LA DIFESA DELLA RAZZA – ANNO I N. 1

LA DIFESA DELLA RAZZA. Scienza. Documentazione. Polemica

ANNO I – N. 1. – 5 agosto XVI

Esce il 5 e il 20 di ogni mese.

DIRETTORE: TELESIO INTERLANDI

COMITATO DI REDAZIONE: Guido Landra, Lidio Cipriani, Leone Franzì, Marcello Ricco, Lino Businco

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“Sempre la confusion delle persone principio fu del mal della cittade”. (Dante – Paradiso XVI)

SOMMARIO

RAZZISMO ITALIANO p. 1

Trattasi dei dieci punti del Manifesto della Razza.
Già pubblicato, in forma anonima, in una prima versione, sul Giornale d’Italia, il 15 luglio 1938.

1 – Le razze umane esistono.
2 – Esistono grandi razze e piccole razze
3 – Il concetto di razza è concetto puramente biologico
4 – La popolazione dell’Italia attuale è di origine ariana e la sua civiltà è ariana
5 – È una leggenda l’apporto di masse ingenti di uomini in tempi storici
6 – Esiste ormai una pura “razza italiana”
7 – È tempo che gli italiani si proclamino francamente razzisti
8 – È necessario fare una netta distinzione tra i mediterranei d’Europa (occidentali) da una parte gli orientali e gli africani dall’altra
9 – Gli ebrei non appartengono alla razza ariana
10 – I caratteri fisici e psicologici puramente europei degli italiani non devono essere alterati in nessun modo

