Ivan Graziani – Viaggi e intemperie

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IVAN GRAZIANI – VIAGGI E INTEMPERIE
BMG – 74321460182 – 1980


1 – Firenze (canzone triste)

 Firenze lo sai, non è servita a cambiarlala cosa che ha amato di più è stata l’aria

lei ha disegnato, ha riempito cartelle di sogni

ma gli occhi di marmo del Colosso Toscano

guardano troppo lontano.

Caro il mio Barbarossa, studente in filosofia

con il tuo italiano insicuro certe cose le sapevi dire.

Oh lo so, lo so, lo so, lo so bene, lo so

una donna da amare in due in comune fra te e me.

Ma di tempo ce n’è in questa città

fottuti di malinconia e di lei.

Per questo canto una canzone triste,

triste, triste… Triste come me.

E non c’è più nessuno che mi parli

ancora un po’ di lei, ancora un po’ di lei.

E non c’è più nessuno che mi parli

ancora un po’ di lei, ancora un po’ di lei.

Ricordo i suoi occhi, strano tipo di donna che era

quando gettò i suoi disegni con rabbia giù da Ponte Vecchio

“Io sono nata da una conchiglia” diceva

“La mia casa è il mare e con un fiume no, non la posso cambiare”

Caro il mio Barbarossa, compagno di un’avventura

certo che se lei se n’è andata no, non è colpa mia.

Oh lo so, lo so, lo so, la tua vita non cambierà

ritornerai in Irlanda con la tua laurea in filosofia

ma io che farò in questa città? Fottuto di malinconia e di lei.

Per questo canto una canzone triste,

triste, triste… Triste come me.

E non c’è più nessuno che mi parli

ancora un po’ di lei, ancora un po’ di lei.

E non c’è più nessuno che mi parli

ancora un po’ di lei, ancora un po’ di lei

 
2 – Isabella sul treno

 Settantasette vergini ne avessi mai incontratauna in equilibrio come lei.

Capelli color grano e occhi blu stoviglia

e un’aria da signora finta come le sue ciglia

e il treno cigolava sui binari dello stato

urlando nella notte come un disperato

lei mi disse “Ciao, mi chiamo Isabella

cercavo un posto in prima ma non l’ho trovato”

Chissà che storia avrà Isabella?

E dove se ne andrà Isabella?

“Che mestiere fai?” Le ho chiesto

“Mi spoglio in un locale

e guardo intorno a me quelle facce da maiale

e il mio impresario dice che sono molto brava

sai ho studiato danza a Reggio Emilia?

Ma non è di te che mi vergogno

potrei farti anche vedere

se non lo faccio è solo per il controllore”

“E l’amore come va?” le ho chiesto

“Ho un conte che mi ama

lui viene dalle Marche ed è un po’ particolare

e lui mi lega su una sedia e mi cosparge di miele

poi fa una risata che ti lascio immaginare”

Lei lotta per la vita, Isabella.

Isa, Isa, Isa, Isabella.

Parlammo ancora tanto, almeno un paio d’ore

poi il treno s’infilò dentro una galleria

e nel buio più totale lei disse “Ho paura”

poi passi sopra i passi come di chi fugge via

quando uscimmo fuori non c’era più nessuno

mentre fermo sulla porta ridacchiava il controllore

“Scusi” gli domando “ha mica visto dov’è andata?”

“E’ inutile” risponde lui “secondo me se l’è squagliata

qui la conosciamo tutti, è solo un po’ matta

anzi, guardi bene se ha ancora in tasca il portafoglio”

Lei lotta per la vita, Isabella

Isa, Isa, Isa, Isabella

3 – Olanda 


“Alle tre” mi hai detto “tira un sasso sopra il tetto
vedrai, vedrai, vedrai, mi sveglierò

però se tu non mi vedi puoi aspettarmi giù in stazione

vedrai, vedrai, vedrai, vedrai che arriverò”.

E io fermo in stazione, aspetto il tuo bus.

Cosa ti metterai, come ti presenterai, che cosa mi dirai?

Scappare da qui, fuggire lontano

un mondo nuovo che ci accolga

tutti e due, senza malinconie.

E l’Olanda è lontana dai nostri confini

e sento i campi e i fiori

ed i mulini a vento girare dentro me.

