BAUDELAIRE – MORALE DEL GIOCATTOLO

BAUDELAIRE – MORALE DEL GIOCATTOLO
PROCACCINI – Collana FRAGMENTA n.4 – Marzo 1989
TRADUZIONE E NOTA DI Antonio Borrelli

***** Libro ricevuto in dono da Ludovico D’Amico il 06/06/2016 *****

MORALE DEL GIOCATTOLO p.7
(Morale du joujou)

Breve testo di Baudelaire, pubblicato per la prima volta in “Le Monde Littéraire” il 17 aprile 1853, nel quale l’autore tratta del gioco e dei giocattoli, tematica ben presente anche nel mondo degli adulti…

Il ricordo di un giocattolo ricevuto in dono anni prima dalla signora Panckoucke dà il via ad alcune considerazioni sui giocattoli…

Molti anni fa – quanti? non so; tutto risale ai tempi nebulosi della prima infanzia – fui condotto da mia madre in visita da una signora Panckoucke. (p.9)
C’era lì un mondo di giocattoli di ogni specie, dai più costosi ai più modesti, dai più semplici ai più complicati. […]
[…] io m’impossessai subito del più bello, caro, appariscente, nuovo, bizzarro dei giocattoli. (p.10)

Un pensiero torna sempre alla donna, la Fata dei giocattoli, ogni volta che si trova a passare di fronte alla vetrina di un negozio di giocattoli…

È a causa di questa avventura che non posso fermarmi davanti a un negozio di giocattoli e lasciare i miei occhi vagare in quell’inestricabile confusione delle loro forme bizzarre e dei loro colori variopinti, senza pensare alla signora vestita di velluto e pelliccia, che m’apparve come la Fata dei giocattoli.

Invero belli i negozi di giocattoli che, al proprio interno, racchiudono di fatto un mondo in miniatura…

C’è in un grande negozio di giocattoli una gaiezza straordinaria che lo rende preferibile a un bell’appartamento borghese. non vi si trova, in miniatura, tutta la vita, e molto più colorata, pulita e lucente della vita reale? (p.11)

I giocattoli diventano del resto gli attori della vita immaginaria cui i bambini danno vita nel giocare grazie alla propria fervida immaginazione…

Tutti i fanciulli parlano ai loro giocattoli; i giocattoli diventano attori nel grande dramma della vita, ridotto dalla camera oscura del loro piccolo cervello. i fanciulli attestano con i propri giochi la loro grande facoltà di astrazione e la profonda forza immaginativa. (pp.11-12)

Bambini che san giocare anche senza giocattoli, oppure, se ricchi, s’interessano dei balocchi dei coetanei più poveri, “giocattoli viventi” perché animali vivi…

A proposito del giocattolo del povero, ho visto qualcosa di più semplice ancora, ma più triste del giocattolo da un soldo: il giocattolo vivente. (p.14)
Ora, questo giocattolo che il sudicione molestava, agitava e scuoteva in una scatola graticolata, era un topo vivo. I genitori per risparmiare avevano tratto il giocattolo dalla vita stessa. (p.15)

Ma i giocattoli possono essere anche costosi, in particolare quelli scientifici come microscopi, caleidoscopi e simili…

I bambini si comportano poi in maniera differenti con i giocattoli, spesso influenzati dai genitori. Sono coloro che non usano gli stessi per non rovinarli, che non li donano, che li collezionano come reliquie…

Ora vorrei dire anche qualche parola sulle abitudini dei fanciulli rispetto ai loro giocattoli, e sulle idee dei genitori in questa commovente questione. ci sono genitori che non vogliono donare. Sono delle persone serie, che non hanno studiato la natura, e che rendono generalmente infelici tutti quelli che li circondano. non so perché m’immagino che esse puzzino di protestantesimo. Non conoscono né permettono i mezzi poetici di trascorre il tempo. […] Quando penso a un certo tipo di persone ultra ragionevoli e antipoetiche per le quali ho tanto sofferto, sento l’odio stringere e agitare i miei nervi. (p.17)

Altri genitori considerano i giocattoli come oggetti di muta adorazione![…]
È troppo bello per la tua età; te ne servirai quando sarai grande![…]
Del resto, ci sono bambini che fanno da soli la stessa cosa: non usano i loro giocattoli, li risparmiano, li mettono in ordine, ne fanno biblioteche e musei, e li mostrano di tanto in tanto ai loro piccoli amici pregandoli di non toccare. Diffiderei volentieri di questi bambini-adulti. (p.18)

Ma sono un numero limitato, giacché l’indole del bambino è quella di distruggere prima o poi il giocattolo che ha per le mani. Cambia solamente il lasso di tempo che intercorre tra la prima giocata e la distruzione…

La maggior parte dei marmocchi vogliono soprattutto vedere l’anima, alcuni dopo qualche periodo di esercizio, gli altri immediatamente. è la più o meno rapida irruzione di questo desiderio che fa la più o meno grande longevità del giocattolo. (p.18)

Il fanciullo gira, rigira il suo giocattolo, lo raschia, lo sbatte contro le pareti, lo getta a terra. Di tanto in tanto gli fa ricominciare i suoi movimenti meccanici, talvolta in senso inverso. La vita meravigliosa di arresta. Il fanciullo, come il popolo che assedia le Tuileries, compie uno sforzo supremo; infine l’apre, è il più forte. Ma dov’è l’anima? È qui che cominciano l’inebetimento e la tristezza.
Altri rompono subito il giocattolo, appena messo nelle mani, appena esaminato; e quanto a questi, confesso di ignorare il sentimento misterioso che li fa agire. (p.19)

IL MOVIMENTO DELLA GIOSTRA
Di Antonio Borrelli p.21

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