BREVE STORIA DELLA LETTERATURA INGLESE. A CURA DI PAOLO BERTINETTI

BREVE STORIA DELLA LETTERATURA INGLESE. A CURA DI PAOLO BERTINETTI

EINAUDI – Collana PICCOLA BIBLIOTECA EINAUDI n. 260 – Ristampa 2021

PARTE PRIMA

DALLE ORIGINI ALLA FINE DEL SEICENTO

Di Rosanna Camerlingo p. 3

Quando dunque si parla di old english (antico inglese) per designare la lingua nella quale furono scritti i poemi di questo periodo si dovrà tenere conto che esso è composto dalla coesistenza di quattro dialetti appartenenti alla famiglia linguistica del germanico occidentale, dai quali emerse, per motivi storici e politici, il sassone occidentale parlato nel Wessex. In antico inglese fu scritto il primo poema europeo in lingua volgare, l’anonimo Beowulf, i cui 3182 versi sono del tutto incomprensibili al lettore inglese di oggi.

Scritto presumibilmente tra la metà del VII e la metà del IX secolo[…]. (p. 5)

Erano le comunità religioso che in questa fase elaboravano e trasmettevano la cultura, così come avveniva nel resto dell’Europa. […]

In tutte queste opere si sviluppa gradualmente quello che oggi chiamiamo middle english, la lingua in cui Chaucer scriverà i suoi capolavori. (p. 7)

Accanto alla figura del monaco, campeggia nel Medioevo quella del cavaliere. […]

In Inghilterra, il romanzo cavalleresco si sviluppa appieno solo nel XIII secolo seguendo due filoni principali: il ciclo bretone e quello carolingio. Protagonisti del ciclo bretone, le cui radici affondano nella mitologia celtica, sono la favolosa corte di re Artù e i cavalieri della tavola rotonda, mentre il ciclo carolingio, meno pagano e più cristiano del primo, celebra le imprese di Carlo Magno e dei suoi paladini. Ma è soprattutto il ciclo arturiano a venire riconosciuto come una specifica tradizione inglese, ed è dentro questo ciclo che nasce nel XIV secolo il capolavoro del genere, l’anonimo Sir Gawain and the Green Knight (Galvano e il cavaliere verde). (p. 8)

William Langland, forse un chierico nato nell’Inghilterra centrale (ca 1330-1386), scrisse un solo poema, The vision of Piers Plowman (Piero l’aratore)[…] Il poema appartiene, come Pearl, alla tradizione del dream-poem[…]. (p. 10)

*JOHN GOWER (1330-1408)

*GEOFFRY CHAUCER (1340-1400)

[…] fu tra i primi a portare a dignità letteraria la lingua volgare. Nella sua opera Chaucer adottò l’inglese di Londra[…]. (p. 14)

Il capolavoro di Chaucer è The Canterbury Tales (I racconti di Canterbury). (p. 16)

Il dramma medievale

Il teatro inglese ha il suo inizio formale nei rituali liturgici latini della Chiesa, alcuni dei quali venivano drammatizzati e recitati in volgare allo scopo di divulgare i contenuti religioso della bibbia alla popolazione illetterata.[…]

Queste drammatizzazioni avvenivano soprattutto nei giorni di festa e rappresentavano gli episodi cruciali della storia sacra, dalla creazione alla resurrezione di Cristo. (p. 19)

Simili nel loro contenuto religioso ed esistenziale, ma differenti sia per le storie rappresentate sia per i luoghi della rappresentazione sono i morality plays. Protagonisti dell’organizzazione e rappresentazione non sono qui i cittadini, ma compagnie di attori itineranti che usano come palcoscenico luoghi chiusi e contenuti come i cortili o gli atri delle case. Le storie inoltre non provengono dall’Antico o Nuovo Testamento, i personaggi sono personificazioni di virtù e vizi, e al loro centro c’è l’anima dell’uomo cristiano, assurto a uomo universale, in viaggio verso la salvezza. (p. 20)

[…] il ciclo di romanzi cavallereschi che Thomas Malory (? 1471) finì di scrivere nel 1469, e che fu pubblicato nel 1485 dall’intraprendente stampatore William Caxton (ca 1422-1491)). Caxton, che introdusse la stampa in Inghilterra[…]. (p. 22)

CAPITOLO SECONDO – IL RINASCIMENTO E SHAKESPEARE p. 24

*JOHN SKELTON (1460-1529)

*THOMAS WYATT (1503-1542)

[…] fu il primo poeta inglese che importò in Inghilterra la lirica italiana e latina. (p. 25)

*PHILIP SIDNEY (1554-86. Astrophil and Stella; A Defence of Poesie

*EDMUND SPENSER (1552-90)

