DINO BUZZATI – PAURA ALLA SCALA


DINO BUZZATI – PAURA ALLA SCALA
MONDADORI – Collana OSCAR SCRITTORI DEL NOVECENTO n. 715 – 1997

Copia n. 404

INTRODUZIONE
Di Fausto Gianfranceschi p. 5

PAURA ALLA SCALA p. 25

DINO BUZZATI – PAURA ALLA SCALA p. 49
All’attesissima prima alla Scala della Strage degli innocenti del discusso compositore Grossgemuth si reca anche il vecchio maestro Claudio Cottes…
La polizia si concentra intanto sull’attività del gruppo rivoluzionario dei Morzi, cui attivisti sono avvistati in zone centrali della città… Claudio, che vive per la musica nonostante abbia abbandonato l’attività concertistica e la cattedra di pianoforte, è ignaro dei fatti di politica e si prepara per recarsi alla Scala. Prima di uscire un uomo misterioso e sgarbato chiede per due volte al telefono di suo figlio Arduino, direttore d’orchestra… Attraversando le strade è infastidito dapprima da un musicista di strada, poi da Bombassei, suo ex allievo, che allude all’assenza di Arduino e alla presenza di “troppi amici in strada”… I cattivi pensieri svaniscono nel prender posto, osservando i presenti. A stonare, in un palco di terza, tre uomini vestiti di nero che sembrano completamente disinteressati alla rappresentazione…
Durante il primo intervallo iniziano a circolare voci su una presunta rivoluzione nel mentre scoppiata per le strade… Un sedicente conoscente, di cui non si ricorda, avvicina Claudio facendo allusione alla presunta imprudenza di Arduino… Sempre più inquieto il professore riprende posto in platea, fermandosi a osservare i tre in nero, ora divenuti quattro, durante il secondo intervallo. Il pediatra Ferro, cui chiede spiegazioni, dichiara trattarsi del Quartier Generale dei Morzi. Claudio ritiene così che il figlio si sia messo nei guai attaccando od osteggiando il gruppo… Alla fine del terzo atto dei Morzi non c’è più traccia mentre lo spettacolo si conclude con un grande successo… Mentre i non vip lasciano l’edificio, i pochi fortunati si spostano nella sala adibita a ricevimento dove si presenta anche l’autore, preoccupato della critica, e ignaro della presunta rivoluzione dei Morzi in atto. Nessuno osa lasciare il teatro, pur volendosi trovare in casa…
Il timore cresce tra gli esponenti dell’alta società, facendosi terrore nel povero Claudio che per via del figlio si aggira tra i vari gruppi in cerca di qualche notizia positiva…
All’una e dieci tenta di lasciare il teatro per avvertire il figlio, ma Donna Clara Portalacqua gli impedisce l’uscita. Secondo notizie attendibili, i Morzi sono infatti entrati in azione e stanno occupando anche la Prefettura. Uscire per le strade non è consigliabile, meglio rimanere in attesa… La donna va peraltro in cerca dell’onorevole Lajanni, considerato un esponente dei Morzi, dal quale ottenere un salvacondotto almeno per Grossgemuth… Questi rivela però di essere caduto in disgrazia proprio durante la rappresentazione, palesandosi poi come l’uomo misterioso che aveva avvicinato Claudio… Ad accompagnare il compositore è la stessa Clara, coperta dalle dicerie dei presenti… All’esterno tutto è buio e nessun segno di rivoluzione giunge in Teatro. Ma la paura spinge i presenti a barricarsi e spegnere le luci… Claudio telefona a casa ricevendo risposta dall’assonnato e irritato Arduino cui dichiara di aver dimenticato le chiavi temendo la chiamata potesse essere intercettata dai Morzi…
Un gruppo intanto si separa dagli altri, capeggiato dall’ingegner Clementi, che ha un figlio nel direttivo, per evitare di essere poi catturato dai rivoluzionari, asserragliandosi nello spazio riservato a Museo con tanto di luci accese per esser riconosciuti…
Alle tre di notte l’avvocato Costanz inizia a dichiarare che nulla è accaduto in città, ma un boato improvviso semina di nuovo il panico tra i presenti. Claudio, sebbene alticcio e barcollante per lo spumante bevuto, decide di uscire per tornare a casa, stramazzando in piazza dopo pochi passi. In molti credono sia stato ucciso, ma, poco dopo, con il sopraggiungere dell’alba, i netturbini mostrano che per davvero nulla è successo e che una suggestione negativa ha infettato le loro menti. Anche il professore si desta ritornando verso casa… Una fioraia porta alla nobile Bini un fiore…
IL BORGHESE STREGATO p. 74