1. Le razze umane esistono. La esistenza delle razze umane non è già una astrazione del nostro spirito, ma corrisponde a una realtà fenomenica, materiale, percepibile con i nostri sensi. Questa realtà è rappresentata da masse, quasi sempre imponenti di milioni di uomini simili per caratteri fisici e psicologici che furono ereditati e che continuano ad ereditarsi.
Dire che esistono le razze umane non vuol dire a priori che esistono razze umane superiori o inferiori, ma soltanto che esistono razze umane differenti.
2. Esistono grandi razze e piccole razze. Non bisogna soltanto ammettere che esistano i gruppi sistematici maggiori, che comunemente sono chiamati razze e che sono individualizzati solo da alcuni caratteri, ma bisogna anche ammettere che esistano gruppi sistematici minori (come per es. i nordici, i mediterranei, i dinarici, ecc.) individualizzati da un maggior numero di caratteri comuni. Questi gruppi costituiscono dal punto di vista biologico le vere razze, la esistenza delle quali è una verità evidente.
3. Il concetto di razza è concetto puramente biologico. Esso quindi è basato su altre considerazioni che non i concetti di popolo e di nazione, fondati essenzialmente su considerazioni storiche, linguistiche, religiose. Però alla base delle differenze di popolo e di nazione stanno delle differenze di razza. Se gli Italiani sono differenti dai Francesi, dai Tedeschi, dai Turchi, dai Greci, ecc., non è solo perché essi hanno una lingua diversa e una storia diversa, ma perché la costituzione razziale di questi popoli è diversa. Sono state proporzioni diverse di razze differenti, che da tempo molto antico costituiscono i diversi popoli, sia che una razza abbia il dominio assoluto sulle altre, sia che tutte risultino fuse armonicamente, sia, infine, che persistano ancora inassimilate una alle altre le diverse razze.
4. La popolazione dell’Italia attuale è nella maggioranza di origine ariana e la sua civiltà ariana. Questa popolazione a civiltà ariana abita da diversi millenni la nostra penisola; ben poco è rimasto della civiltà delle genti preariane. L’origine degli Italiani attuali parte essenzialmente da elementi di quelle stesse razze che costituiscono e costituirono il tessuto perennemente vivo dell’Europa.
5. È una leggenda l’apporto di masse ingenti di uomini in tempi storici. Dopo l’invasione dei Longobardi non ci sono stati in Italia altri notevoli movimenti di popoli capaci di influenzare la fisionomia razziale della nazione. Da ciò deriva che, mentre per altre nazioni europee la composizione razziale è variata notevolmente in tempi anche moderni, per l’Italia, nelle sue grandi linee, la composizione razziale di oggi è la stessa di quella che era mille anni fa: i quarantaquattro milioni d’Italiani di oggi rimontano quindi nella assoluta maggioranza a famiglie che abitano l’Italia da almeno un millennio.
6. Esiste ormai una pura “razza italiana”. Questo enunciato non è basato sulla confusione del concetto biologico di razza con il concetto storico-linguistico di popolo e di nazione ma sulla purissima parentela di sangue che unisce gli Italiani di oggi alle generazioni che da millenni popolano l’Italia. Questa antica purezza di sangue è il più grande titolo di nobiltà della Nazione italiana.
7. È tempo che gli Italiani si proclamino francamente razzisti. Tutta l’opera che finora ha fatto il Regime in Italia è in fondo del razzismo. Frequentissimo è stato sempre nei discorsi del Capo il richiamo ai concetti di razza. La questione del razzismo in Italia deve essere trattata da un punto di vista puramente biologico, senza intenzioni filosofiche o religiose. La concezione del razzismo in Italia deve essere essenzialmente italiana e l’indirizzo ariano-nordico. Questo non vuole dire però introdurre in Italia le teorie del razzismo tedesco come sono o affermare che gli Italiani e gli Scandinavi sono la stessa cosa. Ma vuole soltanto additare agli Italiani un modello fisico e soprattutto psicologico di razza umana che per i suoi caratteri puramente europei si stacca completamente da tutte le razze extra-europee; questo vuol dire elevare l’Italiano ad un ideale di superiore coscienza di se stesso e di maggiore responsabilità.
8. È necessario fare una netta distinzione fra i Mediterranei d’Europa (Occidentali) da una parte gli Orientali e gli Africani dall’altra. Sono perciò da considerarsi pericolose le teorie che sostengono l’origine africana di alcuni popoli europei e comprendono in una comune razza mediterranea anche le popolazioni semitiche e camitiche stabilendo relazioni e simpatie ideologiche assolutamente inammissibili.
9. Gli ebrei non appartengono alla razza italiana. Dei semiti che nel corso dei secoli sono approdati sul sacro suolo della nostra Patria nulla in generale è rimasto. Anche l’occupazione araba della Sicilia nulla ha lasciato all’infuori del ricordo di qualche nome; e del resto il processo di assimilazione fu sempre rapidissimo in Italia. Gli ebrei rappresentano l’unica popolazione che non si è mai assimilata in Italia perché essa è costituita da elementi razziali non europei, diversi in modo assoluto dagli elementi che hanno dato origine agli Italiani.
10. I caratteri fisici e psicologici puramente europei degli Italiani non devono essere alterati in nessun modo. L’unione è ammissibile solo nell’ambito delle razze europee, nel quale caso non si deve parlare di vero e proprio ibridismo, dato che queste razze appartengono ad un ceppo comune e differiscono solo per alcuni caratteri, mentre sono uguali per moltissimi altri. Il carattere puramente europeo degli Italiani viene alterato dall’incrocio con qualsiasi razza extra-europea e portatrice di una civiltà diversa dalla millenaria civiltà degli ariani.

IL PARTITO E IL RAZZISMO ITALIANO p. 2
Comunicato diramato il 25 luglio 1938 dalla Segreteria del PNF…

