OSAMU TEZUKA – LA FENICE 12. IL LIBRO DELLA GUERRA CIVILE II

OSAMU TEZUKA – LA FENICE 12. IL LIBRO DELLA GUERRA CIVILE II

HAZARD EDIZIONI – I ed Dicembre 2009

TRADUZIONE: Francesco Nicodemo

Febbraio 1181. Taira è in fin di vita in preda alle febbri… Obu, venutolo a sapere, si carica in spalla l’uccello di fuoco ucciso dal suo carceriere raggiungendo il palazzo imperiale. Ma le guardie, scambiandola per una mendicante, non la lasciano entrare. Miyoun, di passaggio, la riconosce consentendole l’accesso fino al capezzale del vecchio che muore subito dopo aver terminato di bere il sangue dell’uccello. Alla notizia della morte di Taira, la fazione avversa scatena una rivolta che costringe la famiglia reale alla fuga… Yoshinaka marcia infatti su Kyoto con le sue truppe mettendo a ferro e fuoco la città. Miyoun decide di riceverlo per parlamentare, non prima di aver convinto Obu a fuggire… Il nobile samurai si mostra interessato unicamente all’uccello di fuoco e, non trovandolo, fa appiccare il fuoco al tempio dopo aver peraltro ferito Myoun… Alcuni soldati raggiungono la montagna in cerca di Obu, trucidando i giovani guerrieri mendicanti. Solo il carceriere della donna riesce a fuggire incolume… Ushikawa convoca Benta che, accommiatatosi dalla moglie Hinoe, parte per attaccare la capitale…
20 gennaio 1184. Ushinakawa ordina ai soldati di guadare il fiume nonostante il buio e l’acqua gelida. Benta decide di costruire una zattera su cui sale assieme ai suoi vassalli che, trascinati via dalla corrente, approdano nell’altra sponda più a valle ad osservare i soli cadaveri rimasti in terra al termine della battaglia. Il gruppo viene attaccato dal ferito Shida che, ormai morente in vista di Kyoto, chiede a Benta di portare al nipote, Yoshinaka, l’uccello di fuoco che detiene in un Oi appartenuto a Taira… L’indomani, mentre Yoshinaka e la moglie Tomoe combattono contro l’esercito di Yoshitsune finendo per rimanere gli unici superstiti. Stanno per incamminarsi per il Nord, ma la notizia del deposito dell’uccello di fuoco da parte di Benta, fa tornare sui propri passi il samurai che resta impantanato in una risaia finendo ucciso con le frecce da uno dei piccoli mendicanti della montagna…
Yoshitsune rifiuta di tornare indietro come ordinatogli dal fratello…
Obu chiede a Munemori di rafforzare le difese della città dal lato del monte, colpevolmente lasciato sguarnito… Poco dopo parte con uno dei samurai in ricognizione, imbattendosi nelle truppe guidate da Yoshitsune Ushiwaka che ha nel frattempo ordinato a Benta di appiccare il fuoco alle case presenti per illuminare il cammino… Buri il mendicante ragazzo decide di andare a parlare con Ushiwaka per far cessare le violenze contro i civili, ma, strada facendo, s’imbatte in Obu e nel samurai… Il giovane viene disarmato ma, approfittando della distrazione del samurai che ne ha riconosciuto in lui il figlio, elimina l’avversario. Raggiunto Ushiwaka viene da questi ucciso prima dell’inizio della marcia verso la capitale. Benta piange Buri, ennesima vittima della guerra…

22 marzo 1185…
Ushiwaka ordina di avanzare con il maltempo per raggiungere la spiaggia dove poter attaccare la flotta nemica. Durante la marcia i tre vassalli di Benta perdono la vita…

25 aprile 1185…
Il giorno della battaglia decisiva è finalmente giunto. Incredibilmente Benta e Obu riescono a vedersi, ma la donna rifiuta di raggiungerlo. Benta non si rassegna e riesce a salire sulla sua stessa barca, ma appena dopo di Ushiwaka che uccide Obu… La battaglia si conclude con un inaudito massacro, la vittoria delle truppe di Ushiwaka, il suicidio di quasi tutta la famiglia e la condanna a morte dei nobili presi in ostaggio…
Benta odia profondamente Ushiwaka al punto da tentare di ucciderlo, mentre il fratello del giovane samurai farà di tutto per impedirgli di impossessarsi dell’uccello di fuoco… Yoritomo fa di tutto per convincere l’imperatore a farlo tornare a casa, finendo per essere costretto a inviargli contro un sicario. Al fine di evitare una spedizione punitiva di Yoritomo, l’imperatore condanna all’esilio Ushiwaka e che riparte nottetempo con Benta… Dopo lungo peregrinare il gruppo riesce a tornare a Hiraizumi, alla corte dei Fujiwara… Ma Fuhjiwara ha cambiato schieramento e allora Ushiwaka torna da Benta per imporgli di combattere contro gli assalitori. Il taglialegna, ricongiuntosi con Hinoe e stufo della guerra rifiuta finendo per uccidere lo stesso generale e i suoi vassalli. Poi, portando sulla schiena la moglie, si allontana bersagliato dalle frecce. Di lui e di Hinoe non si sa altro…

Taira e Ushiwaka si ritrovano al cospetto della fenice che gli preannuncia la rinascita per un nuovo scontro e una morte l’uno per mano dell’altro.
Taira rinasce scimmia che ha sovente reminiscenze di una vita umana. Un giorno viene ferito e sconfitto da una giovane scimmia nera e costretto ad allontanarsi. Lo soccorre il monaco monco Tengu… Durante la convalescenza Akabei, questo il nome ricevuto dall’umano, continua a rivivere scene di vita di un umano…
Un giorno il monaco porta un cucciolo di cane, Shirobei, con il quale la scimmia avvia una forte amicizia. Dopo un anno, grazie al cane, Akabei riprende il controllo del branco di scimmie. Il tempo passa e i due amici diventano nemici per via del numero dei propri simili che attraversa il bosco… Lo scontro è inevitabile e i due si uccidono vicendevolmente, seppelliti vicini da Tengu…

POSTFAZIONE
Di Osamu Tezuka