The Faerie Queene si presenta come un libro inteso a educare la classe dirigente di Elisabetta. (p. 34)

Amoretti è una raccolta di ottantanove sonetti dedicati alla sua seconda moglie[…]. (p. 35)

Il teatro a corte

Così nacque l’interlude, breve composizione drammatica con un numero limitato di personaggi, generalmente allegorici. Esso si rivolgeva a un pubblico colto e aveva esplicitamente intenti didattici. Ma questa forma di intrattenimento fu ben presto sorpassata dalla nascita di rappresentazioni teatrali a pieno titolo. (p. 37)

Il teatro in città

Le nuove compagnie teatrali poterono sempre contare sulla protezione della corona e dei più potenti esponenti dell’aristocrazia, trasformandosi dai compagnie itineranti in compagnie stabili. (p. 39)

Per sottrarsi all’ostilità del governo cittadino, i primi teatri stabili vennero costruiti al di fuori delle mura cittadine, fuori cioè della giurisdizione delle autorità di Londra. Il primo teatro permanente di cui si ha notizia è The Theatre costruito nel 1576 a nord di Londra. (p. 40)

MARLOWE morì il 30 maggio del 1593. era nato solo ventinove anni prima, nel 1564[…]. (1564-1593)

*SHAKESPEARE (1564-1616)

Eppure Shakespeare non si curò affatto di pubblicare i suoi drammi. Essi furono raccolti per la prima volta nel 1623 da due attori della sua compagnia, John Heminges e Henry Condell, in uno dei più celebri in-folio della storia della letteratura. […]

[…] trentotto drammi, un canzoniere, due poemetti.

I drammi storici

Le opere drammatiche con cui questo provinciale venuto dal nulla tentò di scuotere le scene di Londra nei primi anni Novanta seguivano la moda senechiana e il gusto per il sensazionalismo di cui Marlowe aveva sperimentato il successo popolare. Titus Andronicus (Tito Andronico).[…]Henry VI[…], Richard III[…]. (p. 47)

Richard II; Henry IV; Henry V

Le commedie

Negli stessi anni Novanta in cui scrive i drammi storici, Shakespeare produce anche le sue commedie più brillanti. […] Midsummer’s Night’s Dream[…]. (p. 50)

As you like; The Twelfth Night.

Le tragedie

La trama di Shakespeare, tuttavia, si deve soprattutto a un gruppo di tragedie scritte tra il 1599 e il 1608 circa. (p. 55)

Romeo and Juliet; Hamlet; Othello; King Lear; Macbeth; Antony and Cleopatra

I romances: La tempesta

La poesia

Shakespeare fu anche un poeta grandissimo. […]

è nei Sonnets (Sonetti) tuttavia, che la poesia di Shakespeare raggiunge il suo picco più elevato e maturo. (p. 61)

CAPITOLO TERZO – IL PRIMO SEICENTO p. 64

Ben Jonson (1572-1637) fu il primo autore inglese che raccolse, curò e pubblicò le sue opere in un volume che apparve nel 1616 con il titolo di The Works of Benjamin Jonson[…]. (p. 65)

Jonson u uno degli scrittori più versatili e prolifici del suo tempo. Scrisse brevi e semplici elegie, epitaffi, epigrammi, odi, tributi agli amici (Shakespeaere e Donne), ad aristocratici, al re Giacomo. Per il teatro scrisse commedie e tragedie[…].

The Alchimist; Volpone;

Il teatro giacominiano

L’inizio del secolo vie un graduale ma deciso mutamento nel teatro. In primo luogo la sua struttura fisica: accanto ai teatri pubblici all’aperto sorgevano infatti i cosiddetti teatri privati, chiusi e relativamente piccoli. (p. 70)

*JOHN FLETCHER (1579-1625)

*THOMAS MIDDLETON (1580-1627)

La commedia diventa feroce e perde l’aura romantica delle commedie Shakespeare; la tragedia, d’altra parte, perde il suo centro e diventa, come in The Changeling, un vero manicomio. […]

È il cosiddetto murder play o «tragedia domestica». Una seconda via è la tragedia di vendetta, dove tutta la vicenda ruota intorno alla vendetta di un delitto lasciato impunito. (p. 73)

Accanto alle tragedie domestiche si moltiplicano nel periodo giacomiano le tragedie di vendetta; e lo scenario ideale per tali tragedie fu immancabilmente l’Italia. (p. 74)

*JOHN WEBSTER (1580-1625. The Duchess of Malfi)

*JOHN FORD (1586-1639)

I metafisici e Donne

Il termine «poeti metafisici» fu coniato da John Dryden e ripreso poi da Samuel Johnson per indicare spregiativamente, dal punto di vista dell’ideale classicista a cui entrambi facevano riferimento, un gruppo di poeti il cui più grande esponente è John Donne. […]

1)La predilezione di questi poeti per il wit, «spirito o arguzia»[…]

2)L’uso del conceit, «concetto» o «metafora ardita»[…]

3)La presenza di immagini mutuate dalle scienze, dall’astronomia alla medicina.

