JUNICHIRO TANIZAKI – MORBOSE FANTASIE

JUNICHIRO TANIZAKI – MORBOSE FANTASIE
SE – Collana PICCOLA ENCICLOPEDIA n. 96 – Dicembre 1993

TRADUZIONE: Cinzia Mottola

L’egoista alienato e ricco Sonomura telefona in un’afosa mattina di giugno all’amico scrittore Takahashi invitandolo a raggiungerlo in fretta per renderlo edotto di qualcosa d’importantissimo…

Poiché sapevo bene da gran tempo sino a qual punto Sonomura, che peraltro ammette di essere affetto da pazzia ereditaria, fosse capriccioso, eccentrico ed egoista, ero ormai abituato alle sue stranezze. Ma quel mattino, quando ricevetti la sua telefonata, non potei fare a meno di stupirmi. Certamente era fuori di senno. È soprattutto in questa stagione che la gente impazzisce. Senza dubbio, pensai, questo giugno opprimente e afoso ha suscitato qualche strano pensiero nel suo cervello, inducendolo a farmi una simile telefonata. No, non mi limitai a pensarlo, ne ero convinto.
Saranno state circa le dieci del mattino quando mi telefonò. « Ah, Takahashi, puoi venire immediatamente a casa mia? Desidero mostrarti una cosa, ma devo farlo assolutamente entro oggi » mi disse con tono agitato, quando udì la mia voce. (p.11)

Ha scoperto che all’una di notte verrà commesso un crimine, un omicidio cui vuol assistere. Preoccupato, Takahashi gli promette infine di raggiungerlo appena terminato di scrivere…

[…]sappi che stanotte verso l’una, in un quartiere di Tòkyo verrà commesso un crimine… un omicidio. Ho dunque pensato di invitarti allo spettacolo: cosa ne dici, vieni o non vieni? ». (p.12)

Ma, se è possibile, vorrei assistere nascostamente alla scena. E mi sentirei un po’ più tranquillo se ci andassimo insieme: ma dimmi, non è più interessante che scrivere un racconto? ». […]
Ero sinceramente terrorizzato e terribilmente turbato.
Sonomura, disponendo di tempo e denaro, aveva sempre condotto una vita dissoluta, ma ormai sazio dei piaceri usuali aveva incominciato ad appassionarsi di cinema e di romanzi gialli: probabilmente quei suoi incessanti sogni a occhi aperti avevano sempre più turbato la sua mente, sino a farlo impazzire. (p.13)

Ma io credo realmente nell’amicizia e così, sia pur controvoglia, decisi di andare a trovare Sonomura soltanto per verificare quali fossero le sue condizioni di salute. (p.14)

Durante il tragitto in tram, Takahashi pensa addirittura di poter finire vittima della follia dell’amico…

Chi può escludere che un divoratore di assurde storie poliziesche, di romanzi gialli, impazzito all’improvviso, intenda uccidere il suo unico amico? ». (p.15)

E se fosse impazzito lui stesso?…

Non può essere che io sia stato contagiato dalla pazzia di Sonomura? ». (p.16)

Raggiunto l’appartamento di Sonomura, questi gli dice che l’omicidio potrebbe consumarsi a Mukojima, mostrandogli poi un foglio di carta lasciato cadere alcune sere prima in un cinema da un misterioso individuo che a lungo aveva scambiato messaggi cifrati con una donna all’insaputa del di lei compagno… Decifrandolo sembra aver individuato il quartiere ma, nonostante accurate ricerche, non riescono a localizzare la casa con il simbolo delle squame sulla facciata…

Non eravamo riusciti, come c’era da aspettarsi, a trovare il simbolo con le squame, sebbene avessimo girato e rigirato per il quartiere di Suijin dalle sei sino ad oltre le otto. Alla fine ero riuscito a convincere Sonomura ad abbandonare le ricerche, nonostante la sua volontà ostinata di proseguirle sino al ritrovamento della casa. (p.31)

I due si separano poi, l’indomani, Sonomura sveglia Takahashi: ha individuato la casa in un altro quartiere! La raggiungono giusto due minuti dopo l’orario indicato per l’omicidio, iniziando a sbirciare dai fori delle persiane. All’interno della stanza è presente una bellissima donna di spalle e un uomo che tiene un treppiede per fotografie. Che sia un set pornografico?, pensa Takahashi…

Pensai allora che quell’uomo realizzasse immagini scandalose, e che proprio in quel momento fosse in procinto di scattarne alcune, prendendo come modella la donna. Questa fu la mia prima spiegazione di quella scena. (p.40)

Nella stanza è presente anche una vasca, d’ignoto scopo. Ma ecco che la ragazza mostra di tenere la testa di un uomo strangolato tra le ginocchia. Sonomura aveva dunque ragione…

E allora vidi che sulle sue ginocchia giaceva realmente la testa di un uomo morto. (p.43)

A questo punto non potei fare a meno di riconoscere che si era realmente avverata la previsione di Sonomura, che fino a un momento prima avevo creduto pazzo. (p.44)

La donna chiede al fotografo di scattare alcune istantanee al volto del cadavere, poi fa riempire allo stesso la vasca nella quale disciogliere il cadavere del defunto con l’aggiunta di misteriose sostanze chimiche… Terminate le macabre operazioni, come se nulla fosse, i due si mettono a dormire. Come riuscire a fuggire senza farsi scoprire? Per fortuna i due assassini sono in breve immersi nel sonno e così Sonomura e Takahashi, in stato di eccitazione, possono allontanarsi dalla scena del crimine senza essere scoperti…

