MARIO MONICELLI – IL MARCHESE DEL GRILLO

MARIO MONICELLI – IL MARCHESE DEL GRILLO
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(Galleria fotografica; Alberto Sordi – biografia essenziale)

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Roma. 1809. Il marchese Onofrio Del Grillo, della corte di papa Pio VII, conduce una vita d’ozio fatta di capricci e lusso. I servitori possono lavorare a pieno ritmo solamente dopo che questi si è svegliato a giorno già inoltrato. Si diverte a fare scherzi, lanciando ad esempio agli accattoni che chiedono primizie anche pigne…
I familiari sono tutti alienati: la sorella Camilla dall’alito pestilenziale; il cognato Rambaldo che gli chiede di raccomandarlo al papa affinché non venga trasferito a Macerata; il nipote che si confessa continuamente per ossessiva masturbazione; la madre bigotta che si scaglia contro i francesi rei di introdurre attrici nel teatro o la scostumatezza della nipote Genuflessa; lo zio monsignor Terenzio che vuol far beata un’antenata, tale Quartina…
Alla folla che chiede di essere risarcita per le pigne lanciate in precedenza, getta monete incandescenti…
Trasportando in spalla il papa, Onofrio inciampa continuamente. Più tardi mostra alcuni suoi possedimenti al capitano francese Blanchard. Durante il tragitto s’imbattono in Don Bastiano e nella sua banda. L’uomo era un sacerdote, divenuto bandito dopo aver ucciso il cugino di un barone che aveva disonorato la sua famiglia ingravidandone la sorella…
Arrivati a un’antica villa ormai abbandonata, il marchese sconvolge l’ospite rompendo sedie e mobilia antica per fare il fuoco e vederlo poi giocare con una squallida donna che ritiene strega cui getta soldi infuocati che lei prende al volo senza problemi. A Blanchard chiede poi di far partire per Macerata al più presto il cognato Rambaldo…
Una sera, recatosi con il fido Ricciotto a giocare a carte in una bettola, il nobile si trova invischiato in una rissa. Il pingue maresciallo delle guardie pontificie arresta tutti, compreso il marchese. Il sopraggiunto commissario lo riconosce, liberandolo assieme a Ricciotto. Sarà il maresciallo a finire agli arresti in barba al principio di uguaglianza della legge…
Di un altro scherzo è vittima un rigattiere che si ritrova l’ingresso del negozio murato e sostituito da un orinatoio fattovi installare dal Marchese che si fa ivi trovare durante la minzione…
Rientrato a casa a pieno giorno, elusa la messa, l’amministratore gli fa firmare alcuni conti, poi gli parla dell’ebanista Aronne Piperno che vorrebbe essere pagato per il lavoro svolto. Il marchese decide però di non pagare l’uomo, ebreo, invitandolo a rivolgersi al giudice per dirimere la questione. All’amministratore, prima di coricarsi, impone di corrompere i giudici per non pagarlo. Vuol sperimentare se i soprusi di un nobile siano ancora superiori alle legittime richieste dei poveri. Al Piperno toccherà anche la pubblica gogna…
Un giorno tutte le campane di Roma suonano a morto e il papa viene a sapere che è stato il marchese Del Grillo a commissionare in tutta la città lo scampanio. Adirato, il papa lo manda a Castel Sant’Angelo in meditazione. Il nobile non se ne preoccupa, sollazzandosi tra le gonnelle di una servitrice, la procace Faustina… Al papa spiega che le campane le ha fatte suonare per celebrare il funerale della giustizia dopo l’atto di corruzione messo in atto nel caso Piperno. La reclusione assegnatagli è di trenta giorni…
Camilla e Rambaudo partono per Macerata, mentre Faustina e la madre giungono alla residenza del marchese per dirgli che la ragazza è incinta. La discussione viene troncata dall’ordine d’adunata della guardia papale. Dopo la scomunica impartita dal pontefice a Napoleone, si è infatti deciso di far giurare i nobili e affidargli a rotazione la difesa dello Stato Pontificio… Durante l’ultima notte di turno del marchese e dei suoi uomini, questi, intenti a giocare con le rane, lasciano entrare i francesi. Il tutto in assenza del marchese che nel mentre si era recato a casa di Faustina per sorprenderla con il suo amante. Smascherato l’inganno, è lì che il marchese riceve la notizia della cattura del papa. Simula quindi di esser stato ferito durante l’inesistente difesa del pontefice facendosi ricondurre a casa…
