CALVINO – SULLE RELIQUIE

 

CALVINO – SULLE RELIQUIE

MIMESIS EDIZIONI – Collana MINIMA/VOLTI n.10 – 2010

TRATTATO SULLE RELIQUIE

Sant’Agostino, nel libro intitolato Sul lavoro dei monaci, la­gnandosi di certi venditori di ciarpame che, già ai suoi tempi, praticavano un malvagio e disonesto mercato portando qua e là reliquie di martiri, aggiunge: «Soprattutto se sono reliquie di martiri». Con tale espressione vuol dire che fin d ’allora si com­mettevano imbrogli ed inganni, facendo credere al popolino che ossa raccolte qua e là fossero ossa di santi. Poiché l ’origine di questo inganno è tanto antica, si può star certi ch’esso è frattanto aumentato a cagione del molto tempo trascorso, anche perché il mondo si è straordinariamente corrotto rispetto a quel tempo ed è sempre andato peggiorando sino ad arrivare al più alto grado in cui ora lo vediamo. Il primo vizio, quasi la radice del male, è stato che, anziché cercare Gesù Cristo nella sua parola, nei suoi sacramenti e nelle sue grazie spirituali, la gente, secondo il suo costume, ha perso tempo con le sue vesti, le sue camicie e la sua biancheria; e facendo ciò ha trascurato l’essenziale per seguire l’accessorio. Allo stesso modo si è comportato con gli apostoli, i martiri e gli altri santi. Anziché meditare sulla loro vita per seguirne l’esempio, infatti, ha posto tutto il suo impegno nel contemplare e nel tener come tesori le loro ossa, camicie, cin­ture, i loro berretti e sciocchezze simili. (p.5)

Si vide così che era cosa tutt’altro che utile, o completamente su­perflua e vana, tenere dei reliquiari, e che, al contrario, era assai difficile o assolutamente impossibile che da ciò, poco alla volta, non si degenerasse nell’idolatria. Non si può infatti fare a meno di guardarli e maneggiarli senza onorarli; e, onorandoli, non si può evitare di attribuir subito loro quell’onore che era dovuto a Gesù Cristo. Così, per dirla in breve, la smania di possedere del­le reliquie non va quasi mai esente da superstizione e, quel che è peggio, è madre dell’idolatria, che solitamente è unita a quella. (p.6)

Fatto sta che il popolo che si dice cristiano è giunto ad essere così totalmente idolatra quanto mai lo furono i pagani, poiché ci si è prostrati ed inginocchiati dinanzi alle reliquie allo stesso modo che dinanzi a Dio. Si sono accese torce e candele in segno d ’omaggio. Vi si è riposta la propria fiducia. Vi si è cercato rifugio come se vi fossero racchiuse la forza e la grazia di Dio. Se l’idolatria consiste nel rivolgere altrove l ’onore dovuto a Dio, po­tremo forse negare che questa sia idolatria? […]
Ecco dunque come la folle cura che si è nutrita sin dall’inizio nel far tesoro delle reliquie, è giunta a questa palese empietà: non solo ci si è Sviati completamente da Dio per perdersi in cose corrutti­bili e vane, ma, con esecrabile sacrilegio, si sono adorate creature morte ed insensibili, anziché il solo Dio vivente. Ora, siccome un male non viene mai da solo, ma ne richiama un altro, questa sciagura è sopraggiunta da quando sono state prese per reliquie, tanto di Gesù Cristo quanto dei suoi santi, non so quali porcherie irragionevoli ed assurde, e la gente ne è rimasta così accecata che, qualunque valore si attribuisse alle cianfrusaglie che le venivano presentate, le ha accolte senza cri­terio né indagine alcuna.  Così, non ha esitato ad accogliere con gran devozione qualsiasi osso d ’asino o di cane che il primo imbroglione facesse passare per osso di martire. Altrettanto è accaduto per tutto il resto, come si mostrerà qui di seguito. Per parte mia, non ho alcun dubbio che questa sia stata una giusta punizione di Dio; giacché infatti la gente era impazzita dietro le reliquie abusandone in perverse superstizioni, era giusto che Dio permettesse che ad una menzogna ne succedesse un ’altra. Così ha costume di vendicarsi per il disonore che vien fatto al suo Nome rivolgendo altrove la gloria che gli è dovuta. Perciò, il fatto che ovunque ci siano tante reliquie false e contraffatte si è verificato soltanto perché Dio ha permesso che il mondo fos­se doppiamente gabbato ed ingannato, dal momento che amava l’imbroglio e la menzogna. Era dovere dei cristiani lasciare i corpi dei santi nei loro sepolcri per obbedire alla sentenza uni­versale che ogni uomo è polvere ed in polvere ritornerà, non già innalzarli in pompa magna per farli risorgere prima del tempo. (pp.7-8)
Non posso tuttavia fare in questo libretto ciò che pur vorrei. Bisognerebbe infatti disporre dei registri di ogni luogo per sapere quali reliquie dicono trovarsi in ciascuna località, onde metterle a confronto. Ed allora si vedrebbe che ogni apostolo possiede più di quattro corpi, ed ogni santo almeno due o tre. Sarebbe lo stes­so anche per tutto il resto. Insomma, se si facesse una catasta di quel genere, tutti si sbalordirebbero vedendo un imbroglio tanto stolto e grossolano, che nondimeno è riuscito ad accecare tutta la terra. (p.9)
Parecchi infatti, osservando un reliquiario, per superstizione chiudono gli occhi onde evitare, guardando, di vedere qualcosa: non osano cioè gettare un’occhiata attenta per verificare come stanno davvero le cose. (p.10)