“Scusi mi fa un caffè?” Che ore sono? Già le sei

e un treno s’allontana e quell’altro, chi lo prenderà?

Il sole accende l’ombra dei semafori lontani

ho un nodo nella gola e amarezza delusione o chissà che.

E l’Olanda scompare dai confini del cuore

e sento i campi e i fiori ed i mulini a vento

morire dentro me, dentro me.

4 – Tutto questo cosa c’entra con il R&R?


“Vieni al chiar di luna a far l’amore con me?
Porta la tua amica noi saremo in tre.

Un boschetto fuori mano la violenza e poi…”

Sì ma, sì ma tutto questo cosa c’entra con il Rock & Roll?

“lo non sono nato figlio di papà

e non so capire questa mia realtà

rubo radioline per sentirmi un uomo”

Sì ma, si ma tutto questo cosa c’entra con il Rock & Roll?

Non ci credo, non ci credo che

il mondo vada bene come va

ognuno può cantare è vero può cantare

è la sua storia se ce l’ha.

E allora tu, tu, aiutaci tu, mamma chitarra

e allora tu, tu, aiutaci tu a non fare più, a non fare più

falsa, falsa testimonianza.

“Vedi com’è bravo quel bambino lì?

Lui gioca con le armi sotto gli occhi di papà

l’amore quello vero una corazza gli farà”

Sì ma, sì ma tutto questo cosa c’entra con il Rock & Roll?

Non ci credo, non ci credo che

il mondo vada bene come va

ognuno può cantare è vero può cantare

è la sua storia se ce l’ha.

E allora tu, tu, aiutaci tu, mamma chitarra

e allora tu, tu, aiutaci tu a non fare più, a non fare più

falsa, falsa testimonianza

5 – Dada

 Mi ricordo il suo viso, scuro come un temporaleviso tondo da cherubino in un giudizio universale

bionda come una svedese e fianchi teneri per giocare

un metro e sessanta di dolcezza ma nata anche per comandare.

Dada aveva un dono grande, quello di saper parlare

e a convincere la gente nessuno la batteva

e a trovar conforto in tutto quello che diceva

era assai più facile che bere un bicchier d’acqua.

Dada è buona, Dada è buona, Dada è buona assai

Dada ti butta giù, ti tira su, ti cava fuori dai guai

Dada è buona, Dada è buona, Dada è buona assai.

E fu così che si innamorò di Ivette senza tette

fu un rapporto torbido fra cugine strette

“Oh Ivette, Ivette, Ivette, Ivette, Ivette senza tette

smetti di bucarti, hai solo quindici anni

ma non vedi che ti guardo, ma non senti che ti parlo

non ci andare, non lasciarti andare, io ti guarirò

non andare più da loro, la tua vita è importante

questa volta, te lo giuro, andrò io al posto tuo”

Dada è buona, Dada è buona, Dada è buona assai

Dada ti butta giù, ti tira su, ti cava fuori dai guai

Dada è buona, Dada è buona, Dada è buona assai.

E andò così all’appuntamento, si presentarono due balordi

spalle larghe da facchini e naso a becco come corvi

la presero nel mezzo, la chiusero a chiave in una stanza

e poi giù botte come se piovesse e droga in abbondanza.

E il tempo scivolava sulle braccia fredde, i buchi sulla pelle

più non la voleva più la desiderava

poi le dissero “Vattene, vai per la tua strada

ma non t’illudere, ritornerai, ormai tu sei come noi”

E invece no…

Dada è buona, Dada è buona, Dada è buona assai

Dada ti butta giù, ti tira su, ti cava fuori dai guai

Dada è buona, Dada è buona, Dada è buona assai.

E se tu le vuoi incontrare, uguali come gocce d’acqua

Dada la grande e Ivette senza tette, le due cugine strette

6 – Radio Londra

 La trappola ha chiuso i denti sulla zampa di una volpe biancae sangue sulla neve, il sangue della volpe bianca

e tracce sulla neve, le tracce della volpe bianca

che fugge su tre zampe nel sole che tramonta.

Libertà, Libertà.

Mi volto indietro a guardare le case distrutte dal fuoco

tronconi di muri anneriti come denti cariati.