4)Il carattere colloquiale con cui il poeta si rivolge sia al lettore sia all’amata.

5)Il tentativo, per lo più riuscito, di rendere sensuale un concetto intellettuale. (p. 79)

*JOHN DONNE (1572-1631. Songs and Sonnets)

*GEORGE HERBERT (1593-1633)

*RICHARD CRASHAW (1612-1642)

*HENRY VAUGHAN (1621-1695)

I «Cavaliers»

Al gruppo dei poeti «metafisici» viene abitualmente contrapposto nelle storie letterarie un secondo gruppo di poeti denominato convenzionalmente Cavaliers. […]

Al contrario della poesia metafisica, la poesia dei Cavaliers persegue una perfezione formale e stilistica ispirata agli ideali della poesia classica, e in particolare a quella latina (Orazio, Virgilio, Giovenale). (p. 87)

*ROBERT HERRICK (1591-1674)

*THOMAS CAREW (1594-1649)

*JOHN SUCKLING (1609-42)

*RICHARD LOVELACE (1618-57)

CAPITOLO QUARTO – LA RIVOLUZIONE PURITANA E LA RESTAURAZIONE MONARCHICA p. 90

*ANDREW MARVELL (1621-78)

*JOHM MILTON (1608-1674)

Areopagitica; Comus; PARADISE LOST; Samson Agonistes;

Il suo scritto polemico più decisamente schierato rimane tuttavia The Tenure of Kings and Magistrate pubblicato subito dopo l’esecuzione di Carlo I nel 1649, in cui la sua fede repubblicana lo spinge a difendere la legittimità di mettere a morte un monarca che si è mostrato tiranno e corrotto. (p. 94)

Il Paradise Lost (Paradiso perduto) è insomma un poema eroico che racconta la tragedia di tutta l’umanità cristiana. (p. 97)

*JON BUNYAN (1628-1688)

Non fu solo Bunyan che contribuì nel Seicento alla nascita del novel in Inghilterra. Nel 1688 apparve un romanzo breve Orronoko, or the Royal Slave […] di Aphra Behn (1640-89)[…]. (p. 103)

*JOHN DRYDEN (1631-1700. Tragedie)

Il teatro

I teatri furono chiusi in Inghilterra nel 1642 dietro la pressione dell’attacco dei puritani[…]. Riaprirono immediatamente nel 1660 con il ritorno trionfante della corte di Carlo II; ma solo due compagnie furono autorizzate dal monarca stesso a esercitare la loro professione[…]. […] i nuovi edifici[…] vennero costruiti sul modello di quelli italiani e francesi. […]

Le novità più rilevanti furono due. La prima consisteva nelle scene mobili: le scene venivano cambiate facendo scorrere sul fondo del palcoscenico dei pannelli sui quali era dipinto il luogo dell’azione. […]

La seconda, clamorosa novità, furono i ruoli femminili non più impersonati da giovani attori, ma, seguendo l’esempio dei teatri continentali, da donne. (p. 109)

Il modello della tragedia era adesso Corneille, il grande tragediografo francese, e i principi dai quali trarre le regole prescrivere una tragedia «corrette» si trovavano nella Poetica di Aristotele. (p. 110)

La commedia

Ma fu la commedia la vera protagonista del teatro della Restaurazione. I modelli, ancora una volta, provenivano dal continente: dalla Spagna, ma soprattutto dalla Francia grazie alla grandissima produzione di Molière. (pp. 111-112)

Il genere che si andò lentamente affermando e che ebbe un più duraturo successo nel teatro inglese fu la cosiddetta London comedy, che ha per argomento oltre che secondo gli usi, i costumi e i personaggi della vita mondana londinese. […]

L’eroe di queste commedie, dunque, è colui che ha ed è wit. Egli, o ella, possiede una intelligenza pronta e acuta, che si manifesta in un linguaggio sfolgorante, fatto di aforismi e di fulminanti giochi di parole[…]. (p. 112)

*GEORGE ETHEREGE (1634-91. The Man of Mode)

Scettica, spregiudicata e cinica, la commedia di Etherege è il primo grande capolavoro di quel genere che si chiamerà comedy of manners che ruotava tutta sulla satira dei costumi dell’alta società londinese. (p. 113)

*WILLIAM WYCHERLEY (1640-1715)

Le sue commedie spesso prendono a prestito trame o spunti dalle commedie di Molière[…]. (p. 113)