Giuseppe Gaspari, quarantaquattrenne commerciante in cereali, raggiunge il paesino di montagna dove si trovano già in villeggiatura moglie e figlie. Incamminatosi per una passeggiata solitaria, resta deluso dal paesaggio, non alpino come avrebbe sognato… Una vita, la sua, mai coronata da piena soddisfazione e felicità…

E con amarezza considerava come tutta la sua vita fosse stata così: niente in fondo gli era mancato ma ogni cosa sempre inferiore al desiderio, una via di mezzo che spegneva il bisogno, mai gli aveva dato piena gioia. (p. 74)

Nei pressi di un costone ode alcuni voci verso le quali si muove. Sono alcuni adolescenti, che, abbigliati come primitivi, stanno organizzando un assalto con armi rudimentali e una tavola da usare come passerella a un fortino difeso da altri coetanei capitanati dall’imbattibile Sisto… Dimentico della propria età, Giuseppe s’immerge completamente nell’impresa, vedendo addirittura trasfigurare il paesaggio. Sisto lo scorge e trafigge con una freccia di legno… Quando a sera raggiunge ormai sfinito l’albergo, ha il tempo appena di sedersi su una sedia e godersi un breve momento di vittoria sulla meschina esistenza fin lì condotta…

Lui vero uomo, finalmente, non meschino. Eroe, non già verme, non confuso con gli altri, più in alto adesso. E solo. La testa pendeva sul petto, come si conveniva alla morte, e le raggelate labbra continuavano a sorridere un poco, significando disprezzo, ti ho vinto miserabile mondo, non mi hai saputo tenere. (p. 82)

SCORTA PERSONALE p. 83

Un giovane scorge sulle mura della città in cui vive un uomo con un bastoncello che da lontano lo osserva sparendo tuttavia al suo approssimarsi. Nel corso degli anni, ovunque il narratore si sposti, quell’enigmatica figura appare e scompare. Giunge la vecchiaia e la consapevolezza che quello è un angelo della morte che gli si paleserà di fronte al momento del trapasso. Una figura amica di cui non avere timore…

LE BUONE FIGLIE p. 88

Un uomo vive per le quattro figlie dedicando loro ogni pensiero e momento della propria esistenza. Ma le sue condizioni si aggravano di giorno in giorno, costringendolo a mentire e usare stratagemmi per non farlo notare alle figlie che non vuol mettere in apprensione. Giunto ormai in procinto del trapasso, viene informato del non ritorno a casa della più piccola, Maria, forse in casa di un giovane medico. Pur di non svelare le proprie condizioni, decide di uscire personalmente, stramazzando al suolo non appena raggiunto il marciapiede…

STORIA INTERROTTA p. 103

Uno scrittore, dopo dieci anni, decide di terminare una storia lasciata incompiuta e concernente una donna, Marietta, che canta alla finestra in attesa dell’arrivo di un cavaliere… Per trovare ispirazione torna nel paesino e nella locanda che l’avevano ispirato. Ma i luoghi, Marietta e i ricordi sono cambiati. La storia non può essere terminata…

Morta è dunque la vecchia storia dentro di me, senza che me ne accorgessi; rimasta rotta a metà; e oggi è tardi per ricominciare. (p. 108)

