LA DIFESA DELLA RAZZA. ANNO II N. 1 5 NOVEMBRE XVII SCIENZA – DOCUMENTAZIONE – POLEMICA – QUESTIONARIO

LA DIFESA DELLA RAZZA. ANNO II N. 1 5 NOVEMBRE XVII
SCIENZA – DOCUMENTAZIONE – POLEMICA – QUESTIONARIO

“Uomini siate, e non pecore matte, sì che’l Giudeo di voi tra voi non rida!” (Dante – Paradiso V)
DIRETTORE: Telesio Interlandi
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COMITATO DI REDAZIONE: Guido Landra, Lidio Cipriani, Leone Franzì, Marcello Ricci, Lino Businco
SEGRETARIO DI REDAZIONE: Giorgio Almirante

EROICA
Di Telesio Interlandi p. 7
Nella nostra razza, scrive Interlandi, persistono valori eroici millenari, valori che vanno difesi separando la razza italiana dagli elementi ostili e corruttori…
Le insegne fasciste hanno l’aquila, come già le insegne di Roma. Le nostre Vittorie sono alate, come le Vittorie dei popoli guerrieri. Questa simbologia eroica e solare (l’aquila è l’uccello che vola più vicino al sole) è la testimonianza del persistere, nella nostra razza, dei valori eroici che ci fecero nei millenni protagonisti della storia del mondo. Sono questi valori eroici che bisogna difendere, nel difendere la purezza della razza. Due concezioni della vita si dividono il mondo: la concezione eroica e quella remissiva, la guerriera e la contemplativa, l’attiva e la passiva. […]
Le razze che hanno contribuito alla civiltà sono combattive, guerriere, eroiche; l’ideale della rinuncia e dell’annullamento è estraneo ai popoli che hanno fatto la storia. […]
Può accadere che i valori eroici d’una razza combattiva vengano manomessi e debilitati dall’intrusione di elementi estranei e deprimenti. (p. 7)
Qui soprattutto il Fascismo fu difesa della Razza dagli elementi estranei che le avevano inoculato mortali istinti remissivi; fu difesa dal patrimonio ideale della Razza, salvezza della Razza.[…]
Le pagine che seguono hanno il compito di chiarire questi concetti, di confortarne l’esposizione con una documentazione irrefutabile, di confermare la necessità d’una separazione totale tra la pura Razza italiana e gli elementi razziali che le sono ostili e hanno tentato di corromperla… (p. 8)

VIRTÙ GUERRIERE DELLA RAZZA ITALIANA
Di Guido Landra p. 9

L’autore afferma la millenaria virtù guerriera della razza italiana…
Le razze umane sono individualizzate non solo dai loro caratteri fisici ma anche da quelli psicologici. […]
Vi sono state così razze poco adatte alla lotta e alla guerra, le quali hanno potuto vivere e prosperare finché non si sono urtate con altre più adatte, e razze invece che hanno vissuto fino ai nostri giorni appunto perché hanno saputo lottare e vincere. Ma il modo della lotta e della vittoria è molto diverso. Vi sono così razze che hanno potuto mantenersi unicamente con l’astuzia e altre invece che hanno accettato la lotta a viso aperto. Soltanto a queste può spettare il titolo di razze guerriere.
La razza italiana è stata in tutti i tempi una razza di soldati; e poiché l’essenza della romanità è appunto costituita dalla nostra razza, lo spirito guerriero si identifica con l’essenza stessa della romanità. […]
Per quanto indietro rimontiamo nel corso dei secoli troviamo l’Italia abitata sempre da guerrieri. Guerriere furono le popolazioni italiche che precedettero i Romani, guerriere e contadine sempre. Del resto i veri Romani ebbero sempre tre sole occupazioni: l’agricoltura, la guerra, il governo della cosa pubblica. Sdegnarono il commercio e lo lasciarono ai liberti e ai forestieri[…]. (p. 9)
L’impero andò in sfacelo quando – a causa di elementi orientali che avevano inquinato il sangue romano – venne a mancare lo spirito militare.[…]
Questa omogeneità razziale – è bene ripeterlo – stata riacquistata dall’Italia da almeno mille anni.
In questo periodo di tempo gli Italiani si sono mostrati sempre più una razza di soldati, una razza dura e volitiva, che si è imposta all’attenzione di tutti. (p. 10)
Tutto questo impone agli Italiani il preciso dovere di considerare sacra la purezza del proprio sangue e di esaltare sempre più l’orgoglio di razza nel mito eterno di Roma. (p. 11)
Otto illustrazioni di Pietro Morando corredano il testo…