*WILLIAM CONGREVE (1670-1729)

*GEORGE FARQUHAR (1677-1707)

PARTE SECONDA

IL SETTECENDO E L’OTTOCENTO

Di Silvia Albertazzi p. 119

CAPITOLO QUINDI – IL SETTECENTO p. 121

Definita ora «augustea» ora «illuminista», l’età che si era aperta con il regno di Anna si segnalò, anche attraverso il recupero dell’ideale classico, per l’esaltazione dell’intelligenza razionale sulla fantasia, per il tono spesso didattico delle opere letterarie, per l’attenzione alle regole imposte dai classici latini e greci e per il costante riferimento al loro esempio. (pp. 121-122)

La domanda di libri cresceva di giorno in giorno. […]

[…] poteva soddisfare il proprio desiderio di informazione e istruzione attraverso i periodici che nascevano e proliferavano fin dall’inizio del secolo[…]. (p. 122)

In questi giornali, la middle class osservava e si osservava, secondo comuni standard di giudizio e generalizzazioni dettate dal principio del decoro e dal buon senso[…]. (pp. 122-123)

*GEORGE ADDISON (1672-1719)

«Spectator»[…] pubblicato tra il 1711 e il 1712 e poi nel 1714, con una tiratura, inaudita per i tempi, di 10.000 copie a numero[…]. (p. 123)

*JONATHAN SWIFT (1667-1745)

The battle of the Books; A Modest Proposal for preventing the children of poor people from being a burthen to thei parents or country; GULLIVER’S TRAVELS

*SAMUEL JOHNSON (1709-84)

[…] per primo regolamentò, ordinò e spiegò la lingua inglese[…]. (p. 126)

*EDWARD GIBBON (1734-94)

Decline and Fall of the Roman Empire

*EDMUND BURKE (1729-97)

Reflections on the Revolution in France

Ma intanto, la figura chiave del Settecento, l’eroe borghese dell’età augustea, l’English merchant, s’è trasformato in colonizzatore[…]· Alla fine del Settecento gli Inglesi perdono, sì, le colonie americane, ma conquistano definitivamente l’India, «il gioiello della corona». (p. 129)

La poesia

*ALEXANDER POPE (1688-1744)

La sua poesia[…] didascalica, elegante, espositiva, di neoclassica chiarezza, si avvale soprattutto di una forma metrica – l’heroic couplet o distico eroico[…]. (p. 130)

Pope satireggia la vacuità della buona società del suo tempo. […]

Con la traduzione dell’Iliade in distici eroici, portata a compimento tra il 1715 e il 1720, Pope raggiunse la piena indipendenza economica. Primo tra i letterati inglesi, egli visse da questo momento soltanto del suo lavoro di scrittura, senza dipendere da padroni, mecenati, o booksellers. (p. 132)

Essay on man; Eloisa to Abelardo

Una nuova sensibilità

Ma già intorno alla metà del XVIII secolo, alla morte di Pope, si cominciarono a notare segnali di maggiore attenzione al processo poetico, alla poesia nel suo farsi, rispetto al prodotto finale. […]

Si parla convenzionalmente di age of sensibility in relazione alla temperie culturale svilupparsi nella seconda metà del Settecento e caratterizzata dal manifestarsi di segnali di diffusa malinconia, instabilità psicologica, inquietudine e marginalità sociale: in una parola, follia. […] la sensibilità della generazione successiva a Pope è segno della progressiva intrusione di elementi borghesi nel panorama poetico del tempo. (p. 134)

Ma il capolavoro della sensibilità malinconica di metà secolo si deve alla penna di un colto latinista, esperto di antichità classiche e germaniche: Thomas Gray (1711-71). Nel 1751 egli compose una Elegy Ertitten in a Country Churchyard[…]. (p. 135)

[…] trattato di Edmund Burke Enquiry upon the Origin of our Idea of the Sublime and Beautiful[…].

Non stupisce se, di l’ a pochissimi anni, apparvero raccolte di poesie medievali o medievaleggianti, in cui il senso del sublime si traduceva in paesaggi oscuri, meditazioni malinconiche sulla mote, immagini disarmoniche e metafore atte a suscitare emozioni violente: si va dai frammenti gaelici raccolti da James McPherson (1736-96) nel 1760 alle Reliques of Ancient English Poetry[…]; i Works of Ossian (Canti di Ossian)[…]. (p. 136)

Il Romanzo

Queste nuove classi di lettori chiedevano storie nelle quali immedesimarsi; nel tempo libero a loro disposizione volevano partire per un viaggio sulla pagina scritta verso mondi nuovi ma riconoscibili, reali[…]. (p. 139)

[…] la borghesia chiedeva di rispecchiarsi nel piccolo mondo di cui leggeva.

