LOUIS-FERDINAND CÉLINE – VIVA L’AMNISTIA! SIGNORE (rivarol 624 20 dicembre 1962

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 VIVE L’AMNISTIE! MONSIEUR
VIVA L’AMNISTIA! SIGNORE
TRADUZIONE
Stefano Fiorucci e Jeannine Renaux 
Si
sa che alla morte dell’autore di
Voyage
au bout de la nuit
, molti dei suoi appunti scomparvero. Di
tanto in tanto se ne vede ricomparire qualcuno, non meno
misteriosamente; in particolare in alcune collezioni di manoscritti
autografi. È così che il presente testo è venuto alla luce, e il
suo nuovo proprietario ce l’ha gentilmente comunicato. [ Rivarol, n°
62420 déc. 1962]
Molto
probabilmente, si tratta di un articolo indirizzato a
Rivarol,
verso il 1957; articolo al quale un’altra versione molto più corta,
fu sostituita e pubblicata in quel momento (11 luglio 1957).
Resistente
qui… Resistente là… Certamente! Tutto bello!… Ma perché non
noi? Perché non io? La tessera e il diploma e la medaglia?… Idea
stramba, insolente?… Ma no! I «resistenti» di Sigmaringen sono
esistiti? Un pochettino!… Non voglio offendere nessuno, ma se mi
paragono a quelli che si sono serviti da me, mi dico che c’è
dell’abuso! Andiamo, andiamo! Che l’iniquità trionfi!…
Amnistio!…
Ma un po’ anche noi,
forse?… «Resistenti» di Sigmaringen, non per ridere, seri e
d’assalto! Chi è che è stato dal nemico stesso, chiedo, resistenza
per resistenza, a dirgli un po’ quel che pensavano, al mostro
teutone, al momento del massimo furore, quando tutti gli eserciti del
mondo gli passavano per le trippe?… E in uragani di fosforo… Il
mostro in piena dissezione, allo squartamento arto per arto?… Da
Londra, Brazzaville, Irkutsk, comodo riportare la propria testolina,
inviare fesserie (?)[sic NdT] tali che tutto il pianeta palpiti, goda
al settimo cielo… riesplosione «folle coraggio non appena passato
il pericolo»! Tutto va, tutto possibile da Irkutsk, Brazzaville,
Londra… Sigmaringen, altra candela!… Oh del tutto differente,
dico… conosco un po’ l’argomento… Solo Rebatet può capire. Gli
altri blablano, oziano, mettono alla berlina… lontano da
Sigmaringen come da Marte! Non uno solo di quelli che conosco, che mi
trattano da questo, da quello, avrebbe resistito otto giorni a
Sigmaringen… Ben roppi balordi imbranati rancidosi!… Ancora meno
a lungo in Danimarca. Tutti questi stupidotti[,] ubriachi di
accozzaglia si sarebbero fatti passare «dispersi» alla prova dei
fatti in meno di due settimane.
La prigione danese,
succursale del Ritz? «Ha avuto fortuna, Ferdinand!» Avrei voluto
vederceli, ‘sti spregevoli! Se ne sarebbero presto fatti sbatter
fuori, dalla prigione-Ritz, e dalle rive del Baltico, «sorta di
Costa Azzurra» per quei vigliacchi!
«L’esperienza,
lanterna sorda, illumina solo chi la porta». Andiamo, andiamo. Ciò
che resta, ciò che è certo, è che solo per Sigmaringen si avrebbe
diritto alla «tessera». Non rubata, come tanti altri! Non
scroccata! Stavo dunque per redigere la mia richiesta (non ho niente
da perdere, mi hanno preso tutto), ma ecco, a chi indirizzarla?… A
De Gaulle stesso?… Al cardinale Muselier?… a Churchill?
Krukru?… a Thorez, l’illustre «non-tanto-popolo»?… Tutta questa
gente, e non mi fido, mi domanderebbe il perché del come… Oh non
fargli perdere un minuto! Motivo della richiesta: «Essendo a
Sigmaringen, al momento della riunione dei quadri al municipio del
posto, alla presenza dei più alti comandanti e degli ambasciatori
del Baden-Wurtemberg riuniti, ha proposto la creazione di una società
detta «Gli amici del Pere-Lachaise».
  • Potete provarlo?
  • Certamente.
Avevo prove,
testimonianze, certamente! Trovo dei testimoni… Ma se li faccio
accusare di «rialzare la testa»? Di saper tenersi?… Di non esser
guariti? D’essere incarnati recidivi? Di rivolerne a tutti i
costi?… vedo un po’ il rischio. Come se andassi a chiedere al
giudice che mi si restituiscano il mio appartamento e i miei
manoscritti!… Follia!…
– Dato che siete
così ingegnoso, onesto e devoto, fateci votare un’amnistia!