UNA GENTE SENZA EROI
Di Guilio Cogni p. 12
L’autore denuncia la presunta codardia ebraica, la cui razza è avulsa da doti guerriere…
Anche nei casi di peggiore necessità, l’ebreo non comb atte, ma si abbandona a quella larva astratta di ellenico Fato che la semitica volontà di Jahvé. […]
[…]non troverete fra gli ebrei neppure uno che sappia insorgere con uno di quegli atti eroici e sublimi che salvano l’onore di una stirpe. […]
La più alta impresa del popolo ebreo fu una fuga[…]. (p. 13)
All’ebreo manca la plasticità della vita e dell’ingegno; è per essenza un essere debole e infranto: e come tutti i deboli è mansueto e perfido, umanitario odiatore essenziale di tutta la vita che per lui non ha un sorriso.[…]
Perciò l’ebreo non è guerriero: perché è debole e infranto.[…]
L’ebreo non è guerriero: è sacerdote. Ma nei popoli ariani le due altissime qualità si fondono: e anche Cristo fu in Roma armato di spada. Nell’ebreo restano immutabilmente separati, perché nell’essere infranto lo spirito va da sé e la materia da sé. […]
Chi rinuncia alla lotta rinuncia alla salute e alla forza; anche se, come ogni debole e malato, continua a combattere, con quel resto di volontà di vita che gli rimane in seno, con i sofismi e i sotterfugi. (p. 14)
Quattro immagini a corredo del testo…
FANTI E CONTADINI NERBO DELL’ESERCITO
Di Massimo Lelj p. 15
La razza italiana è erede di guerrieri e, in special modo, di fanti. Questi ultimi per lo più valenti contadini…
È certo che l’esercito è il negro della razza: in conseguenza lo è due volte la fanteria, che maestri, guerre e l’esser fanti ci avvezzarono a considerare regina delle battaglie. […]
Erano tutti contadini: non ho conosciuto altri fanti che contadini. […]
Il carattere dei nostri volti italiani è rurale. Quelli più nobili che vedi, sanno ancora di terra. (p. 15)

POPOLI IMBELLI E GUERRIERI IN AFRICA
Di Lidio Cipriani p. 17
Nell’esaltare la presenza di tratti superiori negli etiopici rispetto agli altri africani, Cipriani elenca una lunga serie di popolazioni nere guerriere decadute per la mescolanza con razze inferiori…
Difatti gli Etiopici, benché antropologicamente siano tutt’altro che scissi dagli altri elementi etnici dell’Africa, vi sono rimasti il gruppo meno contaminato da incroci sfavorevoli, sì che hanno conservato, meglio di ogni altra popolazione con loro imparentata, una componente da dirsi europoide che è la causa, e più ancora lo fu in passato, del loro differenziarsi sotto l’aspetto somatico e culturale. (p. 17)
Di per sé significativo sarebbe anche l’arido elenco di tali potentati a dimostrazione della generalità in Africa di culture molto superiori alle odierne. (p. 18)
Quattro immagini a corredo del testo…

UNA RAZZA ALLA CONQUISTA DI UN CONTINENTE
Di Giorgio Almirante p. 21
Almirante scrive un articolo decisamente antistatunitense, la cui omogeneità razziale e il cui imperialismo ha portato gli USA a dominare di fatto le Americhe, proprio mentre al suo interno ci si lamenta dell’incremento del numero dei non bianchi…
Lo scrittore nord-americano Lothop Stoddard ha denunciato, in un libro intitolato “La marea crescente delle razze di colore”, il pericolo costituito per i bianchi dalla minaccia, sempre più vasta e incalzante, degli uomini di colore. […]
Gli Stati Uniti costituiscono una massa straordinariamente più omogenea, dal punto di vista storico e dea quello etnico, di tutte le repubbliche del centro e del Sud-America.[…]
Era ben chiaro, altresì che il principale elemento sul quale gli Stati Uniti potevano far leva per affermare tale supremazia, era la loro compattezza etnica e politica, alla quale facevano tragico contrapposto la disunione e la disorganicità degli stati sud-americani, nei quali il meticciato andava operando in modo assolutamente deleterio. […].
[…]alla base della cosiddetta politica del dollaro e di quella dottrina di Monroe, che a prima vista potrebbe parer fondata unicamente su fattori ideali, sta un ben determinato conflitto di razze. (p. 21)
Tre immagini a corredo del testo…

IL RAZZISMO NORD-AMERICANO
Di A. L. p. 22
In questo articolo si dimostra il razzismo in voga all’interno degli Stati Uniti…
Il razzismo americano per avere un quadro completo innanzi alla nostra mente va esaminato in rapporto al trattamento usato dagli americani: verso i gialli, i negri, gli israeliti, verso i non anglosassoni. (p. 22)
Immagine di una cerimonia del Ku Klux Klan a corredo del testo…