Questa fu l’innovazione del romanzo, narrazione fittizia di personaggi e azioni realistiche, rispetto a ogni precedente racconto fantastico avulso dalla realtà: non è certo un caso che gli Inglesi coniassero per questo nuovo genere un termine, novel, che sarebbe entrato nell’uso comune solo alla fine del Settecento, anche in opposizione a romance che, usato per indicare narrazioni fantasiose, improbabili e informi, per lo più di origine medievale, nel secolo dei lumi acquisì toni denigratori. (p. 140)

A tre «romanzieri per caso» – un instancabile viaggiatore e «giornalista» (Defoe), uno stampatore (Ruchardson) e un commediografo poi riciclatosi come avvocato (Fielding) – si deve la nascita del genere. (p. 141)

*DANIEL DEFOE (1660-1731)

Robinson Crusoe; Moll Flanders; Lady Roxana.

*SAMUEL RICHARDSON (1689-1761)

Pamela; Clarissa

*HENRY FIELDING (1707-54)

Shamela; Joseph Andrews; Tom Jones; Amelia.

*LAURENCE STERNE (1713-68)

[…] pubblicando una sorta di antiromanzo, The life and Opinions of Tristram Shandy[…]. (p. 153)

In A Sentimental Journey Through France and Italy […] Sterne porta a compimento sulla popolarissima letteratura di viaggio la stessa dissacrazione operata sul romanzo. (p. 155)

*OLIVER GOLDSMITH (1730-74. Il Villaggio Abbandonato; Ella si umilia per vincere).

*FANNY BURNEY (1752-1840)

Il romanzo gotico

[…] il rapporto con il divino e con la spiritualità, sono alle origini di un sottogenere narrativo che si sviluppò nella seconda metà del Settecento e che sembra avere come scopo precipuo la messa in discussione delle certezze del realismo borghese: il romanzo gotico. […]

The Castle of Otranto di HORACE ROBERT WALPOLE (1717-97)

The Mysteries of Udolpho di ANNE RADCLIFFE (1764-1823)

The Monk di MATTHEW GREGORY LEWIS (1775-1818)

Il teatro

*RICHARD STEELE (1672-1729)

*JOHN GAY (1685-1732)

Il nuovo teatro borghese omaggiava le virtù domestiche e faceva del palcoscenico il luogo privilegiato per la rappresentazione di quella sensibility che andava imponendosi nella cultura nazionale; lo spettatore si crogiolava nello spettacolo delle disgrazie altrui, versando profluvi di lacrime catartiche.

A questo teatro lacrimevole si oppose la comicità provocatoria di due autori irlandesi: OLIVER GOLDSMITH[…] e RICHARD BRINSLEY SHERIDAN (1751-1816). (p. 162)

CAPITOLO SESTO – IL ROMANTICISMO p. 164

Nel 1800, con la prefazione delle Lyrical Ballads di Wordswoth e Coleridge, appare il manifesto di quello che era destinato a imporsi come il più grande movimento di rottura nei confronti dell’estetica neoclassica dell’empirismo illuminista. Al culto della ragione, si oppone l’esaltazione della sensibilità emotica; alla limitata intelligenza umana, le illimitate possibilità dell’immaginazione; al realismo, la fantasia.[…]

[…] per i romantici scrivere è, invece, occupazione solitaria, esercitata per lo più «lontano dalla pazza folla», a contatto con la natura. (p. 164)

Se per i neoclassici l’universale, il generale e il normale erano categorie poetiche distintive, l’arte poetica romantica privilegia invece lo strano, il particolare e il sublime. (p. 165)

I poetiche

*WILLIAM BLAKE (1757-1827)

Songs of Innocence; Divine Songs for Children The Marriage of Heaven and Helle; Songs of Experience; Milton; Jerusalem

La prima generazione romantica

*WILLIAM WORDSWORTH (1770-1850)

*SAMUEL TAYLOR COLERIDGE (1772-1834. The Rime of the Ancient Mariner; Kubla Khan; Christabel; Frost at Midnight; Dejection; Biographia Literaria)

La seconda generazione romantica

*GEORGE GORDON, LORD BYRON (1788-1824)

Childe Harold’s Pilgrimage; Manfred; Beppo; Don Juan; Marino Faliero; I due foscari.

[…] Byron divenne in breve tempo l’epitome del poeta romantico maledetto[…]. (p. 176)

*PERCY BISSHE SHELLEY (1792-1822)

Ode to the West Wind; Prometheus Unbound.

*JOHN KEATS (1795-1821)

To the nightingale; To a Grecian Urn; To Melancholy; To Psyche; To ndolence; To Autumn; La Belle Dame Sans Merci.

