violenta e velenosa, e il vero antidoto a ciò paradossalmente è una solitudine assoluta. […]

Quindi si soffre sempre per qualcosa, altrimenti se il nostro dolore fosse per davvero senza senso la nostra infelicità non sarebbe così grande e la nostra piaga nemmeno così sanguinolenta.

Il senso delle nostre sofferenze è sempre e soltanto il nostro stesso Paradiso. (p. 22)

 

SCIALBE NEGAZIONI

[…]

Se davvero la vita non ha senso allora anche la morte dovrebbe perdere tutta la sua potenza di negazione. (p. 23)

 

VIAGGIATORI

 

[…]

Quando tutto il mondo abbiamo attraversato che ci resta da rimpiangere?[…]

Il lamento della propria sorte infausta è tipica del sedentario negatore di qualsiasi orizzonte. (p. 25)

 

LA VERA MALINCONIA

 

La vera malinconia è autentico desiderio di Felicità. Così possono poi essere effettivamente compresi i Poeti. Comunicandoci a volte il tormento della mancanza ci indirizzano sulla via che pur tra amarezze e grandiose perplessità ci può portare al Bene. (p. 38)

 

IL DOLORE, L’AMORE

 

Il dolore non è mai vano perché rnde sempre più profonda la conoscenza. E più profonda la conoscenza tanto più forte la possibile Gioia.

[…] (p. 84)

 

FAME D’ANGOSCIA

 

Anche l’angoscia può essere una fame. La sfrontatezza dell’uomo contemporaneo può arrivare a delirii tali da gettarsi a capofitto nella tragedia quasi con tranquilla leggerezza. E tutto solo per dimostrare agli altri la propria grande tristezza.

Il brivido delal caduta attrae così potentemente proprio per l’estasi assurda di questo lampo di rivelazione. Come falene che corrono a bruciarsi alla lampada rovente. (p. 86)

 

LE NOSTRE COSE

 

Le nostre cose più care ci fanno meno soli. Perché i segreti più intimi della nostra coscienza si rendono visibili e ci parlano attraverso di loro. La nostra solitudine senza di loro sarebbe davvero insopportabile ma con loro la nostra camera chiusa è un universo pieno di creature animate, che usano il nostro stesso linguaggio e provano i nostri stessi sentimenti.

Qui la sensibilità umana dimostra di sapeer decifrare la realtà in modo altamente elaborato e in maniera fantasticamente sofisticata. (p. 99)

 

TRACCE

 

C’è sempre qualcuno che ti guarda con i tuoi stessi occhi. C’è sempre qualcuno che ti ama in assoluto silenzio, senza che tu sappia nulla.

Se solo fossi un po’ più attento alle persone che quotidianamente ti circondano non desidereresti l’irrealtà dell’irrangiungibile ma vedresti le tracce del Paradiso realmente esistente. (p. 105)

 

VOLUTTÀ DEL TORMENTO

 

Che ci sia voluttà nel tormento è cosa alquanto risaputa ma ciò che suscita alquanta perplessità è il fatto che tutto sommato è pur sempre la Felicità che si ricerca. (p. 112)

 

LA RICERCA DEL PARADISO

 

Il Denaro fa rifluire via il sentimento di umanità, il senso di appartenenza a una Nazione, perfino l’amore del padre verso il figlio. Ma se la Nave continua ad andare per questo mare vuol dire che di necessità qualcos’altro fa riaffluire ciò che il Capitale sottrae…

Piange a fiumi l’uomo e soffre ma la ricerca del Paradiso non la vuole interrompere. (p. 130)

 

TERRE PALUDOSE

 

La terra paludosa della sofferenza è transennata così pesantemente dal silenzio e dalla solitudine che altri silenzi e altri solitudini ne sono richiamati. (p. 131)

 

UNA VERGOGNA ASSURDA

 

Certi uomini arrivano a diventare pazzi pur di mascherare il proprio desiderio di Felicità. Una vergogna assurda pagata a prezzo del più totale smarrimento. (p. 145)

 

IL BARATRO DELL’ANIMA

 

L’Anima degli uomini è un baratro senza fondo da dove può venir fuori il demonio più lercio come pure, a sorpresa, il vero Cristo vivente. (p. 158)

 

SOLITUDINI

 

Annullarsi in un altro è un imprigionarsi di propria volontà in una solitudine altrui per sfuggire disperatamente dalla propria. Ma qualsiasi solitario non soppora mai una compagnia imposta. Né mai una solitudine sommata ad un’altra dà per risultato il dialogo. (p. 162)

 

L’ABISSO, IL CIELO

 

Non c’è fondo al peggio perché davvero l’abisso non ce l’ha, così come non c’è limite al meglio perché davvero il cielo è infinito. (p. 185)

 

CHI FA DEL BENE

 

Chi fa del bene non si aspetti altro che la propria coscienza tranquilla ma anche una certa amarezza a scoprire quanta poca considerazione abbia la generosità nel mondo degli uomini. (p. 186)

 

IL RIMORSO

 

Il rimorso è in grado di rodere i pensieri a tal punto da rendere del tutto vacua la coscienza. Se hai mancato non prender d’assalto l’abisso, si cava ben poco con la disperazione. Se non hai pietà di te stesso ti risulterà del tutto impossibile rimediare. (p. 195)

 

L’INNOCENZA

 

L’innocenza non è assenza di colpa ma purezza d’intenti. (p. 197)

 

RIDERE DI SÉ

 

Chi è capace di ridere di sé è capace anche di piangere per gli altri ma chi non è capace di ridere di sé è capace di ridere anche della morte di tutti gli altri. (p. 211)

 

SAPIENTI E IGNORANTI

 

Il sapiente non può avere successo tra gli ignoranti ma solo tra altri sapienti, in grado di apprezzare le sue conoscenze; tra gli ignoranti può aver successo solo un altro ignorante. (p. 235)

 

L’ANIMA È UNA CITTÀ

 

L’Anima è una città: l’Amore la popola all’inverosimile, l’indifferenza la svuota in un baleno per accidia e veleni. (p. 238)

 

PREZIOSITÀ

 

Ogni cosa è preziosissima in sé, anche il sassolina in mezzo alla strada. (p. 252)

 

AMARE LA VITA

 

La vita non bisogna sopportarla, bisogna amarla. (p. 264)

 

I PESSIMISTI

 

I pessimisti amano moltissimo la vita, ma sono degli innamorati che si dichiarano in maniera complicatissima. (p. 277)

 

ORGOGLIO

 

Chi non sopporta l’orgoglio degli altri vuol dire che vuole imporre il proprio. (p. 303)

 

IL RIMORSO

 

Il rimorso è un fardello stregato: più cerchi di scaricartelo e più s’appesantisce. (p. 319)

 

PENE SEVERE

 

Molte volte gli uomini esigono per sé una pena severa per poter rientrare attraverso la pietà nella comunità che loro stessi avevano offeso e ripudiato. (p. 321)