Il fatto è che se si disponesse di un repertorio di tutte le reliquie del mondo, si vedrebbe chiaramente quanto si è stati ciechi in passato, e quali tenebre e stupidità ci sono in tutta la terra. Cominciamo dunque con Gesù Cristo, del quale, siccome non si poteva dire di averne il corpo (giacché quel corpo miracoloso hanno ben trovato la maniera di fabbricarlo e, perfino, in tutti i modi e tutte le volte che loro è piaciuto), hanno in sua vece ac­cumulato mille altre cianfrusaglie per supplire a tale mancanza. (p.11)

[Prosegue con il sangue, la mangiatoia, la culla, la camicia… N.d.R.]

Considerato tutto ciò, che altro si potrebbe dire se non che tutto è stato inventato per ingannare la povera gente? Ed infatti, i bigotti ipocriti, sia preti sia monaci, ammettono che così è, chiamandole pias fraudes, ossia onesti imbrogli volti a spingere il popolo alla devozione.
Vi sono poi le reliquie che appartengono al periodo che va dalla fanciullezza di Gesù Cristo fino alla sua morte. (p.13)

[Elenco di vari oggetti… N.d.R.]

È ora tempo di parlare delle reliquie principale di nostro Signore. Sono quelle relative alla sua morte ed alla sua passione. E in primo luogo dobbiamo dire della croce a cui fu appeso. (p.16)

[Croce, iscrizione, punta della lancia, corona, veste, sudario, spugna, denari… N.d.R.]

Le ultime reliquie relative a Gesù Cristo son quelle posteriori alla resurrezione[…] (p.26)

Proseguiamo e consideriamo ciò che si dice sulle sue immagi­ni; non già di quelle che comunemente eseguono i pittori, gli scul­tori o gli ebanisti, perché infinito è il loro numero, bensì di quelle che possiedono qualche speciale dignità tale da farle considerare come reliquie. (p.28)

Quanto alla seconda specie d ’immagini, quelle che vengono considerate reliquie per certi miracoli che han fatto, sono com­presi nel loro numero i crocifissi a cui cresce la barba, come quello di Burgos, in Spagna; poi quello di San Salvador e quello d ’Orange. Se mi soffermassi a confutare la follia o piuttosto la stupidità di credervi, ci si farebbe senz’altro beffe di me. La cosa infatti è in sé tanto assurda che certo non serve che mi affati­chi a confutarla. Tuttavia, la povera gente è così stupida che la maggior parte lo considera sicuro come il Vangelo. Pongo nello stesso novero anche i crocifissi che hanno parlato, il cui numero è ingente.[…]
Come se si potesse credere che dei crocifissi di legno siano così affranti da piangere. M a bisogna perdonar loro questa colpa, perché si son vergognati che le loro immagini non ne facessero tante quante quelle dei Pagani. I Pagani hanno infatti immaginato che i loro idoli a volte piangessero. Così ben possiamo mettere insieme gli uni con gli altri. (p.29)

[Prosegue con le reliquie e le immagini legati a Madonna, Apostoli, martiri e santi..]

La cosa principale sarebbe, come ho detto dall’inizio, abolire fra noi cristiani questa superstizione pagana di santificare le reliquie, tanto di Gesù Cristo come dei santi, per farne degli idoli. […]
Io chiedo: e noi? Non c ’è forse, sotto questo aspetto, assai maggiore perversità fra
i cristiani di quanta mai ce ne sia stata fra gli Ebrei? (p.46)

Lo stesso accade per le reliquie. È tutto così imbrogliato e confuso che non si possono adorare le ossa di un martire senza il rischio di adorare le ossa di un brigante o di un ladrone, o anche di un asino, di un cane o di un cavallo. Non si può adorare un anello della Madonna, oppure un suo pettine o cintura, senza correre il pericolo di adorare gli anelli di qualche donna dissoluta. Perciò si guardi dal perico­lo chi lo vuole, giacché d ’ora innanzi nessuno potrà pretendere d’esser giustificato per la sua ignoranza.
Dice San Paolo nel terzo capitolo della seconda ai Tessalonicesi:
Chi non vuole onorare il Creatore, che è benedetto in eterno, è giusta vendetta di Dio che serva le creature. E chi non vuole obbe­dire alla verità, è giusto che sia schiavo della menzogna. (p.48)