SINTESI DI STORIA GRECA (pt.1)

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PREFAZIONE
Il presente testo è una sintesi di Storia Greca. Non ha pertanto pretese storiografiche di alcun tipo, né aspira ad essere completo come un manuale. Nasce come mero strumento di aiuto e di supporto allo studio della storia greca, dal periodo antico alla morte di Alessandro Magno (323 a. C.), presentando i fatti in maniera diacronica. Le carte geografiche, fondamentali per una migliore comprensione delle vicende di volta in volta studiate, sono tratte (si veda la bibliografia) dai volumi di Domenico Musti (manuale universitario) e di Andrea Giardina (manuale per liceo classico). Le date, trattandosi di avvenimenti accaduti prima della nascita di Cristo (a. C.), saranno pertanto indicate senza l’abbreviativo a. C. Dove necessario comparirà l’abbreviativo ca., circa.
Stefano Fiorucci
LA GRECIA “ARCAICA”
Indicare la data d’inizio (e di fine) di una civiltà è estremamente difficile soprattutto se non ci sono dati e reperti che ci aiutino in siffatta opera di datazione. È questo il caso della Grecia (Grecia classica ovviamente), per la quale non è possibile fissare una data d’inizio e di fine. Basti pensare al contatto con i romani: è Roma che ingloba i greci oppure i greci (con la loro cultura) che s'”impossessano” dei romani e ne causano il lento declino? Al di là dunque delle supposizioni, cominciamo il nostro viaggio nella storia greca dal periodo neolitico (7000 ca.), passiamo poi al periodo minoico/miceneo, per addentrarci infine nella storia greca classica, ossia del periodo storico che inizia grosso modo dall’ VIII secolo e che vede la nascita delle poleis (nella loro forma classica VII sec.), le migrazioni (VII-VI sec.), le legislazioni (VII- VI) e via via fino al declino della civiltà greca relegata a un ruolo sempre più marginale, concludendo la sintesi con la morte di Alessando Magno (323). Ma andiamo per ordine.

 

Le prime tracce di “Greci prima dei Greci si hanno a partire dal neolitico allorché i primi gruppi umani si stanziano sul territorio (della penisola greca) dedicandosi ad agricoltura e pastorizia. Le tracce di questi primi stanziamenti umani, attestate da reperti archeologici, sono quindi del 7 millennio ac circa (tardo mesolitico). È possibile suddividere quest’epoca in: VI millennio= neolitico antico; V= neolitico medio e IV=neolitico recente.A caratterizzare il passaggio al Neolitico (dal Mesolitico) sono proprio la diffusione della ceramica e la costruzione di edifici a pianta quadrangolare con muri di argilla.

È tuttavia soltanto dal “Medio Neolitico”, 4.000 ca., che sono documentabili forme organizzate di vita sociale, con gruppi umani sedentari dediti a caccia, allevamento e agricoltura ma soprattutto primitivi insediamenti urbani con case e fortificazioni a loro difesa nonché figurine in terracotta dalla forma ferina o antropomorfa. Gli edifici, spesso raccolti in primordiali agglomerati urbani, presentano la diffusione di muri in mattoni e primitive fortificazioni difensive. Sulla ceramica poi, compaiono decorazioni lineari.

Nel neolitico recente le fortificazioni si fanno ancor più articolate (mura concentriche) e le decorazioni sui vasi, sempre più complesse e articolate, prendono forme a spirale, non più solo lineari.

 

L’ETÀ DEL BRONZO
L’età del bronzo va, in Grecia, grosso modo dal 2800ac al 1100 ac. A seconda delle aree geografiche prese in considerazione assume diversa denominazione: Elladico, Cicladico (Isole) e Minoico (Creta). È convenzionalmente diviso in Antico, Medio e Recente.

 

Lo sviluppo della civiltà prosegue nei millenni seguenti (età del bronzo 2.800-1.100, ca.) complice la migrazione di popolazioni dall’Asia Minore e dall’Egeo Settentrionale (la più nota è la migrazione Achea del 2.000-1.800, attestata dalla diffusione della «minia», la ceramica grigia).
La civiltà minoica (Età del bronzo), la più conosciuta e la più fiorente, concerne essenzialmente la zona di Creta e si divide convenzionalmente in tre fasi: antica, media, recente. La fase antica (2.800-2.000 ca) è caratterizzata dallo sviluppo della lavorazione del metallo (oltre che della ceramica), attestato dai numerosi gioielli e armi ritrovati. È la fase «prepalaziale».
Il Minoico Medio (2000-1570 ca) vede la nascita dei «Palazzi» (fase palaziale): nei principali agglomerati dell’isola (Cnosso, Festo e Mallia, dal 1900ca) sono costruiti edifici che sviluppano altri ambienti attorno al Megaron, lo spazio quadrangolare di base degli edifici fin lì costruiti. Nei secoli successivi i palazzi sono a più riprese ricostruiti e ampliati, raggiungendo il massimo sviluppo (dal 1700ca) con tanto di sale di rappresentanza e di “teatri”. Resta ignoto il motivo per cui questi palazzi siano stati “ristrutturati”: sviluppo e dinamismo sociale? Fenomeni naturali distruttivi? Invasioni?
La ceramica si fa sempre più complessa con rappresentazioni di giochi, temi naturalistici, figure antropomorfe (da notare: mai di armi). Sulle pareti dei palazzi fanno la comparsa stupendi affreschi, sintomo evidente di una società organizzata e vitale.Dal Minoico Medio al Tardo Minoico si diffonde anche una forma di scrittura sillabica (la Lineare A), non ancora decifrata, che sarà ripresa dai Micenei. Molti sono poi i segni di contatti con le società orientali: Egitto, Siria e Mesopotamia. I nuovi palazzi mostrano il potere esercitato dal signore sugli abitanti del territorio limitrofo.