Ovviamente l’uovo di Colombo!…L’unica vera idea pratica!… Il
colpo di spugna generale! Totale! Senza amnistia generale non posso
più tirar fuori un testimone. Sta fresca la mia tessera!… Dio[,]
se la Francia, noto, la più luminosa, la più umana, la più
generosa delle patrie, gode per i Diritti dell’uomo, se riceve a più
non posso tutti i perseguitati del mondo, colori, sette, razze, nei
suoi giardini, cortili, facoltà e nel suo letto!… da mille
petizioni ne richiede! Dal ’44 al ’57 almeno dieci petizioni al
giorno. «Avete un piccolo Valacco che è stato schiaffeggiato e che
soffre? Inviatelo, inviatelo… Uno stregone Paoum che non ha
digerito il missionario, mal cotto, troppo barbuto… Inviate,
inviate!… Liste dietro liste, incessanti elenchi di nomi illustri
in soccorso del piccolo Valacco schiaffeggiato. Dal teatro, dalle
belle arti, la scienza, tutte le accademie insieme per il sollievo
del bravo stregone, il suo missionario sullo stomaco… Ma dal ’44,
tredici anni, mai visto passare un solo elenco per l’amnistia
generale… Come se fosse, Dio mio[,] impossibile che i Francesi
pensino ad altro che ad essere ancora un po’ più carogne[,]
indefettibilmente feroci nei confronti dei loro compatrioti in
malora!…
Oh per i polacchi
quante lacrime! Volapucs, cripto valacchi, messico caraibi… Non
possono più dormire, per un niente che manchi a questi ultra
stranieri. Ma che Dubois Duranton Vergogna marcisca dieci anni, venti
anni in fondo alla fossa, alle Travi dell’inferno, ecco che è ben
fatto!… Chi soddisfa bene le coscienze, sonni e Diritti dell’Uomo!
Mi dico[,] Ferdinand[,] classe ’12, nato a Courbevoie, invalido al 75
per cento, medaglia ben prima di De Gaulle, hai ancora un po’ da
fare! Che questo meccanismo si lanci, mi eclisso, gli lascio la
presidenza e tutto!… È il più qualificato, lo ammetto… Ha
guadagnato 27 milioni con le sue Memorie, meno che la Windsor, ma
comunque… Non ha sofferto molto dell’Occupazione. Non può essere
molto inacidito… Dato che è Charles, avrebbe potuto copiare
l’altro, il Cinque, rientrando a Parigi, rassicurando la Francia: «
Il re non ha saputo niente. Non sa niente. Non saprà niente.» Ecco
quello che sarebbe stato grandezza. È ancora tempo.
Amnistia totale!
generale!… Il male che è fatto è fatto, tanto peggio! I morti non
resusciteranno, né questi qui né quelli là, né quelli di Verdun,
nè(?)[Così nel testo N.D.T.], né Bebert… Amnistia, oblio,
vacanze! L’odio delle vacanze!
Tutto bello!
M’infervoro, vecchia crosta febbricitante. Potrei forse anche fare
una gaffe… Non piacerò tanto a De Gaulle, a trattarlo così
familiarmente. Potrei fare come Charles Floquet: «Viva l’amnistia,
Generale!» Ma credo che quello che gradirebbe di più, che gli legga
l’Enciclopedia, la grande, edizione 1900. Il passaggio che lo
riguarda riguarda anche tutti i ministri. Che ci facciano infine
piacere, non ci votino solo delle tasse, non ci complichino
l’inflazione…
«L’amnistia
è tra le necessità di tutti i governi. C’è un tempo in cui una
società avrebbe dei gravi inconvenienti per l’inflessibilità e
farebbe anche correre dei pericoli allo Stato. Si produce nel paese
un tale bisogno di pacificazione che il potere ha interesse ad
ascoltare la voce della clemenza ed a concludere una specie di
trattato di pace civile.»
Non parlerò
dell’Algeria, non parlerò della «madre malata», dei bambini che
litigano intorno… De Gaulle sa tutto ciò. Mendès-France pure.
Sanno ma tacciono… Potrei andare a Roma, o da Ben Gurion, o al
Pentagono… Nasser mi dà l’impressione di essere in gamba… Andrei
ovunque a farmi trattare in qualunque modo, ci sono abituato.
Oh voi avete ben
ragione!… Ma viva l’amnistia! Quando diventate ottuso, cosa
arcivecchia, avete un’idea sola… Intorno è già notte fonda…Ma
una piccola luce la notte[,] in cima alla Tour Eiffel[,] Parigi la
vede… La piccola speranza… Viva la grande amnistia, Signore!