Oggi è il mio compleanno, un compleanno in questa lurida guerra

una data da non ricordare perché ho in braccio un fucile.

Libertà, Libertà.

Radio Londra, che batte che batte il tamburo

Colonnello non sono sicuro se è il mio cuore che batte

che batte più forte e forse non si fermerà mai.

Radio Londra, continua a picchiare più forte

a Roma hanno aperto le porte, il lupo è fuggito

è scappato lontano e non lo rivedremo mai più.

Continuo a seguire le tracce, le tracce della volpe bianca

il vento mi taglia la faccia ma la fame è più forte

e poi finalmente la vedo, curva sulle tre zampe

trascinare una lepre ancora viva serrata fra i denti

e poi vedo anche lui, l’elmetto come un sesso maschile

guardare me, la volpe e la lepre, imbracciando un fucile.

E tiriamo nello stesso momento, ma non sulla volpe bianca

e prima di cadere sulla neve la vediamo fuggire.

Libertà, Libertà.

Radio Londra, in piazza la gente si abbraccia

è un cuore più grande che batte

è un cuore più grande che batte, che batte

e forse non si fermerà mai.

Radio Londra, continua a picchiare il tamburo

la guerra è finita, sicuro la guerra è finita,

è finita sicuro e forse non ritornerà mai.

Radio Londra, Radio Londra…

7 – Siracusa

 E’ un anno ormai e non posso stare senza leiMilano è troppo grande senza lei

io devo ritornare a Siracusa now

io devo ritornare una volta ancora

ancora una volta a Siracusa now

quel giorno sono fuggito

ma ora non ho paura di tornare a Siracusa.

Ho attraversato in moto tutta l’isola

di qua e di là dal mare tutta l’isola

ma il sole è grande e caldo sopra l’isola

il sole è grande e caldo ma il mio cuore è più caldo

e batte forte dentro l’isola

la città accende le luci

io sono arrivato ormai a Siracusa.

Gli occhi profondi e una spina nel cuore

lei mi disse “Ti prego stai attento lui è cattivo

ed io gli appartengo come se fossi una cosa.

Mimì oh Mimì, Mimì di donne come te non ce n’è

Mimì oh Mimì, Mimì e penso ai tuoi seni

che mi sogno la notte qui in tenda, col caldo che fa.

Dalla finestra l’ho visto mangiare con le posate d’argento

gustava il suo vino il tuo giustiziere come un vero uomo di Panza.

E mentre mangiava facevamo all’amore, nel cuore di Siracusa

poi lei mi disse “Lui lo sa, adesso tu devi scappà”.

Mimì oh Mimì, Mimì a Milano non voglio tornare

Mimì oh Mimì, Mimì però prendo la moto la tenda e i miei anni

e porto con me la tua spina nel cuore ci sono troppi picciotti

c’è troppo rumore, addio Siracusa e vai

8 – Angelina 

 Sette e venti in Piazza Duomoil tram è pieno come un uovo

Angelina, Angelina, Angelina

non mi dire mai di no.

Buchi il biglietto ed il tuo cuore

domani e un altro giorno chissà se piove.

Angelina, Angelina, Angelina, non mi dire mai di no.

IBM al nono piano il cielo è gonfio sopra Milano

in mezzo a questa logica assassina

nessuno vede che tu stai piangendo

Angelina non soffrire, Angelina

quel bastardo tornerà, ritornerà, ritornerà.

Mezzogiorno, quasi l’una

uccisa come te non c’è nessuna

Angelina, Angelina, Angelina

non mi dire mai di no.

Al Mini Bar di Corso Emanuele

mordendo il tuo panino stai ancora piangendo

Angelina, Angelina, Angelina

non mi dire mai di no.

Un’amica parla troppo, dice che lei è felice

ma la testa tua è da un’altra parte

pensi sempre ai suoi giochi, lui giocava sul tuo corpo

giochi teneri, teneri e violenti

vinceva sempre lui.

Angelina, Angelina, Angelina

non mi dire mai di no.

Guardi il volto tuo che fugge

come un ladro nella notte

nel vespaio sterminato della città

e casa tua che si avvicina

continuerai a piangere in cucina

Angelina quel bastardo tornerà, ritornerà, ritornerà.

Angelina…