Ma per fortuna non fu necessario che rimanessimo immobili quanto avevamo temuto. Non più di dieci minuti dopo che la luce era stata spenta, dall’interno della stanza si udirono il respiro della donna che dormiva un sonno profondo e tranquillo e il forte russare del giovane dai capelli corti. « Che gente intrepida! » pensai, e con la sensazione di essere scampati a un grave pericolo sgattaiolammo cautamente fuori da quella strada. (p.52)

Durante il tragitto Sonomura esterna all’amico la volontà di conoscere i due assassini, essendo rimasto completamente affascinato dalla donna. Giunti a casa di Sonomura, i due continuano a scambiarsi opinioni su quanto visto e il padrone di casa ribadisce di voler conoscere l’assassina che non ritiene affatto una geisha, ma, forse, affetta da una perversione sessuale che la porta ad uccidere gli uomini.

« Ad esempio, ma è solo un’ipotesi che si fonda sulla mia immaginazione, quella donna potrebbe avere qualche strana perversione sessuale che le provoca un misterioso piacere nell’uccidere gli uomini. (p.68)

Vedere il volto senza vita di uomini che sono morti perché sedotti dal suo fascino, non potrebbe soddisfare la sua immaginazione morbosa, proprio come se guardasse i suoi amanti? Può esistere una donna dotata di una simile perversione sessuale? ». (p.69)

« Una diabolica assassina… è vero. Ma al tempo stesso è anche un bellissimo dèmone. Nella mia mente c’è dunque un contrasto insanabile tra il fatto che, secondo la ragione, è terribile e spaventosa, e il fascino che la sua bellezza esercita su di me. (p.70)

La sera seguente, tornato a casa, Takahashi nega alla moglie di aver assistito a un omicidio avendo convinto Sonomura a desistere da quella sua fantasticheria. Riflette tuttavia su quanto visto e lo fa per giorni. Solamente dopo una settimana riesce a trovare Sonomura in casa il quale dichiara di avere nello studio la donna e di volergliela presentare. Rifiuta, preferendo spiarli dall’esterno. Eiko, questo il nome della ragazza, frequenta con il tempo sempre più assiduamente Sonomura.

In seguito la relazione tra Sonomura ed Eiko – così diceva di chiamarsi la donna – parve diventare sempre più profonda, giorno dopo giorno. (p.76)

Un mese dopo Takahashi scopre che il complice di Eiko vive ora a casa di Sonomura che, da parte sua, si mostra distaccato affermando di essere ormai completamente succube di Eiko. Finiscono così per rompere la lunga amicizia…

« Per amore darei anche la vita. Dunque, lei vale più di un amico, per me » sembrava voler dire il suo sguardo.
« Va bene, allora io vado. Non avrò più nulla a che fare con questa casa… » dissi, mentre me ne andavo. Lui non provò neppure a fermarmi e rimase lì seduto sulla sedia a guardarmi, mentre lasciavo rapidamente la stanza.
Così ruppi la mia amicizia con Sonomura. (p.79)

Trascorre un mese e Takahashi si preoccupa per l’amico di cui non ha più notizie. Ma ecco una lettera testamento in cui gli preannuncia che sarà ucciso da Eiko al solito posto e alla solita ora, assassinio al quale vuole assista…

« Leggi questa mia considerandola come il mio testamento » v’era scritto, e continuava:
« Prevedo che presto, forse entro stasera, verrò ucciso da Eiko. Lei e il suo complice stanno per togliermi la vita, probabilmente con il sistema che conosci. È un destino a cui non potrei sottrarmi, neppure se fuggissi, ma che comunque non intendo evitare. Considera dunque ineluttabile la mia morte. (p.80)

Takahashi esaudisce il desiderio dell’amico…

Così, potei vedere tutto, dall’inizio alla fine, da quando venne strangolato da lei alla fotografia e all’immersione nella vasca. (p.86)

Due giorni dopo lo scrittore riceve la fotografia del volto strangolato di Sonomura con un messaggio con il quale Eiko lo invita a recarsi a casa del defunto per ritirare quanto da quello lasciatogli in eredità…

Ma, raggiunta la casa, Takahashi scopre che l’amico è vivo e vegeto, pronto a raccontargli tutto. Eiko è un’ex attrice di teatro che, venuta a sapere da un ex domestico di Sonomura delle sue tendenze sessuali, ha fatto in modo di attrarlo per impossessarsi di tutti i suoi averi. Avrebbe voluto realmente farsi uccidere da lei che però ha rifiutato. Ora eccola fare il suo ingresso in stanza…

Aveva donato a Eiko tutto il denaro che desiderava. Poi, alla fine le aveva detto, implorandola: « Ti lascio tutto ciò che possiedo ma, per favore, uccidimi con le tue mani, in quel modo. Questa è l’unica cosa che ti chiedo ». Ma
sebbene Eiko fosse una delinquente piuttosto pazza, non volle assolutamente accogliere la sua richiesta.
« E allora fingi almeno di uccidermi. Voglio mostrare la scena al mio amico » la pregò Sonomura, che a mio avviso volle simulare quella scena non soltanto per semplice curiosità, ma anche per qualche particolare, strano impulso sessuale… (pp.89-90)

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