UN DIO SCENDE IN TERRA p. 109

Lord Claudius Amigon, latifondista e proprietario del quotidiano The Horizon, tornando a Londra dalla sua tenuta di Ghaven, entra in un locale di periferia per un guasto all’auto. Nella sala da tè ci sono già quattro avventori seduti allo stesso tavolo. In uno di essi riconosce il fantomatico capocorrettore dell’Horizon, Inverness, cui decide di presentarsi timidamente con il nome di Arturo Pross introducendosi nella loro conversazione sulla scomparsa della servitù. Amigon provoca, cercando di carpire l’opinione che i sottoposti hanno sul proprio conto. Ma l’umile dipendente resta sempre calmo e sulla propria posizione, invitandolo poi a visitare la propria abitazione, un tempo del poeta Owen… Amigon lo segue, scorgendovi la povertà e un figlio malato… I due si congedano, con Inverness, che l’ha riconosciuto, a dispiacersi per la propria condizione opposta a quella ben migliore dei ricchi…

UNA GOCCIA p. 121

In un casamento una goccia risale la notte per le scale destando ansia e paura negli inquilini…

NUOVI STRANI AMICI p. 125

Stefano Martella, direttore di una società di assicurazioni, muore a cinquant’anni. A sorpresa si ritrova in un luogo ameno, condotto da tale Francesco, credendosi in Paradiso. Al cospetto di un gruppo di altri ospiti, apprende da uno di essi, portato poi via, che in realtà si trova all’Inferno, costretto a vivere in eterno un’esistenza piatta e priva di emozioni…

LA CANZONE DI GUERRA p. 133

Il re dapprima e i generali poi si chiedono come mai, nonostante le sfolgoranti vittorie e la continua avanzata degli eserciti, i soldati si ostinino a cantare una triste canzone che termina con “dove ti ho lasciata una croce ci sta”… Dopo alcuni decenni le vittorie continuano a susseguirsi, ma nella capitale sono ormai sorti cimiteri sterminati per i soldati caduti, dando così un senso al fatale canto…

IL MOSTRO p. 139

Ghitta Freilaber, domestica e istitutrice della famiglia Goggi, un pomeriggio di giugno sviene dal terrore nell’imbattersi in un mostro ignoto nella soffitta… Ripresi i sensi, raggiunge la portinaia che, incredula, si allontana per l’arrivo del corriere… Ghitta riflette: forse si è solo suggestionata… La portinaia ritorna promettendo di mandare il marito a controllare. La sera il sig. Enrico sale in soffitta trovandovi unicamente un sacco nero contenente materiale da pesca nel luogo indicato dell’avvistamento. Ghitta si tranquillizza, divenendo però lo zimbello del caseggiato. Le battute la spingono tuttavia a ritenere che il mostro esista davvero… La notte, insonne, decide di salire trovando però la porta chiusa con un lucchetto di cui non ha memoria… Che ci sia un complotto per celare il mostro? L’indomani la portinaia dichiara di non avere la chiave, poi, in strada, Ghitta incontra il padre della portinaia che rivela che in passato un proprietario ha visto il mostro in soffitta vendendo subito l’appartamento per via di quell’orrorifico incontro… Quindici giorni dopo la portinaia risponde che la soffitta è stata affittata a una ditta, mentre Enrico dichiara che il lucchetto era stato collocato successivamente, senza più scherzare. Tutto ciò dà la certezza a Ghitta dell’esistenza del mostro…

IL NUOVO QUESTORE p. 152

Il nuovo questore, Platina, sale sulla rocca per osservare la città. In lontananza scorge una bandiera dalle insegne sconosciute. Decide così di recarsi in loco per vederla dal vivo, ma nessuno degli abitanti è in grado di dargli informazioni. Volgendo lo sguardo attorno, si accorge della presenza d’innumerevoli identiche bandiere in ogni dove a sfidarlo…