Saggisti e romanzieri

*THOMAS DE QUINCEY (1785-1859. Confessions of an English Opium Eater)

*WALTER SCOTT (1771-1832)

Scott è soprattutto l’inventore del romanzo storico[…]. (p. 185) *JANE AUSTEN (1775-1817. Emma; Northanger Abbey; Pride and Prejudice; Mansfield park)

*MARY SHELLEY (1797-1851. Frankenstein)

CAPITOLO SETTIMO – L’ETÀ VITTORIANA

*CHARLES DARWIN (1809-92. The Origin of Species)

*JOHN STUART MILL (1806-73. On Liberty)

Il romanzo

[…] il romanzo vittoriano elaborò e articolò la potenza britannica ottocentesca[…]. (p. 195)

[…] illustrò l’avanzata delle classi medie, rivolgendosi apertamente a esse[…].

Moltiplicandosi gli scrittori che vivevano della propria penna, si assistente a un’inflazione letteraria dal valore disomogeneo[…]. (p. 196)

*CHARLES DICKENS (1812-1870)

Dickens è il cantore della classe media, soprattutto di quella piccola borghesia cui lo sviluppo industriale ha permesso di accedere a livelli sempre più alti nella scala sociale: bottegai, domestici, governanti, impiegati, garzoni di locanda sono presenti nei suoi romanzi accanto a un’umanità sofferente senza alcuna coscienza di classe, sfruttata dall’alta borghesia capitalista e rapace. (p. 198)

Il Circolo Pickwick; Oliver Twist; David Copperfield; Casa desolata; Racconto di Natale; Tempi difficili; Grandi Speranze.

*WILLIAM MAKEPEAC THACKERAY (1811-63)

Vainty fair

*CHARLOTTE BRONTE (1816-55. Jane Eyre; Shirley; Villette; The professor)

*ANNE BRONTE (1820-49. Agnes Grey)

*EMILY BRONTE (1818-48. Wutherings Heights)

*ELIZABETH GASKELL (1810-65. Mary Barton; North and South; Cranford)

[…] pioniera della working-class novel, il romanzo proletario, in cui si descrivono le squallide condizioni di vita degli operai delle nuove città industriali. (p. 208)

*GEORGE ELIOT (MARY ANN EVANS, 1819-89. The Mill on the Floss; Middlemarch)

Più lineare sembra la posizione di Anthony Trollope (1815-82), il cantore del vittorianesimo imperante, autore di quarantasette romanzi[…]. Barchester Novels; Barsetshire Novels (p. 212)

Fine secolo

[…] all’imporsi di una sorta di «naturalismo all’inglese» che, sul modello di quello francese, ma attenuandone i toni, scandagliava i lati più oscuri della vita del sottoproletariato urbano. A quest’ultima casistica appartengono, oltre alla slum novels che imperversavano negli anni Novanta come estrema propaggine del romanzo proletario alla Gaskell, le cupe narrazioni realistiche di George Gissing (1857-1903). (p. 212)

*WILKIE COLLINS (1824-89. The Moonstone)

*ARTHUR CONAN DOYLE (1859-1930. Sherlock Holmes)

*H. G. WELLS (1835-1902. The Time Machine; The War of the Worlds)

Un modo particolare di reagire al conformismo vittoriano è rappresentato dal nonsense, la scrittura dell’assurdo che scaturisce dalla distorsione del reale – contenutistica, stilistica, semantica, lessicale e persino tipografica. (p. 216)

*LEWIS CARROLL (1832-98. Alice’s Adventures in Wonderland; Through the Looking Glass)

*GEORGE MEREDITH (1828-1909. The Egoist)

*ROBERT LOUIS STEVENSON (1850-94. Treasure Island; Fables; Thre Strange Case of Dr Jekyll and Mr Hyde)

*RUDYARD KIPLING (1865-1936. Kim)

Con THOMAS HARDY (1840-1928) si chiude la grande stagione del romanzo vittoriano e si apre quella del romanzo moderno. (p. 223)

Jude the Obscure; The Return of the Native; Tess of the d’Urbervilles

La poesia

La spinta rivoluzionaria è esaurita; il mondo piccolo borghese in cui il poeta vittoriano si trova a vivere ha ben poco a che spartire con quello idealizzato – e vagheggiato – dai grandi romantici. (p. 228)

*ALFRED lord TENNYSON (1809-92)

*ROBERT BROWNING (1812-89)

*ELIZABERTH BARRETT BROWNING (1806-61)

I preraffaelliti e gli esteti

DANTE GABRIEL ROSSETTI (1828-82) fondò nel 1848 la Confraternita Preraffaellita, un gruppo di artisti […] dediti a perseguire, sotto l’influsso della critica ruskiniana all’industrialismo, un ideale realistico antiaccademico, di sapore spirituale e prerinascimentale, contro il meccanicismo vittoriano e il materialismo borghese. (p. 235)