Il ministro Segretario del Partito ha ricevuto un gruppo di studiosi fascisti, docenti nelle Università italiane, che hanno sotto l’egida del Ministero della Cultura popolare redatto o aderito alle proposizioni che fissano la base del razzismo fascista. Erano presenti i fascisti
dott. Lino Businco, assistente di patologia generale nell’Università di Roma,
prof. Lidio Cipriani, incaricato di antropologia nell’Università di Firenze direttore del Museo Nazionale di antropologia ed etnologia di Firenze,
prof. Arturo Donaggio, direttore della clinica neuropsichiatrica dell’Università di Bologna, presidente della Società italiana di psichiatria,
dott. Leone Franzí, assistente nella clinica pediatrica dell’Università di Milano,
prof. Guido Landra, assistente di antropologia nell’Università di Roma,
sen. Nicola Pende, direttore dell’Istituto di patologia speciale medica dell’Università di Roma,
dott. Marcello Ricci, assistente di zoologia all’Università di Roma,
prof. Franco Savorgnan, ordinario di demografia nell’Università di Roma, presidente dell’Istituto centrale di statistica,
on. prof. Sabato Visco, direttore dell’Istituto di fisiologia generale dell’Università di Roma e direttore dell’Istituto nazionale di biologia presso il Consiglio nazionale delle ricerche,
prof. Edoardo Zavattari, direttore dell’Istituto di zoologia dell’Università di Roma.
Alla riunione ha partecipato il ministro della Cultura Popolare [Dino Alfieri].
Il Segretario del Partito, mentre ha elogiato la precisione e la concisione delle tesi ha ricordato che il Fascismo fa da sedici anni praticamente una politica razzista che consiste, attraverso l’azione delle istituzioni del Regime, nel realizzare un continuo miglioramento quantitativo e qualitativo della razza. Il Segretario del Partito ha soggiunto che il Duce parecchie volte, nei suoi scritti e discorsi, ha accennato alla razza italiana quale appartenente al gruppo cosiddetto degli indo-europei.
Anche in questo campo il Regime ha seguito il suo indirizzo fondamentale: prima l’azione, poi la formulazione dottrinaria la quale non deve essere considerata accademica cioè fine a se stessa, ma come determinante un’ulteriore precisazione politica. Con la creazione dell’Impero la razza italiana è venuta in contatto con altre razze, deve quindi guardarsi da ogni ibridismo e contaminazione. Leggi «razziste» in tale senso sono già state elaborate e applicate con fascistica energia nei territori dell’Impero.
Quanto agli ebrei, essi si considerano da millenni, dovunque e anche in Italia, come una «razza» diversa e superiore alle altre, ed è notorio che nonostante la politica tollerante del Regime gli ebrei hanno, in ogni Nazione, costituito – coi loro uomini e coi loro mezzi – lo stato maggiore dell’antifascismo.
Il Segretario del Partito ha infine annunciato che l’attività principale degli Istituti di cultura fascista nel prossimo anno XVII sarà l’elaborazione e diffusione dei principi fascisti in tema di razza, principi che hanno già sollevato tanto interesse in Italia e nel mondo”.

PRESENTAZIONE p. 3

Interlandi spiega i motivi che hanno portato alla creazione della rivista, indicandone ai lettoi intenti e programmi…

CRIMINALITÀ EBRAICA. p. 4

Interlandi commenta le statistiche pubblicate dall’autore Ruppin, in base alle quali si dimostra che gli ebrei commettono in proporzione meno reati, ma di livello morale più infamante (Usura, bancarotta e frode su tutti)…

In alto viene riprodotto un fregio decorativo del XIV sec a.c. sul quale si trovano rappresentati i tipi razziali presenti all’epoca in Egitto…

RAZZA E PERCENTUALE

Telesio Interlandi p. 3

Interlandi sostiene la presunta coerenza mussoliniana sul tema del razzismo e dell’antisemitismo, scagliandosi contro coloro che citano p. 73 del libro di Emil Ludwig, Colloqui con Mussolini, smentendone punto per punto le tesi…

EVOLUZIONE DELLA NOZIONE DI RAZZA p. 6

Riproducendo in alto una pittura rupestre, Interlandi mostra come fin dai primordi l’essere umano è stato interessato da differenziazioni razziali. Il concetto di razza viene quindi analizzato in base alla sua evoluzione nel corso dei secoli, dalla succitata preistoria ai teorici contemporanei del razzismo biologico, citando, ovviamente, anche gli “scettici”…

SCIENZA

L’UNITÀ ETNICA DELLA NAZIONE ITALIANA NELLA STORIA

Di Arrigo Solmi (Ministro di Grazia e Giustizia) p. 8

Solmi tenta di mostrare nell’articolo come l’Italia, dalle guerre puniche in poi, in accorto con quanto scritto nel Manifesto della razza, sia stata sostanzialmente etnicamente unita. Le successive invasioni barbariche e le dominazioni secolari non avrebbero apportato modificazioni alla stirpe italica che, con il Fascismo, ha ripreso a divenire grande e che “si presenta, tra i popoli d’Europa, nella sua massa organica, e nei suoi elementi costitutivi, come un tipo a se stante, derivato dalla progenie di Roma e rafforzato da nuovi incroci civili[…]” (p. 11)