COMBATTERE E VINCERE. IDEALI DEI NOSTRI GRANDI p.24
Citazioni di Mussolini e poeti volti ad esaltare le doti guerriere…
Otto foto a corredo del testo…

MOTIVI TRIONFALI NELL’ARTE DEI POPOLI ARII
Di Giuseppe Pensabene p. 26
Nell’arte italiana, fin dai tempi di Roma, sempre temi volti all’esaltazione della guerra e della vittoria, contrariamente a quanto accade oggi nell’arte contemporanea…
Quattro immagini a corredo del testo…

LA RAZZA DEI DISFATTISTI
Di L. D. p. 29
Lo scritto che segue è una documentazione, ricavata in gran parte da testimonianze francesi, della alleanza che a un dato momento, durante la grande guerra, si stabilì tra pacifisti e bolscevichi. (p. 29)
Quattro immagini a corredo del testo…
UN POPOLLO SENZA ESERCITI
Di C. M. p. 32
In questo articolo si attaccano gli ebrei per via della loro presunta assenza di spirito agricolo e bellico…
L’esame anche superficiale dello spirito ebraico ce ne rivela due caratteristiche, due tratti fondamentali che soprattutto lo contraddistinguono dal nostro spirito italiano come quasi da ogni altro:
L’assenza di vita agricola;
L’assenza di uno spirito militarista.
E ciò risulta dall’indagine del comportamento della massa ebraica in qualsiasi ambiente etnico e in ogni momento storico. (p. 32)
Popolo nomade e senza patria, dovunque c’è possibilità di vita, quivi si ferma[…]
Dinanzi alla guerra, come dinanzi alle persecuzioni, l’ebreo reagisce in una unica maniera: evadendo.
Per cui anche quando l’ebreo impugna le armi, non lotta mai con quello scopo che spinge in guerra gli individui di una altra razza, in quanto i giudei non cercano altra libertà se non quella dei loro commerci[…].
Alle guerre nazionali, fatte in nome di un ideale nazionalista, gli ebnrei non prendono parte attivamente, anzi quando in Europa questo spirito si venne affermando è ben netta la reazione ebraica. (p. 33)
Due immagini a corredo del testo…

GLI EBREI E LA GUERRA
Di Emilio Canevari p. 34
Altro articolo che denuncia l’assenza di spirito eroico negli ebrei. S’insinua inoltre che gli ebrei che si sono distinti in guerra, lo hanno fatto per mera vanità personale…
Una delle caratteristiche più evidenti e più generalmente osservate nel corso dei secoli presso i giudei è la divergenza inconciliabile fra la concezione loro e quella ariana dei valori eroici. Non solo il giudeo non ha spirto guerriero e sentimento militare, ma, più ancora, l’idea ariana del coraggio e il sentimento eminentemente ariano nordico dell’onore non sono conformi menomamente al suo spirito[…]
Ebbene, mentre è incontestabile che alcuni giudei si sono battuti volontariamente ed anche con coraggio, è del pari incontestabile che la generalità si è distinta per una percentuale altissima, eccezionale di imboscati per cui, in definitiva, la percentuale dei loro morti è stata per ciascuna nazione sensibilmente inferiore alla percentuale degli ariani. […]
Perciò noi riteniamo siano esattamente nel vero colori i quali, sull’argomento, affermano che, se vi furono alcuni rari ebrei che durante la guerra si comportarono bene ed anche che caddero eroicamente, ciò non fu dovuto né a sentimento patriottico, che non potevano sentire, né a sentimento del dovere e dell’onore militare, che non possedevano, né ad innato coraggio che non dimostrano, generalmente, nelle altre manifestazioni della vita; bensì ad orgoglio e meglio, alla inaudita vanità connaturata in ogni orientale e che costituisce uno dei lati più appariscenti del carattere giudeo. (pp. 34-35)
Ecco riportato nei suoi veri termini il “coraggio” dei giudei: esso ha per substrato psicologico la vanità congiunta alla volontà, e per epilogo lo sfruttamento pubblicitario e utilitario degli atti compiuti. (p. 35)
Può essere che questi sentimenti di onore e di libertà non abbiano mancato inizialmente e congenitamente, ma certo le circostanze storiche e la stessa religione contribuirono a creare questa grave deficienza nel popolo giudaico. […]
Tutto ciò è accompagnato dal continuo istinto di corrodere, danneggiare, rovinare o sporcare comunque l’opera degli altri popoli presso cui si trova ospitato e che cerca di sfruttare senza il menomo scrupolo. […]
[…]il semita non ha la menoma attitudine a creare qualcosa di durevole”. (p. 36)
Due immagini a corredo del testo…
GIUDEO E SOLDATO: UN’ANTITESI
Di Giuseppe Lucidi p. 37
Nell’articolo si plaude alla decisione del Gran Consiglio di escludere gli ebrei dalle forze armate…
L’Ebreo d’altra parte, non è stato né sarà mai soldato, poiché non ha né fisico né spirito adatti. Per essere soldato occorre avere corpo ed animo sani, scevri di ogni tara, l’uno per sopportare le fatiche, l’altro per affrontare le vicissitudini di una guerra. L’Ebreo ha sia l’uno che l’altro ereditariamente malati da tare secolari, costanti e caratteristiche della sua razza[…]
Quale assertore da secoli del più feroce razzismo, per quell’odio che gli ha impedito di accomunarsi , di fondersi nelle varie razze, egli ha da secoli tare che gli corrodono il corpo e lo spirito. […]
Per essere soldati, come abbiamo detto, occorre animo e corpo sani, avere inoltre, oltre che un ideale celeste, un ideale terreno, una Patria: questo divino dono, il più grande fatto da Dio agli uomini, che manca all’Ebreo.
La mentalità del Giudeo nella concezione della morale, delle leggi, dell’arte, della Patria è nettamente antitetica a quella dell’Ariano. […]
Due foto a corredo del testo…