*CHRISTINA ROSSETTI (1830-94)

PARTE TERZA

IL NOVECENTO E LE LETTERATURE IN INGLESE

Di Paolo Bertinetti p. 239

CAPITOLO OTTAVO – IL PRIMO NOVECENTO p. 241

Il modernismo

E modernismo fu il nome del vitalissimo movimento che, negli anni anteriori alla guerra, «distrusse» ciò che impediva la fondazione del nuovo – di quanto, cioè, venne poi pienamente realizzato nel dopoguerra. (p. 241)

*DOROTHY RICHARDSON (1873-1957. Pilgrimage)

La poesia

*WILLIAM BUTLER YEATS (1865-1939)

*T. S. ELIOT (1888-1965. Prufrock and Other Observations; The Waste Land “[…] crisi della civiltà occidentale vista attraverso il simbolo della perdita della fertilità” p. 248); Ash Wednesday; Four Quartets

*WYSTAN HUGH AUDEN (1907-73)

*DYLAN THOMAS (1914-53)

La narrativa

*JOHN GALSWORTHY (1867-1933. The Forsyte Saga; A Modern Comedy)

*JOSEPH CONRAD (1857-1924. Almayer’s Folly; Heart of Darkness; Typhoon; Shadow Line; Lord Jim; Nostromo; The Secret Agent; Under Western Eyes)

*FORD MADOX FORD (1873-1939)

Fu un operatore culturale di enorme importanza, soprattutto per il suo mensile «The English Review»[…] e per la sua «Transatlantic Review»[…]. Il suo capolavoro è The Good Soldier. (p. 260)

*EDWARD MORGAN FORSTER (1879-1970. Howards End; Monteriano A Romm with a View; A Passage to India)

*JAMES JOYCE (1882-1941. Ulysses; Dubliners; Portrait of the Artist as a Young Man; Finnegans Wake)

*DAVID HERBERT LAWRENCE (1885-1930. Sons and Lovers; Women in Love; Lady Chatterly’s Lover; The Fox)

*VIRGINIA WOOLF (1882-1941)

Mrs Dalloway; To the Lighthouse; The Waves; Orlando

*WILLIAM SOMERSET MAUGHAM (1874-1965)

*CHRISTOPHER ISHERWOOD (1904-86)

*GEORGE ORWELL (1903-50. Homage to Catalonia; Animal Farm; 1984

Il teatro

La letteratura drammatica dell’Ottocento inglese fu poca cosa. (p. 276)

Il teatro invece prosperò. […] Il melodrama, come dice la parola, prevedeva parti con musica, che nel secondo Ottocento scomparvero,; restò costante invece il fatto di mettere inscena passioni ed emozioni elementari[…]. (p. 277)

*GEORGE BERNARD SHAW (1856-1950. Mrs Warren’s Profession; Widowers’ Houses; Pygmalion; Heartbreak House.

La dimensione del teatro di Shaw è quella della commedia, dello sberleffo, della sfida intellettuale, del rovesciamento degli stilemi tradizionali, dei funambolismi di una razionalità illuministica percorsa dall’ironia e dal paradosso.

Il teatro irlandese

*JOHN MILLINGTON SYNGE (1871-1909)

*SEAN O’CASEY (1880-1964)

Tra le due guerre

NOEL COWARD (1899-1973)

*SAMUEL BECKETT (1906-89. Molloy; Malone muore; L’innominabile; Aspettando Godot; Finale di partita; Giorni felici)

CAPITOLO NONO – IL SECONDO NOVECENTO p. 288

Il teatro

Il teatro ha rappresentato il maggior contributo inglese alla cultura del secondo Novecento. […]

La prima scoperta del Royal Court fu John Osborne (1929-94), il cui testo d’esordo, Look back in Anger […] fece registrare un successo epocale. (p. 288)

*ARNOLD WESKER (1932. Brodo di pollo con orzo; Radici; Patatine di contorno; Una città dorata tutta per loro).