Ci sono contatti con la società Elladica? Molto probabilmente si, nell’arte, nella cultura, nella scrittura e nell’architettura. I palazzi si diffondo anche nelle isole delle Cicladi, a Micene, Tirinto, Pilo. Non a caso è questo il periodo in cui i cretesi esercitavano un controllo capillare sui mari, definito in greco “Talassocrazia” (Tucidide), una sorta di dominio “territoriale” sul mare e non semplice egemonia come sarà poi quella dei Micenei. Si vedano ad esempio gli affreschi ritrovati a Tera che mostrano navi cretesi giungere a ritirare merci. Prova ulteriore di questo controllo del mare avviato da re Minosse e dell’espansione sul territorio greco sono i resti di palazzi che si hanno infatti a Micene, Pilo, Tebe, Atene. (I palazzi micenei erano però generalmente costruiti su acropoli, peculiarità che dimorerà intatta nei secoli a venire, con le poleis). E come non considerare il mito del Minotauro? Qualcosa di vero doveva pur esserci.
*******LA LEGGENDA DI MINOSSE

Minos era il termine con il quale veniva indicato il potere regio. Da quel nome, il mito di Minosse, capostipite cretese, figlio di Zeus ed Europa. Re di Creta, sacerdote e legislatore, ottenne da Poseidon il dominio del mare Egeo e poi, dopo la morte, giudice dell’Oltretomba. Da una relazione tra sua moglie Pasifae e un toro nacque il Minotauro (toro di Minosse). Catturato da Eracle, fu rinchiuso nel labirinto (costruito da Dedalo) dallo stesso Minosse che, sconfitta Atene, le impose un tributo di fanciulli e fanciulle da sacrificare all’orrido mostro. Teseo però, aiutato da Arianna, uccise il Minotauro…
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Il passaggio in mano micenea, sebbene ignote ne siano le cause, dimostrano un ulteriore contatto tra queste due civiltà e un “passaggio” di consegne nel potere (violento? non violento?). I contatti più evidenti sembrano quindi esserci, oltre che nell’architettura, nella presenza di “teatri”, di affreschi alle pareti dei palazzi, nei corredi funebri, nella ceramica, nell’oreficeria e… nella SCRITTURA. Se la Lineare A non è mai stata decifrata, la Lineare B (1200 tavolette ritrovate a Pilo, 4000 a Cnosso) lo è stata e ci ha illuminato su diversi aspetti di queste due società.
Proprio le tavolette ritrovate a Pilo (più lunghe e articolate di quelle ritrovate a Creta) e a Cnosso, scritte con la cosiddetta “lineare B”, ci danno una miriade di informazioni sulla civiltà minoica (liste di persone, oggetti, affitti, tributi) e sulla Grecia arcaica. La società che dai suddetti reperti emerge, è una società fortemente centralizzata, con la comunità terriera circostante il palazzo sottoposta all’autorità del wanax (il signore), affiancato da un comandante militare (lawaghetas) e da un’aristocrazia militare e terriera. I gradini più bassi sono occupati dai lavoratori liberi e dai servi (douloi).Il declino di questa fiorente civiltà si verifica nel periodo “recente”, all’incirca dal 1.200 ca. I palazzi vengono infatti distrutti [ignote le cause: disastro naturale? Incendio? Devastazione umana (attacco esterno o rivolta interna)? Non si può stabilirlo con esattezza, mancando fonti che ci illuminino al riguardo] e mai più ricostruiti. All’interno di questo quadro di decadenza micenea si inserisce la migrazione di un popolo di origine indoeuropea: i Dori.

Il loro arrivo in terra ellenica e il conseguente controllo dei centri micenei si verifica in particolare nelle regioni di Argolide, Laconia e Messenia (mentre in Tessaglia si stanziarono i Tessali, appartenenti al ceppo etnico degli Ioni), senza attacchi o distruzioni, bensì con graduale processo di occupazione. Ecco dunque composto il quadro etnico che caratterizzerà la storia della Grecia “classica”: Dori, Eoli (Beozia e Tessaglia), e Ioni (Attica ed Eubea) stanziatisi in Grecia a partire dal 1500 ca.

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