Recatosi a teatro, il marchese si gode la prima di uno spettacolo nel quale, per la prima volta a Roma, una donna vera, la soprano Olimpia, canta e recita tra gli insulti e gli schiamazzi dei castrati. Lo spettacolo finirà in zuffa e con il lancio di ortaggi dai palchi. Onofrio invita a pranzo il generale francese di cui era stato ospite a teatro e di Olimpia, subendo però il boicottaggio della famiglia. Alla madre cerca di far cambiare idea, ma la vecchia si mostra asserragliata su posizione retrograda e antifrancese. Rimasto con la sola Olimpia, il marchese decide di portarla nella sua locanda preferita in abiti plebei. Mentre mangiano viene scambiato per tale Gasperino il Carbonaio la moglie del quale fa una scenata che costringe il proprietario a cacciarli dal locale. In città si sta svolgendo un’esecuzione e i due vi si recano. Ma il condannato è Don Bastiano che, fieramente, presta fede alle proprie convinzioni andando con fierezza incontro alla morte… La sera Olimpia s’imbatte nel corpo addormentato dell’ubriaco Gasperino. Il marchese, visto l’uomo, ha un’idea per un nuovo scherzo: portare a casa sua Gasperino per fargli credere di essere un nobile. Al risveglio il poveruomo è scosso ma, dopo un rito esorcistico di Terenzio e la proposta di Ricciotto di uscire in carrozza, si calma…
Olimpia deve tornare a Parigi e propone a Onofrio di seguirla. Ma ecco Ricciotto che dice al marchese che Gasperino vuol vedere la bottega. Il nobile è così costretto a prenderne il posto convincendo il plebeo di essere davvero il marchese…
L’uomo si adatta alla vita dei ricchi, facendo i conti e licenziando il disonesto amministratore, facendo sesso con la provocante Genuflessa che lo credeva lo zio e bevendosi il vino presente in cantina… Ubriaco Gasperino viene poi fatto partecipare al rosario addormentandosi. Ma ecco Onofrio tornare in scena e dichiarare alla madre di aver dimostrato la giustezza dell’uguaglianza delle persone. Si sono infatti tenuti in casa un carbonaio solo perché abbigliato da nobile. Annuncia quindi la prossima partenza per la Francia…
Gasperino viene intanto riportato alla sua bottega, riadattandosi a fatica all’umile vita e straparlando del breve vissuto da nobile, prendendosela con la moglie rea di averlo svegliato da un sogno bellissimo…
L’avanzata di Onofrio e Ricciotto si rivela più difficoltosa del previsto tra soldati francesi in rotta e mercenari italiani che dopo la sconfitta di Napoleone si ritirano mangiandosi i cavalli del marchese. Onofrio decide così di fare ritorno a Roma…
Il ritorno del papa viene festeggiato da tutta la città… Il papa lo fa arrestare per tradimento…
All’osteria Gasperino viene deriso per i suoi racconti sulla vita condotta come Marchese Del Grillo. Il pingue maresciallo pontificio giunge per arrestarlo, credendolo il nobile. Lui, felice di poter essere creduto, si lascia portare via…
Il papa decide di condannare a morte il marchese del Grillo…
Alla famiglia Del Grillo non si fanno scrupoli nell’aver fatto arrestare Gasperino al posto di Onofrio che giunge a Roma proprio mentre qualcuno con il suo nome sta per essere ghigliottinato: Gasperino. Onofrio sta per intervenire, ma un ecclesiastico sospende l’esecuzione che, come previsto dal marchese, era uno scherzo del papa…
Gasperino viene riportato a casa, felice di essere ancora vivo e di esser stato svegliato da quello che credeva essere un brutto sogno…
Onofrio, graziato dal papa e per nulla cambiato, riprende il suo posto tra i sediari…

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