IL MIRACOLO DI RE IGNAZIO p. 156

Il re Ignazio viene ricoverato in ospedale ritrovandosi malato tra i malati e privo dell’autorità fin lì goduta… Operato, inizia ad emettere un lugubre e inquietante lamento che, con il passare dei giorni, comporta la guarigione di tutti gli altri malati e la sua sola permanenza in nosocomio… Un giorno si presenta una suora che, elusa la sorveglianza del giovane soldato di guardia all’ingresso per non lasciar passare la morte, entra nella stanza del Re. La donna si rivela proprio la morte che, però, nell’udire quel grido d’oltretomba arretra, costretta però dal soldato ad adempiere al proprio dovere e porre fine all’esistenza del re…

PRANZO DI GUERRA p. 175

Il narratore viene invitato dall’amico Antonio a pranzo. Le ore passano e l’altro, palesemente alienato, tra il freddo e il buio incipiente resta nella vana attesa del ritorno dell’amata andata via…

I RICCI CRESCENTI p. 180

Il magistrato Giovanni Auer viene disturbato durante il lavoro serale da un rumore proveniente dal salotto. Con somma sorpresa scorge tre ricci, due dei quali trascinano il terzo a pancia all’aria e apparentemente invalido… Tappato il buco da cui sono entrati, Giovanni si rimette al lavoro, disturbato poco dopo da un simile rumore ancor più forte. Sono gli stessi ricci di prima, ma diventati più grandi, i quali si mostrano in grado di parlare chiedendo solamente pazienta in attesa di poter passare… Poco dopo il rumore è ancor più forte. Il magistrato si arma di fucile, ma i ricci sono ora giganteschi. Il figlio giace sul divano e mostra la ferita che un uomo gli ha procurato lesionandogli la spina dorsale. L’autore del delitto è proprio Giovanni che, terrorizzato, s’inginocchia chiedendo pietà. I ricci anziché aggredirlo escono lentamente, con la mamma riccio a infliggergli una dura reprimenda per quel tipico comportamento umano di sopraffare i più deboli e agire vigliaccamente…

LE MONTAGNE SONO PROIBITE p. 187

I governanti impongono ai cittadini di salire sulle montagne, parlarne e guardarle… A malincuore tutti obbediscono, sebbene la presenza notturna di voci provenienti dalla montagna spinga alcuni a rischiare quasi di violare la Legge… Indegni delle montagne, gli uomini meschini…

L’UOMO NERO p. 193

Il narratore si decide a scrivere una storia finalmente positiva e non negativa come sempre, descrivendo una domenica felice nel paesino di San Rocco. Ma ecco che, dopo l’apparizione in una casa gialla di un uomo nero, la storia volge al peggio e nulla di quanto di positivo pensato si realizza…

IL RE A HORM EL-HAGAR p. 202

Horm el-Hagar, Valle dei Re. Nel cantiere per gli scavi del palazzo di Meneftah II il direttore dei lavori, Jean Leclerc, rinviene una stele. Un giorno viene informato della visita di un illustre archeologo straniero che si rivela essere un re in esilio, il conte Mandranico. Questi, vecchissimo e spocchioso, si presenta con due accompagnatori visitando velocemente gli scavi e visionando la stele. Gli operai lamentano tuttavia problemi dovuti a un sortilegio, fino a che, al momento di uscire, il conte si attarda presso la statua del Dio Toth che inizia a parlare terrorizzando tutti tranne il vecchio che la ritiene una sceneggiata… Mentre quello se ne va, la sabbie inizia a seppellire quanto fin lì emerso nel corso dei faticosi scavi…

LA NOTTE p. 215

La notte porta con sé paura e ansia crescenti. In molti odono rumori e fruscii, ignari trattarsi della morte che s’avvicina…

Ecco che cos’è: è la morte che viene, da tempo si è messa in cammino per ciascuno di noi e certe notti, nelle vecchie case deserte, allora la sentiamo venire. (p. 220)