RAZZIMO
Di Lidio Cipriani p. 12

Cipriani asserisce con fermezza e gioia che infine anche in Italia gli studiosi devono affrontare i problemi di razza. La razza è infatti la base di una nazione e della sua civiltà e, in quanto tale, va mantenuta intatta e scevra da contatti e mescolamenti con quelle inferiori. Il meticciato nelle colonie è fatto da deprecare. “Sacrosanta è dunque la crociata bandita per la difesa, anche in senso biologico, della nostra razza”. (p. 12)
Ma anche l’elemento psicologico presente nelle razze non deve essere sottovalutato, mescolandosi al patrimonio biologico della razza…

Sei fotografie mostrano diversi “tipi negri”…

LA RAZZA E LE DIFFERENZE RAZZIALI
Di Guido Landra p. 14

Landra mostra con esempi come l’umanità sia divisa in razze, considerando i singoli uomini “con l’occhio del naturalista, come semplici individualità biologiche”. (p. 14)
Ma oltre alla distinzione delle tre principali razze, Bianca, Nera e Gialla, va individuata la presenza di piccole razze, che determinano le caratteristiche fisiche e psichiche del singolo individuo, ereditarie…
Tra i caratteri esterni come non citare il colore della pelle, degli occhi e dei capelli, la forma del cranio o la percentuale di diffusione dei gruppi sanguigni all’interno delle razze…

I BASTARDI
Di Guido Landra p. 16

Landra invita gli italiani a temere il meticciato come forma d’imbastardimento e peggioramento della razza, coadiuvandosi con le foto di alcuni mezzosangue…

I PROBLEMI DELLA RAZZA E L’OPPORTUNITÀ DI UN’INCHIESTA ANTROPOMETRICA SULLA POPOLAZIONE ITALIANA
Di Franco Savorgnan p. 18

Savorgnan, ricordando la fondamentale opera, ormai datata, di rilevazione antropometrica effettuata dal dottor Livi su trecentomila soldati di leva (classi 1859-63), ne auspica una nuova su base nazionale al fine di registrare le caratteristiche fisiche maggiormente diffuse tra gli italiani…

EREDITÀ BIOLOGICHE E RAZZISMO
Di Marcello Ricci p. 19

I caratteri ereditari si trasmettono dai genitori ai figli. Il razzismo introdotto dal Fascismo va pertanto “accettato in pieno”, permettendo, con l’eugenetica e la lotta al meticciato, di non portare a una degenerazione della qualità razziale…

AMBIENTE NATURALE E CARATTERI BIOPSICHICI DELLA RAZZA ITALIANA
Di Edoardo Zavattari p. 20

Anche l’ambiente influenza l’uomo. Il paesaggio italico, così vario, permette ai suoi abitatori di essere dinamici e portatori di civiltà superiore…

CARATTERI DELLA ROMANITÀ
Di Arturo Donaggio p. 22

Estratto dell’intervento di Donaggio al Congresso della Società Italiana di Psichiatria, tenutosi a Napoli nell’aprile del 1937. In esso il professore elogia la psiche italica, dai tempi degli antichi romani apportatrici di civiltà e ora restauratrice dell’Impero…

PUÒ ESISTERE UN RAZZISMO IN MEDICINA?
Di Leone Franzì p. 24

Trattasi questo di un articolo di razzismo biologico italiano. In esso Franzì auspica infatti un ruolo attivo della medicina a difesa della razza, ossia portando avanti campagne di eugenetica e lotta al meticciato… Duri gli attacchi all’ebraismo…