I SADICI DELLA SCONFITTA
Di Carlo Barduzzi p. 38
L’autore accomuna l’ebraismo al disfattismo, citando scritti…
Non è questa che una brevissima e quindi assai incompleta rassegna di quella letteratura ebraica che per vero pugnalò alle spalle gli eserciti di tutti i Paesi. Finito il conflitto con Versaglia e Ginevra, il giudaismo ritenne che le basi della Supernazione erano definitivamente gettate. (p. 38)

GLI ETERNI IMBOSCATI
Di Elio Gasteiner p. 39
L’autore dell’articolo cita un’inchiesta tedesca nella quale si citano le cifre degli ebrei nella prima guerra mondiale…
[…]sotto le armi vi era il 10% degli ebrei mentre del popolo germanico ben il 20% era al fronte. (p. 39)
Una vignetta a corredo del testo…
ANTIMILITARISMO CINEMATOGRAFICO
Di Domenico Paolella p. 42
L’articolo si scaglia contro le pellicole disfattiste comparse dopo la prima guerra mondiale, con gli statunitensi ad esaltare invece il proprio esercito…
Cinque immagini a corredo del testo…

LA STAMPA EBRAICA E LA GUERRA
Di Francesco Callari p. 43
Callari cita i Protocolli per avallare le tesi della guerra voluta dagli ebrei e del loro controllo su finanza, stampa e antifascismo…
Gli ebrei hanno voluto la guerra perché poi la pace fosse nelle loro mani[…].
Se lo spirito dell’ebreo è rivoluzionario e sovversivo, lo è in quanto è sua intenzione di ricostruire col massimo profitto sulle rovine degli altri. […]
Nelle rivoluzioni di questi ultimi e ultimissimi anni il ruolo degli ebrei è stato ancora più rilevante. La preparazione e l’esecuzione di piani rivoluzionari e, dopo la loro riuscita, l’organizzazione della Repubblica sovietica è setata quasi esclusivamente opera degli ebrei. (p. 43)
Una foto a corredo del testo…
LA PACE EBRAICA TRADÌ LA VITTORIA
Di A. Trizzino p. 44
L’autore dell’articolo, citando una presunta riunione massonica alla viglia di Versailles, accusa gli ebrei della vittoria mutilata e delle sanzioni inflitte alla Germania…
Alla conferenza della pace l’Italia ebbe contestate persino le sue terre; amarezza, umiliazioni e nuovi dolori dovette subire per il poco che con molti stenti riuscì a trattenere; nella ripartizione di un enorme bottino non un ettaro di territorio coloniale le venne attribuito. Chi tradì e mutilò la vittoria italiana? La pace di Versaglia, e la Società delle Nazioni che di essa doveva essere perenne continuazione, furono gli atti internazionali con i quali si concluse la guerra mondiale. È storicamente dimostrato, in base a documenti inoppugnabili – e noi qui li riprenderemo – che quella pace e quella società furono ideate, preparate di lunga mano e poi attuate dall’internazionale massonica ed ebraica; ebraismo e massoneria sono, quindi, i grandi responsabili del tradimento che fu perpetrato ai danni del popolo italiano. (p. 44)
Queste furono le origini della pace giudeo-massonica di Versaglia. Questa fu la pace che tradì e mutilò la Vittoria italiana. (p. 45)
Due immagini a corredo del testo…
QUESTIONARIO p. 46

INSERZIONISTI: Il Tevere; Quadrivio; Istituto Nazionale Delle Assicurazioni; Banco di Sicilia; Credito Italiano; Banca Commerciale Italiana; Fiat; Mentòla

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