*JOHN ARDEN (1930. La danza del sergente Musgrave)

*HAROLD PINTER (1930-2008. Il custode; Il bicchiere della staffa)

La commedia

*ALAN AYCKBOURN (1939)

Dal laboratorio dell’alternative theatre

*SNOO WILSON (1948-2013)

Fine secolo

*SARAH KANE (1971-99. Dannati; Purificati; 4.48 Psicosi)

La poesia

*PHILIP LARKIN (1922-85)

*THOM GUNN (1929-2004)

*TED HUGHES (1930-99)

*SEAMUS HEANEY (1939-2013)

Il romanzo

I romanzieri che si affermarono negli anni Cinquanta[…] scelsero invece come ambiente sociale della loro opera narrativa quello piccolo-borghese e proletario della provincia, quello dei giovani dei ceti più modesti[…]. (p. 307)

*ALAN SILLITOE (1928-2010. Saturday night and Sunday morning)

*KINGSLEY AMIS (1922-93. Lucky Jim)

*GRAHAM GREENE (1904-90)

*WILLIAM GOLDING (1911-93. Lord of the Flies; Darkness Visible)

Al di fuori del realismo

*LAWRENCE DURRELL (1912-90. Black Book)

*ANTONY BURGESS (A Clockwork Orange; MF; A Dead Man in Deptford)

*JOHN FOWLES (1926-2005. The Magus; The French Lieutenant’s Woman)

*PETER ACKROYD (1949 (Hawksmoor; English music)

*JULIAN BARNES (1946 Flaubert’s Parrot)

*J. G. BALLARD (1930. L’Impero del sole)

Le scrittrici e la scrittura femminile

Amplissima e di grande rilievo è la presenza delle scrittrici nel panorama della narrativa inglese del secondo Novecento. (p. 315)

DORIS LESSING (1919-2013. The Grass is Singing; The Children of violence; The Golden Notebook)

McEwan e la generazione del dopoguerra

*IAN MCEWAN (1948. First Love, Last Rites; In Betwwn the Sheets; The Cement Garden; The Child in Time; The Innocent; Black Dogs; Atonement)

*JONATHAN COE (1961)

*IRVINE WELSH

*KAZUO ISHIGURO (1954. The Remains of the Day)

*TIMOTHY MO (1950. Sour Sweet)

HANIF KUREISHI (1954. The Buddha of Suburbia)

CAPITOLO DECIMO – LE LETTERATURE IN INGLESE p. 321

La letteratura più largamente in uso è quella di letterature postcoloniali[…]. (p. 321)

Africa

La letteratura africana irrompe sulla scena letteraria di lingua inglese con il romanzo del nigeriano di etnia ibo Chinua Achebe (1930-2013) pubblicato nel 1958, Things Fall Apart (Il crollo)[…]. (p. 326)

La corruzione dilagante e la brutalità dei regimi postindipendenza sono i temi che mossero la scrittura dello scrittore del Ghana Ayi Kwei Armah (1939): The Beautyful Ones Are Not Yet Born (1968)[…]. (p. 327)

Wole Soyinka (1934); James Ngugi (1938); Nuruddin Farah (1945); Ben Okri (1959); Gabriel Okara (1921); Christopher Okigbo (1932-67)

La letteratura del Sudafrica

André Brink (1935); Nadine Gordimer (1923-2014); J. M. COETZEE (1940. Foe; Age of Iron; Waiting for the Barbarians; Disgrace)

Australia e Nuova Zelanda

Il romanzo

Marcus Clarke (1846-81); Henry Lawson (1867-1922); Ethel Robertson (1870-1946); Christina Stead (1902-83); Patrick White (1912-90); Thomas Keneally (1935); Peter Carey (1943); Frank Sargeson (1903-82); Allen Curnow (1911-2001); James K. Baxter (1926-72)

Canada

Edwin Jogn Pratt (1882-1964); Stephen Leacock (1869-1944); Fredrick Philip Grove (1879-1948); Sinclair Ross (1908-96); Morley Callaghan (1903-90); Robertson Davies (1913-1995); Margaret Laurence (1926-87); Margaret Atwood (1939); Michael Ondatje (1943. The English Patient); Mordechai Richler (1931-2001. La versione di Barney); Irving Layton (1912-2006)

I Caraibi

Jean Rhys (1894-1979. Wide Sargasso sea); Samuel Selvon (1923-94. The Lonely Londoners); Wilson Harris (1921); V. S. Naipaul (1932); Derek Walcott (1930)

India

Raja Rao; R. K. Narayan (1906-2001); Anita Desai (1937); Amitav Ghosh (1956); Vikram Seth (1952. Suitable Boy); Vikram Chandra (1961); Arundhati Roy (The God of Small Things); Rabindranath Tagore (1861-1941); Sri Aurobindo (1872-1950); Kamala Das (1934-2009)

La diaspora indiana

Il più bello in assoluto, il più bello di quelli scritti in inglese negli ultimi trent’anni del Novecento, è Midnight’s Children[…] di SALMAN RUSHDIE (1947. Shame; The Moor’s Last Sigh; The Satanic Verse)

INDICE DEI NOMI p. 371

BREVE STORIA DELLA LETTERATURA INGLESE. A CURA DI PAOLO BERTINETTI
BREVE STORIA DELLA LETTERATURA INGLESE. A CURA DI PAOLO BERTINETTI