“Può esistere un razzismo in Medicina? Sì, non solo può, ma deve esistere un razzismo in Medicina per tutti quei popoli che sono consci della loro elevatezza, e che quanto più in alto nella scala dei valori biologici, tanto maggiormente rischiano di contaminare e di perdere tale loro patrimonio con il contatto e con la unione con altri complessi razziali di minor valore. […]
Razzismo non sta ad indicare negazione delle possibilità di vita e della estrinsecazione di tutte le proprie funzioni a nessuno, ma sta solo ad indicare che ogni inquinamento del nostro patrimonio biologico sarà sicuramente impedito. […]
Non è forse il più accanito dei razzismi quello che ha permesso alla razza israelita di non farsi assimilare in circa due millenni pur vivendo sparsa in tutto il mondo?
Che il razzismo inoltre inteso in senso medico debba avere dei riflessi non solo interrazziali, più facilmente afferrabili dal pubblico, ma anche dei riflessi interni, è cosa facilmente comprensibile se riflettiamo che danni alla sanità della nostra stirpe possono derivare anche da elementi in essa presenti. Basta pensare infatti al solo gran numero di malattie ereditarie. (p. 24)
[…]che ci lascino fare e che ci evitino dei miscugli indesiderati[…].
[…]anche la Medicina deve indicare da un punto di vista biologico e clinico i vantaggi e gli svantaggi dei vari tipi di incroci tra elementi di razza diversi, e fra individui di una stessa razza se tarati. (p. 25)

POLEMICA

UNA QUESTIONE DI GENIO
Di Massimo Lelj p. 26

Articolo antiebraico e antiborghese. Il genio italico deve lottare contro le trame ebraiche e capitaliste, pressoché simili e ben ambientati nella società contemporanea.
“Incapace di arte, incapace di poesia, tutta società, economia, cultura, questa è la borghesia.
Che differenza c’è fra borghesi ed ebrei? (p.26)

L’EDITTO DI CARACALLA. UN SEMIBARBARO SPIANA LA VIA AI BARBARI

Di Giorgio Almirante p. 27

Almirante attribuisce la progressiva decadenza di Roma “all’affievolirsi, cioè, fino a scomparire, del senso della razza italica e delle sue tradizionali virtù”. Tale opera ha avuto un punto di non ritorno nel 212 d.c., allorché il barbaro Caracalla, figlio dell’africano Settimio Severo, di usi gallici per esser nato a Lione, fautore del meticciato e del sincretismo, estese la cittadinanza romana anche alle province…

Con le immagini stampate, si mette in relazione il volto barbarico di Caracalla con quello romano di Augusto…

LA BORGHESIA E LA RAZZA
Di Giuseppe Pensabene p. 30

La borghesia e il liberalismo hanno minato la società italiana, controllandone tutti gli aspetti. Ad arginare l’ascesa, il movimento agrario e corporativista fascista… Scevra dalla borghesia il concetto di razza… “La borghesia, entro ciascun popolo è di fatto, un’internazionale sovrapposta. È un meticciato, almeno delle idee”. (p. 30)

A dominare la borghesia, gli ebrei…
In alto due vignette antiebraiche…

I SETTE PECCATI
Di Quinto Flaiano p. 32

Quinto Flaiano elenca i sette punti che hanno portato gli ebrei ad avversare il Fascismo e la sua politica razzista…
Articolo fortemente antiebraico…

Presenti due caricature antiebraiche.

L’ODIO EBRAICO PER LE ALTRE RAZZE p. 34

Citazione di una pagina del libro Breviarium Judaicum di Fritz Cassirer, utilizzata dalla rivista per mostrare, attraverso gli stereotipi presenti nell’opera, la meschina natura degli ebrei…

DOCUMENTAZIONE

I GIOVANI E LA RAZZA ITALIANA
Di Lino Businco p. 35

La difesa della razza passa anche per la valorizzazione delle campagne, dove i giovani possono forgiarsi immersi nella natura, lontani dai condizionamenti della città…

GLI EBREI E L’AGRICOLTURA

Di Carlo Magnino p. 36

L’articolo, fortemente antiebraico, mostra al lettore come l’ebreo sia minoranza in ogni nazione, penetratovi per infiltrazione, nomade e mai dedito all’agricoltura per natura…
Presenti una vignetta e una fotografia…

CONTROLLO DEL MOVIMENTO EBRAICO IN GERMANIA p. 39

In Germania gli ebrei sono stati individuati e le loro attività chiaramente indicate agli altri cittadini. In particolare, nel settore dello spettacolo, sono attivissimi a Berlino…
Presente una illustrazione…

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Società italiana per le strade ferrate meridionali
Istituto nazionale delle Assicurazioni
Posta aerea
Mentola