LA FINE DEL MONDO p. 221

Un giorno in cielo appare un pugno gigante che si apre poi pronto a ghermire. È Dio nel giorno del giudizio universale. La popolazione cade nel panico e inizia a cercare la salvezza dell’anima nei rari preti che vede in giro. Uno di essi finisce nella disperazione: la sua anima da chi sarà salvata?…

QUALCHE UTILE INDICAZIONE A DUE AUTENTICI GENTILUOMINI (DI CUI UNO DECEDUTO PER MORTE VIOLENTA) p. 225

Il trentacinquenne Stefano Consonni nel tornare verso casa ode una sorta di ronzio che si rivela poi essere dovuto alle voci di due spiriti minuscoli, quelli del professor Petercordi e di suo nipote Max, medico ivi ucciso da un rapinatore. Con fare insinuante rivelano di essere sulle tracce dell’assassino cui rovinare la vita con il preannuncio della morte. Consonni cerca invano di liberarsi dei due, finendo per scoprire di avere un sarcoma al naso…

INVITI SUPERFLUI p. 234

Inviti superflui di un innamorato a una donna ormai lontana che l’ha probabilmente obliato…

SPAVENTOSA VENDETTA DI UN ANIMALE DOMESTICO p. 238

Una ragazza racconta al narratore una storia capitatale… Recatasi a trovare la zia, già ospite di alcuni amici, scorge un assurdo animale, simile a un pipistrello, che si offende quando la vede ritrarsi al suo approssimarsi. Rifiutando di bere il liquore che l’animale prova a offrirle, quello aziona un meccanismo che scatena una guerra in città…

RACCONTO DI NATALE p. 244

La notte di Natale un mendicante si presenta in Duomo per chiedere a Don Valentino, in servizio di preparazione per la messa dell’arcivescovo, un po’ di spirito divino. Il prete glielo nega, ma lo spirito si allontana. Valentino lo insegue, raggiungendolo presso una casa operaia e poi in campagna da un contadino, vedendolo allontanarsi sempre più al rifiuto di quelli a cedergliene una parte. Alla fine, tra la neve, al limite delle forze, apre una porta ritrovando in una chiesa al cospetto dell’arcivescovo circondato dalla luce divina…

HO DIMENTICATO p. 249

Un messaggero, dopo lungo viaggio, raggiunge la capitale da lande lontane. Ma il messaggio da riferire lo ha dimenticato e, come molti altri, viene ospitato alla reggia. Con il tempo riuscirà a ricordarne solamente una parte, con l’amarezza e l’ansia dell’inevitabile arrivo della guardia che gli chiederà di tornare nel paese natio…

LA SOFFITTA p. 255

In un pomeriggio d’estate un giovane pittore sale in soffitta in cerca di un vocabolario di latino da prestare a un amico, trovandovi delle mele. Mangiatane una, la trova di un sapore delizioso e mai provato. Numerosi dubbi e timori lo assalgono: chi le ha portate? Qualcuno lo sta tentando? Sono avvelenate? Mangiandone altre accresce ulteriormente la propria inquietudine…
Abbandonandosi ai piaceri della gola, il pittore divora le mele isolandosi dal mondo e facendosi pigro, incapace di dipingere… In città scoppia poi un’epidemia e così decide di fare un giuramento con Dio affinché lo risparmi in cambio dell’astinenza… La promessa viene mantenuta, ma la creatività non torna al pittore che, anzi, comincia a essere tormentato da una voce interiore che alla fine lo porta a mangiarne ancora… Affranto, stringe un nuovo patto con Dio: creare un capolavoro in cambio dell’astinenza… La prova viene superata, ma il successo ottenuto non dà soddisfazione alcuna al pittore, nuovamente vittima del demonio tentatore che di lì in avanti lo vincerà periodicamente. Poi, dopo decenni, eccolo lasciato solo, alle soglie della morte che gli varrà senz’altro la dannazione eterna…